Per il raddoppio del museo del Novecento a Milano è stato scelto il progetto del team guidato da Sonia Calzoni di cui fanno parte: Pierluigi Nicolin, Ferdinando Aprile, Giuseppe Di Bari e Bruno Finzi. Si è concluso oggi 12 luglio con la proclamazione dei vincitori e la presentazione della relativa proposta, il concorso internazionale per la riconversione in spazi museali del Secondo Arengario in Piazza Duomo a Milano.
Secondo la giuria: «Il progetto è apprezzabile per la maturità e consapevolezza con cui tiene ampio conto delle esigenze museali e dei relativi servizi, valorizzando la preesistenza architettonica, il contesto urbano e garantendo il carattere pubblico e la permeabilità del piano terra del Secondo Arengario. La proposta presenta caratteri di concreta realizzabilità rispetto agli obiettivi del bando legati all'integrazione della fruizione museale del complesso degli Arengari».
immagini realizzate da Level Creative Studio
Per il collegamento tra i due palazzi gemelli viene prevista una doppia soluzione.
La prima - considerata reversibile - prevede una passerella aerea posta a quota +19,65 metri, all'altezza del terzo livello dei due Arengari, costituita da una trave reticolare fissata direttamente alle colonne laterali esistenti degli edifici. Concepito come una sorta di proscenio, il progetto della passerella presenta un fronte rivolto a piazza Duomo caratterizzato da pareti leggere trasparenti e da una struttura specchiante convessa nella parte sottostante, in grado di riflettere gli scorci e i movimenti della piazza. Il collegamento aereo andrebbe a realizzare un percorso continuo che, superata la sala apicale del Primo Arengario, attraverserebbe la passerella per scendere al piano terra delle nuove sale, risolvendo in questo modo l'unità museale e dando continuità al percorso dei visitatori.
La seconda, alternativa o anche aggiuntiva rispetto alla prima, prevede la trasformazione di via Marconi in un atrio esterno del museo in diretto contatto con la città, una piazza-cortile in relazione con piazza Duomo. Questo spazio raccoglierebbe tutte le funzioni di passaggio e di scambio tra i due edifici, in modo da attuare in ogni caso la ricomposizione dei due Arengari in un unico organismo. In questo caso la fruizione museale delle sale del Secondo Arengario avverrebbe dal basso verso l'alto. Il progetto propone quindi la riduzione delle barriere fisiche e la valorizzazione delle aiuole e aree verdi di piazza Diaz.
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Per quanto riguarda il Secondo Arengario, al piano terra sono previsti un bookshop aperto al pubblico e una caffetteria con tavolini, mentre nel mezzanino verrà realizzato un auditorium. I piani museali si svilupperanno su quattro livelli ricavati sopra lo spazio porticato. Il percorso museologico proporrà nuove letture e confronti a partire dagli anni Ottanta fino alle esperienze più attuali. Ai primi due livelli il progetto prevede due sale equivalenti di circa 400 mq, che consentiranno anche di esporre opere di grandi dimensioni, allestire installazioni, realizzare performance. I due livelli superiori ospiteranno invece l'opera di un protagonista della scena artistica internazionale che si porrà in dialogo con la Sala Fontana del Primo Arengario.
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«Inoltre - si legge nella relazione che accompagna il progetto - essendo l'Auditorium con le sue alte prestazioni di flessibilità e di funzionalità e la sua posizione panoramica collocato al livello superiore del mezzanino, tutto il piano terra resta a disposizione della nuova 'piazza pubblica' trovandosi anche di fronte alla biglietteria del lato opposto di via Marconi, tanto da rappresentare un vero e proprio atrio esterno del nuovo Museo. Oltre che offrire servizi ai visitatori del Museo e agli utilizzatori dell'Auditorium la Caffetteria dispone di tavolini affacciati sul porticato che con il Bookshop aperto al pubblico incoraggiano l'ingresso delle persone di passaggio, adeguando opportunamente gli orari di apertura».
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Dal punto di vista impiantistico, l'intervento, che prevede il completo rifacimento dei solai fuori terra ad eccezione del piano loggia, soddisfarà gli standard Nzeb degli Edifici a energia quasi zero. Si prevede inoltre l'ottenimento della certificazione Leed (Leadership in energy and environmental design) anche attraverso l'allacciamento alla rete di teleriscaldamento.
Come previsto dal bando, il progetto introduce inoltre trasformazioni nel Museo del Primo Arengario che coinvolgeranno le strutture di servizio come il guardaroba, i servizi igienici, lo spogliatoio per il personale di sorveglianza al piano interrato, mentre viene proposto un laboratorio di conservazione delle opere in sostituzione di sale conferenze e deposito. L'importo delle opere è stimato in circa 18,5 milioni di euro.
LA GIURIA
Architetto Margherita Guccione, rappresentante del Comune di Milano;
Dott.ssa Paola Marini, rappresentante del Comune di Milano;
Ing. Maria Cristina Motta, rappresentante dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano;
Arch. Filippo Salucci, rappresentante del Comune di Milano;
Arch. Mirko Zardini, rappresentante dell'Ordine degli Architetti della Provincia di Milano;
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