Da ex brefotrofio, destinato ad accogliere i neonati abbandonati, a punto di riferimento per le nuove generazioni di studenti pugliesi, e non solo. Rinasce così Palazzo Frisini, simbolo della memoria collettiva che, con la sua nuova funzione, ambisce a diventare un fulcro della vita studentesca tarantina, contribuendo all'offerta sociale e culturale della città.
Ad aggiudicarsi il concorso - bandito lo scorso novembre da ADISU Puglia - è lo studio napoletano Corvino+Multari, con un progetto che, senza stravolgere i tratti peculiari dell'edificio, immagina un grande contenitore, pensato in primo luogo per la comunità di studenti - con spazi di studio e aree comuni e collettive - ma con la volontà di aprirsi alla cittadinanza, disegnando spazi accessibili e flessibili, pronti ad accogliere le necessità che andranno via via delineandosi.
Per lungo tempo in stato di abbandono, dopo aver ospitato per alcuni anni anche le aule del Liceo Ferraris, il progetto di Corvino+Multari, sfruttando la configurazione dell'edificio - con diversi ingressi sui fronti stradali - crea un piano terra aperto, con servizi collettivi disposti lungo la grande corte centrale.
Allo stesso modo, al piano copertura, una terrazza urbana con giardini pensili, accessibile dall'esterno, consentirà lo svolgimento di attività ricreative e culturali, supportate dalla vicina presenza di attività consolidate o in via di definizione come lo storico Mercato Comunale Fadini, i giardini storici della Caserma Mezzacapo, il progetto multisala Savoia, la nuova Città della Musica in costruzione e le nuove linee di trasporto urbano recentemente attivate.
La posizione privilegiata in una delle zone più frequentate di Taranto, fa sì che Palazzo Frisini diventi un nuovo tassello strategico per la città dimostrando, come già accaduto per l'ex Cassa Mutua Artigiani a Brindisi, che il diritto allo studio può diventare il volano per il recupero di edifici storici e per la conseguente rigenerazione urbana di pezzi di città.
Conservare la storia di un edificio, scrivere un nuovo capitolo
La rifunzionalizzazione dello storico edificio apre quindi un nuovo capitolo per Palazzo Frisini: nessuno stravolgimento formale, ma solo un ripensamento della distribuzione per consentire la convivenza armonica delle funzioni.
La sua storia costruttiva è palesata, ben leggibile a partire dalla scelta dei materiali, che fa emergere le integrazioni contemporanee nelle murature preesistenti.
Il nuovo studentato, per un totale di 90 posti letto, trova spazio lungo il perimetro esterno, con affaccio sui fronti strada, mentre quello sulla corte è destinato alle funzioni collettive di studio, incontro e consultazione di studenti e loro ospiti.
La grande piazza protetta, al piano terra, è un luogo per ritrovarsi e sperimentare la socialità, con una caffetteria posta in posizione baricentrica e spazi di contorno dedicati all'arte, alla lettura, arti multimediali, spazi coworking, aule laboratoriali immaginate come luoghi di fruizione quotidiana, non legati a specifici eventi.
Il primo e secondo piano sono, invece, interamente dedicati agli studenti, organizzati in 4 cluster (due per piano), ciascuno con un piccolo spazio dedicato con area relax e spazi di condivisione. Non mancano, poi, le aree per il benessere psico-fisico, con la previsione di spazi per il fitness, la musica, il teatro e lo svago.
All'interno gli arredi sono modulari, per lasciare libertà di configurazione dello spazio agli studenti che li abiteranno.
L'attenzione alla sostenibilità si manifesta in primo luogo negli interventi di efficientamento dell'involucro, che nelle mezze stagioni prevede l'utilizzo delle sole strategie passive, e nell'utilizzo di materiali a base di legno di canapa e calce, un nuovo approccio da eco-risanamento, che combina materiali rinnovabili a basse emissioni di carbonio con eccellenti prestazioni termoigrometriche.
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