in apertura foto © Luca D. Privitera
Un'atmosfera rarefatta e piena di stupore - complice, anche, la meraviglia di rimettere piede in un teatro vuoto - accompagna il progetto Vietato l'ingresso, ideato dalla poliedrica Giulia Pellegrino, come punto di incontro e sperimentazione creativa fra il mondo del design e quello del teatro. Un esempio di come, in un momento di grave difficoltà per il settore, l'Arte arrivi in sostegno dell'Arte. Un format inedito che ha permesso non solo al teatro di riaprire al pubblico in modo non convenzionale dopo un anno di chiusura forzata, ma anche con il quale TAM ha potuto sviluppare collaborazioni con alcune delle più rilevanti voci creative dell'architettura e dell'interior contemporaneo, grazie al supporto di aziende leader del settore.
Architetto, comunicatrice e curatrice, di Giulia Pellegrino si legge «Il primo lavoro a Milano è stato per Antonia Jannone, la storica gallerista che si occupa di disegni di Architettura: da lì in avanti la mia vita si è indissolubilmente legata all'architettura e al design; ho coordinato per quindici anni la Fondazione dell'Ordine degli Architetti per poi fare il direttore dello studio di Cino Zucchi e ho ricoperto ruoli diversi nelle edizioni del "Fuorisalone" degli ultimi 20 anni. Dal 2014 al 2016 ho collaborato con team di C.Ar.D. - Contemporary Art and Design Festival nelle valli piacentine. Da circa otto anni lavoro con Ron Gilad e da poco più di uno anche con Emilio Ambasz e con l'Archivio Negroni. Sono una delle persone fortunate che nella pandemia il lavoro lo ha trovato e non lo ha perso. Chiude il cerchio della mia attività professionale Archivia, piccola ma appassionata azienda che produce strumenti di scrittura dedicati a questo mondo, di cui sono partner fondatore. Milano mi ha adottata ed è bene dirle grazie: ci provo con questo progetto. PS: dormo pochissimo.»
IL PROGETTO
Vietato l'Ingresso è un vero e proprio contest al quale hanno aderito con entusiasmo diciassette studi di progettazione, chiamati, dopo averne adottato uno ciascuno, a dare una nuova anima a quei luoghi segreti in cui attori, cantanti, musicisti, ballerini, si preparano per entrare in scena.
A proposito: c'è tempo fino al 27 settembre per votare il camerino d'autore più bello. E che si vince? Al progetto con più click sarà infatti proposta la riprogettazione permanente del «Camerino Muti», dedicato al celebre Maestro d'orchestra: 40mq che hanno ospitato e ospiteranno le più grandi star dello showbiz nazionale e internazionale.
Rispetto al brief di progetto, l'ideatrice Giulia Pellegrino racconta: "Non abbiamo voluto porre limiti proprio per lasciare gli architetti liberi di interpretare liberamente un tema singolare come quello del camerino di un teatro. Abbiamo solo richiesto pochi elementi obbligatori, ma evidentemente necessari: uno specchio con le luci per il trucco, uno specchio a figura intera dove l'artista può controllare il proprio abito di scena, un vaso per accogliere i fiori a fine spettacolo, un'appendiera, uno spazio dove riporre i propri oggetti personali e un piccolo ma importante luogo di relax che potrebbe essere un divano, un pouf, un tappeto. Per il resto abbiamo dato totale libertà creativa ai professionisti: i progetti sono straordinari e ciascuno di loro ha il proprio carattere. [..]".
I progetti, portati a termine dai team creativi durante i mesi estivi sono stati realizzati grazie al supporto di più di centoventi partner tecnici, aziende e maestranze.
I DESIGNER COINVOLTI
Diciassette mondi in cui immergersi. Diciassette punti di vista progettuali. Diciassette interpretazioni magistrali, ognuna con le sue peculiarità cromatiche, materiche e architettoniche, un gioco esplorativo e sensoriale che ha invitato il pubblico a diventare non solo spettatore, ma protagonista.
Tra loro, in ordine alfabetico: Atellierzero Immersione / BDGS e Daniela Volpi Prima della Prima / Calvi Ceschia Viganò Architetti Associati Diorama / DAP studio/ Elena Sacco Paolo Danelli Fuori dalle righe / ES-Arch Enrico Scaramellini Architetto con Daniele Bonetti Il piccolo palco / Francesco Rota Architettura Jewel Box / Galante Menichini Architetti Crisalide / Gio Latis Studio Komorebi / Lepetteatelier 6 a casa / Monica Baio Nicola Quadri Omaggio alle rivoluzioni creative / NM nick Maltese Studio Enfasi / Paolo Volpato e Caterina Steiner Chi è di scena / Park Associati Darkness&Light / RGA Studio Tuttotondo / Studio .Cagnato Uno, nessuno e centomila / SenseLab + Nicolò Gabini Limbo / studio wok In between.
Lo studio KÄRLANDÆ ha invece affrontato il corridoio del piano, mantenendo un linguaggio allestivo più in continuità con l'esistente, attraverso un lavoro che si concentra sul colore, con la scala di grigi che aiuta a uniformare difformità e differenze. Il controsoffitto è utilizzato come un dispositivo di instabilità spaziale che grazie alle sue geometrie, permette di utilizzare la luce come un vero e proprio elemento costruttivo.
I DFA Partners, invece, si sono confrontati con le toilettes - quello spazio che qui è tutto fuorché di servizio, anzi, concorre ad aiutare gli artisti a preparasi, curarsi, imbellettarsi, immedesimarsi, acquisire pathos e drama - attraverso un progetto dal titolo Actor's Water Care. Grande attenzione è stata poi data al mondo floreale, da sempre elemento presente ed integrante dei camerini delle star, attraverso la preziosa collaborazione di Myplant & Garden (coordinati da Rudy Casati e Marco Introini) e la webzine specializzata FIORITales: un tocco di colore e profumo che ha reso ancora più intensa e multisensoriale l'intera esperienza.
Del resto, Gio Ponti diceva "non è il cemento, non è il legno, non è la pietra, non è l'acciaio, non è il vetro l'elemento più resistente. Il materiale più resistente, nell'edilizia, è l'arte.".
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