Dopo l'ok alla Camera arriva anche in Senato il via libera, questa volta definitivo, al provvedimento, collegato alla legge di Bilancio, che rende possibile l'ottenimento dell'abilitazione alla professione contestualmente al conseguimento della laurea, con la conseguente abolizione dell'esame di Stato. Prima, però, serve un decreto del Presidente della Repubblica.
Termina dunque il suo iter parlamentare il disegno di legge "Disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti", presentato dall'ex ministro, del governo Conte-bis, Gaetano Manfredi (ora sindaco di Napoli). Il provvedimento ha subìto un iter accelerato dopo che il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha puntato a dare valore abilitante ad alcuni titoli universitari al fine di semplificare le modalità di accesso all'esercizio di diverse professioni regolamentate.
Cosa succede ora per gli architetti
I titoli universitari che consentono l'accesso all'esame di Stato per la professione di architetto, pianificatore, paesaggista e conservatore, potranno diventare abilitanti per l'esercizio della professione. Significa che l'esame di Stato potrà essere sostituito dal superamento di una prova pratica con cui si conclude il corso di laurea, purché venga svolto anche un tirocinio pratico-valutativo interno ai corsi.
Affinché le lauree che danno accesso alle professioni di architetto, pianificatore, paesaggista e conservatore possano avere valore abilitante, annullando così l'esame di Stato, occorre un regolamento di delegificazione, ossia un decreto del Presidente della Repubblica, da emanare previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il Consiglio di Stato e previo parere delle Commissioni parlamentari competenti in materia (che si pronunciano entro trenta giorni dalla richiesta). Dunque, un iter piuttosto lungo.
Il Dpr sarà inoltre emanato su proposta del ministro dell'Università e della ricerca, di concerto con il ministro vigilante sull'Ordine, previa richiesta delle rappresentanze nazionali degli Ordini di riferimento; oppure su iniziativa del medesimo ministro dell'Università e della ricerca, di concerto con il ministro vigilante, sentito il medesimo Ordine. In pratica, gli Ordini possono assumere l'iniziativa tramite specifica richiesta o, se ciò non accede, devono obbligatoriamente essere sentiti (si tratta di un parere obbligatorio ma non vincolante).
I regolamenti dovranno disciplinare gli esami finali dei corsi, prevedendo lo svolgimento di una prova pratica valutativa per il conseguimento delle lauree abilitanti, nonché le modalità di svolgimento del tirocinio pratico-valutativo il cui superamento sarà obbligatorio. I regolamenti dovranno anche disciplinare le modalità di svolgimento e di valutazione della prova pratica valutativa nonché la composizione della commissione giudicatrice. Quest'ultima dovrà essere integrata da professionisti di comprovata esperienza designati dagli ordini professionali.
Al termine dell'approvazione del provvedimento da parte delle competenti Commissioni di Montecitorio, il Consiglio nazionale degli Architetti già si era espresso con favore rispetto al cambiamento che potrebbe essere innescato relativamente all'abolizione dell'esame di stato.
«L'esame di laurea diventerà coincidente con l'esame di stato, e quindi semplificherà e velocizzerà l'accesso al mondo del lavoro da parte dei laureati, con un effettivo miglioramento qualitativo del titolo di studio universitario, grazie in particolare all'introduzione del tirocinio obbligatorio», scriveva il Cnappc sul proprio sito in riferimento ai contenuti del provvedimento. «Per il Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, l'approvazione di questa legge rappresenterà - recitava ancora la nota - non solo l'occasione per intervenire sul funzionamento del sistema universitario e sull'avvio all'esercizio della professione, ma anche un progetto di investimento sulla formazione e la professione degli architetti».
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