Un campus universitario ecologico e a zero emissioni, per un progetto di rigenerazione urbana che include servizi ecosistemici, un programma edilizio coerente con il piano urbanistico della città e nuovi landmark da collocare nelle aree verdi. Si presenta così il progetto vincitore del concorso internazionale di idee per la riqualificazione dell'area Mirafiori Sud a Torino.
A vincerlo è il giovane architetto Guido Maurizio Urbani, fondatore dello studio Urban Horizon, vincitore, nel 2016, del concorso (sezione giovani) per il parco connesso al deposito nazionale di rifiuti radioattivi e, nel 2021, della competizione per un centro ricerche zero spreco, per il recupero dei rifiuti ad Arezzo.
Il concorso per l'area Mirafiori era stato bandito da Siat - Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino con la Camera di commercio di Torino, Cnh Industrial, il gruppo Bertone Sant'Anna immobiliare e la fondazione della Comunità di Mirafiori. Restituire vitalità al quartiere Mirafiori Sud attraverso l'insediamento di un campus universitario con residenze, zone studio e laboratori, aree verdi e per lo sport a integrazione della prevista edificazione di edifici ad abitazione e commerciali. Era questa la principale sfida lanciata attraverso la competizione internazionale di idee aperta a studenti e professionisti.
La proposta vincitrice integra gli obiettivi, il programma e le prestazioni ambientali richieste dal bando all'interno di una progetto urbano che prevede la sostituzione quasi totale dei capannoni industriali dismessi, recuperati solo in parte per ospitare alcuni servizi per il campus ed il quartiere. Il progetto punta a dare la massima priorità alla mobilità sostenibile, dilatando lo spazio pubblico che si prevede possa raggiungere il 70% della superficie totale dell'area. Altro pilastro della proposta è la presenza di un ambiente naturale che possa favorire stili di vita più sani. Una cintura arbustiva-alberata è pensata come collegamento paesaggistico con il parco Colonnetti e una nuova area edificata.
Il progetto accoglie le sfide ambientali, e anche sociali, di cui responsabilmente ogni intervento sulla città dovrebbe farsi carico. Mitigazione del clima, gestione delle acque, qualità dell'aria, gestione degli spazi verdi, equità sociale e coesione, salute pubblica e benessere, sono gli obiettivi perseguiti attraverso soluzioni nature-based.
«La creazione di urban carbon sink, la piantumazione di due ettari di nuovi alberi massimizzerà il sequestro del carbonio e genererà ossigeno migliorando la qualità dell'aria. Con 5,5 ton per ha/a di fattore di assorbimento di CO2 si arriva a circa 11 t/anno di CO2 assorbita», spiega Urbani. «Il miglioramento della biodiversità - continua - può essere ottenuto piantando o seminando specie arboree e arbustive autoctone, oppure modificando l'orografia del suolo». Ampio impiego di fonti rinnovabili ed edifici Nzeb, spazi per lo stoccaggio dell'acqua piovana sono parte integrante della strategia progettuale.
Architetture open-air e installazioni sono concepite come dispositivi di attivazione degli spazi pubblici. Urbani inventa quattro installazioni, diverse per funzioni, ciascuna utilizzabile in diversi momenti della giornata, adatte ad un pubblico vario e vasto. Una delle installazioni, battezzata Collective study station, di forma quadrangolare, ospita sedute attrezzate per lo studio all'aria aperta, dotate di apparati informatici ed alimentatori. Il fabbisogno elettrico di ogni stazione è assicurato da un impianto fotovoltaico e un ricevitore wi-fi su ogni postazione.
La Spiral walk è invece un percorso elicoidale che permette di godere di una vista panoramica sull'intero settore urbano. C'è poi l'hub per la micromobilità, costituito da una copertura pentagonale e dotato di una rimessa per le biciclette. Infine, un'installazione con gradini affinché lo spazio pubblico si trasformi facilmente in un luogo per eventi culturali o semplicemente d'incontro.
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