4 i giovani architetti, 40 i giorni di viaggio, 20 le città, 11 gli stati, 40 le opere di Renzo Piano Building Workshop visitate e 180 quelle di altri celebri progettisti. Questi sono solo alcuni dei numeri utili a descrivere il sorprendente itinerario appena percorso da Nicholas, Manuel, Alberta e Joseph per la quarta edizione del Renzo Piano World Tour.
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Roma, agosto 2022 - Immaginate quanti differenti stati d'animo hanno accompagnato Nicholas, Manuel, Alberta e Joseph. Prima l'entusiasmo: venire selezionati nel 2020 per una delle più interessanti esperienze che un giovane laureato in architettura possa immaginare. Poi la paura: veder arrivare una pandemia, vedere il mondo fermarsi, e con lui i propri progetti futuri. Dopo, l'attesa: due lunghissimi anni come sospesi, a capire le sorti, a capire se, come e quando il tanto agognato World Tour sarebbe partito. E infine la sorpresa: l'adrenalina del sapere che il 30 giugno 2022, da Parigi, finalmente il viaggio avrebbe preso inizio.
Un viaggio che, per questa edizione post pandemica e a causa di motivi logistici ancora legati alla particolare condizione sanitaria globale, invece di spingersi anche in Asia, Stati Uniti e Oceania il RPWT si è concentrato sull'Europa, con una tappa in Uganda, Africa, dove i quattro ragazzi hanno visitato il Centro di eccellenza di chirurgia pediatrica di Emergency.
Differente quindi come itinerario rispetto alle passate edizioni (in primis per miglia aeree percorse e fusi orari evitati) ma ugualmente ricco di spunti, intellettuali, emotivi, culturali. Umani. Anzi, forse - e i ragazzi lo hanno confermato - anche migliore, perché ha consentito loro una messa a fuoco sul panorama della storia dell'architettura europea, da cui non si finisce mai di imparare. Qualche nome? Le Corbusier, Auguste Perret, Gerrit Rietveld, Hendrik Petrus Berlage. Ma anche Tadao Ando, Jean Nouvel, Dominique Perrault, Christian de Portzamparc, Toyo Ito, Peter Zumthor, Mvrdv, Richard Rogers, Frank Gehry, Rafael Moneo.
Un patrimonio che è espressione dell'arte del costruire, manuale di storia dell'architettura in scala 1:1 da osservare, indagare, percorrere, vivere. "Un'esperienza - ha dichiarato a tal proposito Milly Rossato Piano, direttrice dei programmi educativi e della conservazione della Fondazione - nata proprio perché i ragazzi potessero, visitando gli edifici, carpire aspetti che non si possono cogliere a distanza. Visitare un edificio è un'esperienza insostituibile, nonostante l'accesso alle informazioni oggi sia molto agevole."
Un percorso di scoperta spaziale che ha fatto porre loro le giuste domande. Le risposte poi, avranno tutto il tempo di arrivare.
Su Facebook e Instagram, strumenti che hanno usato come vero e proprio diario di viaggio, Nicholas, Manuel, Alberta e Joseph raccontano: "Attraverso questa esperienza abbiamo imparato molto, non solo dall'architettura. Abbiamo imparato dalle persone che hanno costruito quelle architetture, dalle persone che hanno vissuto l'architettura. Abbiamo imparato guardando l'architettura e vivendo gli spazi, ma soprattutto abbiamo imparato gli uni dagli altri. Ci piaceva sederci dopo aver visitato architetture e parlare di ciò che avevamo visto, dando i nostri punti di vista, sentimenti positivi ma anche negativi. Ci mancheranno sicuramente quei momenti. Anche se non ci conoscevamo, la nostra passione per l'architettura ha creato subito un forte legame tra di noi."
Il Renzo Piano World Tour 04, in sintesi
30 giugno > 7 agosto
Parte #1: Francia, Germania, Olanda, Norvegia, UK
Promosso dalla Fondazione Renzo Piano, in collaborazione con la Fundación Botín, Selvaag Gruppen, Vitra Design Foundation, ProViaggiArchitettura e professionearchitetto.it, Il RPWT 2022 non poteva che iniziare dalla Ville Lumière, con la visita allo studio parigino del Renzo Piano Building Workshop in rue des Archives - una sorta di benedizione necessaria da ricevere prima della partenza - e alle numerose opere che l'architetto genovese ha realizzato qui negli anni, tra cui il Beaubourg, la Fondation Jérôme Seydoux-Pathé, il neonato campus dell'École Normale Supérieure Paris-Saclay e il cantiere per la ristrutturazione di un edificio del 1927, considerato, all'epoca, il più bel cinema d'Europa.
Ma anche esempi come l'Opera Garnier e la strepitosa Bourse de Commerce, nuova sede della Fondation Pinault (che dopo Punta della Dogana di Venezia, ha scelto nuovamente la collaborazione creativa di Tadao Ando). Abbandonata Parigi, i ragazzi si sono spostati in Germania, destinazione Colonia. Qui, hanno potuto sperimentare gli spazi particolarmente contemplativi dell'antidivo Zumthor, la sua Bruder Klaus Field Chapel e il Kolomba Museum. Via via poi in Olanda, senza fermarsi, diretti ad Amsterdam prima e Rotterdam poi, alla scoperta delle sorprendenti e mai banali architetture degli MVRDV e OMA. Ma anche del museo della scienza e tecnologia Nemo, realizzato da RPBW ormai nel lontano 1997. Il viaggio prosegue, ripassando per Berlino con la maestosa cupola del Reichstag di Richard Rogers, la Neue Nationalgalerie di Mies Van der Rohe e il Neues Museum di David Chipperfield, senza far mancare una tappa a Potsdamer Platz e alla Debis Tower di Piano, 106 metri di altezza ricoperti in vetro e terracotta con un impressionante atrio di 7 piani.
Da Berlino a Oslo. La capitale norvegese è in fermento e gli esempi di architettura contemporanea qui sono numerosi. Si inizia dal Munch Museum, opera recentissima, del 2021, che porta la firma di estudio Herreros: situato sul lungomare, consiste in un museo verticale che riunisce non solo la collezione di Edvard Munch ma anche una serie di spazi espositivi flessibili, collegati attraverso una serie di scale mobili sulla facciata anteriore - costituita da un complesso sistema di pannelli in alluminio perforato - che offrono una vista panoramica della e sulla città. Si prosegue all'Astrup Fearnley Museum, edificio di RPBW completato nel 2012, diviso in due dall'acqua, che si estende verso l'esterno nel fiordo, collegando natura e fruizione urbana. Immancabile l'iconica Opera House di Snøhetta, il grande iceberg di granito bianco interamente percorribile che sembra emergere dal porto e SNØ Oslo, immenso edificio con all'interno piste artificiali da sci e da fondo.
Il tour prosegue direzione Londra. Le cose da vedere nella capitale britannica non mancano: il cantiere a Paddington Square, il cui completamento è previsto entro la fine dell'anno, un cubo bianco luminoso nel mezzo del tessuto urbano londinese. L'edificio è multifunzionale con una nuova fermata della metropolitana alla base, fiancheggiata da una piazza che crea un nuovo ingresso per Paddington Station e un rooftop pubblico panoramico collegato con un ascensore separato direttamente dalla piazza. Sempre di RPBW lo Shard, ma anche la Tate Modern di Herzog e De Meuron, la O2 Arena di Foster & Partners e il Serpentine Pavilion di Theaster Gates.
Parte #2: Spagna, Grecia, Turchia
Ci si sposta ancora, ormai i ragazzi sono praticamente a metà dell'itinerario. Arrivano nella caldissima Spagna: prima a Santander, per il Centro Botin, opera di Rpbw del 2017 vista oceano, poi a Bilbao, per il Guggenheim Museum di Frank Gehry (1997) e l'Alhondiga cultural center di Philippe Starck (2010). E infine a San Sebastián, sulla costa nord, per visitare l' Auditorium Kursaal e Centro Congressi di Rafael Moneo (1999) "Un progetto che tutti noi avevamo studiato alla scuola di architettura - raccontano su Facebook - non eravamo preparati per quanto sarebbe stato drammatico e speciale lo spazio interno, con la grande scala e i due corpi "luminosi" in vetro traslucido e legno".
La scoperta del Mediterraneo continua, con l'arrivo ad Atene. Quanta bellezza al Museo dell'Acropoli di Bernard Tschumi. Massiccio, forte e robusto, l'edificio tenta di sfruttare la forza e la presenza dell'Acropoli che si trova di fronte, pur essendo sensibile alle rovine sottostanti. L'uso di pavimenti in vetro e piccole nicchie offrono scorci delle rovine e dei manufatti, mentre le interruzioni del sistema dovute all'archeologia del sito formano una regolarità irregolare che aggiunge dinamismo alla pesante costruzione. E quanta potenza, architettonica e paesaggistica, nella Stavros Niarchos Foundation a Kallithea, complesso culturale vista mare e parco pubblico di 170mila mq completato da RPBW nel 2016. Un edificio, che a detta dei ragazzi, ha la sorprendente capacità di creare esso stesso una nuova topografia.
Istanbul poi è una città piena di vita. E di storia. Nicholas, Manuel, Alberta e Joseph qui hanno esplorato l'Istanbul Museum nello storico quartiere Beyoğlu, progetto museale under construction (ma in fase di ultimazione) di RPBW, un volume metallico, sobrio che nulla toglie alle moschee e alle fontane che circondano l'edificio. Ma anche il Grand Bazaar, Santa Sofia, la Moschea Blu, il Palazzo Topkapi così pieni di dettagli, colori, materiali, decori, ceramiche e luce naturale. Ma soprattutto l'incredibile Basilica Cisterna, dell'imperatore bizantino Giustiniano I, struttura ipogea appena riaperta dopo quattro anni di restauri firmati da Atelye 70, Insula e Studioillumina. Un luogo magico, composto da 336 colonne, alte 9 metri e disposte su dodici file. I capitelli sono una mescolanza di stili, frutto di spoliazione e riutilizzo di materiali provenienti da altri siti: 98 colonne sono in stile corinzio, le altre sono in stile dorico. Ogni colonna, ogni pietra racconta una storia diversa. Dopo la visita Alberta ha scritto "L'acqua all'interno riflette lo spazio. Lo spazio sembra quindi non avere né limiti né confini. Ci sono spazi che, secondo me, possono comportare altre dimensioni e mondi e questo è sicuramente uno di questi."
È già tempo di ripartire - dall'aeroporto di Grimshaw, Nordic, and Haptic, 2016 - direzione Uganda.
Parte #3: Uganda, Svizzera, Italia
Nessuno dei ragazzi è mai stato nel continente africano, per cui l'emozione è particolarmente grande. Ad Entebbe hanno visitato il Children Hospital di Emergency, Centro di eccellenza di cardiochirurgia pediatrica aperto nel 2020, nato dalla volontà di Gino Strada e realizzato grazie a RPBW in collaborazione con TAMassociati e la Building Division di EMERGENCY, Milan Ingegneria, Prisma Engineering, Franco e Simona Giorgetta - Architetti paesaggisti e GAE Engineering. Un progetto che mette il benessere delle persone al centro, convinto che una buona architettura, uso del verde e di tanta luce naturale abbiano il potere di velocizzare guarigioni e degenze.
Un aereo perso direzione Italia non ha reso possibile la visita la cantiere del Children's Hospice di RPBW che sta per essere completato a San Lazzaro (Bologna). Diretti a Torino allora, per conoscere, sempre di Piano, la torre alta 166 metri con giardino in quota di Intesa Sanpaolo (2015) e il progetto di restauro e ampliamento del Lingotto Factory (lo stabilimento Fiat originale datato 1922 è di Giacomo Mattè-Trucco): un intervento che ha creato uno spazio multiuso, sale lineari e aperte e nuovi spazi che si affacciano sull'iconica pista di prova sul tetto.
Un treno attraverso i paesaggi alpini li porta poi dal Piemonte alla Svizzera, destinazione Losanna, pittoresca città dalla topografia estrema: costruita a strati, crea un labirinto di condizioni in sezione che è incredibile. Immancabile la visita al Rolex Learning Centre di SANAA (2010) esempio perfetto di decostruzione del piano orizzontale e alle prospicienti architetture lineari in legno "Under one roof" di un altro giapponese, Kengo Kuma. Due i musei visitati, il rigoroso e ritmato Museo Cantonale delle Belle Arti di Barozzi Veiga e il Musée de l'Elysée di Aires Mateus.
Ad impressionare i ragazzi però un'opera in particolare, attualmente in fase di costruzione (sarà pronta nel 2023): l'ampliamento della sede del Cern, a Ginevra, lo Science Gateway Building di RPBW, tre padiglioni e due "tubi" collegati tra loro da un ponte sopraelevato. Di questa raccontano "Visitando il sito in questa fase della costruzione, abbiamo potuto vedere tutti gli spazi e gli elementi prendere forma, ma con abbastanza elementi rimanenti per poter discutere questioni relative alle sezioni delle pareti, alle attrezzature tecniche, ecc.."
Dalla scienza all'arte. A Berna e Basilea l'itinerario continua con un focus sugli iconici apparati museali realizzati qui negli anni da Renzo Piano, contenitori da ammirare tanto quanto il loro contento: il Zentrum Paul Klee (1999-2005) e la Fondazione Beyeler (1991-1997). Due opere in cui acqua, natura e luce giocano un ruolo primario nella fruizione e contemplazione dell'arte.
Sempre via treno i ragazzi arrivano al celebre Vitra Campus, a Weil am Rhein, con architetture di Ando, Buckminster Fuller, Gehry, Grimshaw, Hadid, Herzog & de Meuron, Sanaa, Shinohara e Siza ( ma anche il giardino di Piet Oudolf, pieno di fiori e api). "Da un padiglione all'altro: architetti diversi, materiali diversi, epoche diverse... Il campus è davvero un piccolo paradiso."
A Rochamp, sono accolti dalla Chapelle Notre Dame du Haut di Le Corbusier (1950-1955) e dal Monastère Sainte Claire (i dormitori per le suore che RPBW ha realizzato li accanto, tra il 2006 e il 2011).
Manca ormai pochissimo. Nel giorno 38 di questo lungo percorso di scoperta, il Renzo Piano World Tour giunge a Roma. Ad accoglierli presso l'Auditorium Parco della Musica, Massimo Alvisi, che quest'opera l'ha vista nascere. Passando per il Maxxi di Zaha Hadid, il Pantheon e Villa Adriana a Tivoli i ragazzi terminano il loro viaggio all'Aquila, vistando l'Auditorium del Parco di RPBW, struttura in legno realizzata dopo il sisma del 2009 e la filiale del Maxxi l'Aquila.
Il 7 agosto questo lungo itinerario si è concluso. "È stato bello perdersi tra le architetture, le storie, i silenzi, i rumori, gli spazi, le persone e la vita delle città." concludono i ragazzi. "Non c'è niente di più bello che guardare gli edifici ed essere stupiti, con il desiderio di immaginare e imparare... realizzare il potere che l'architettura ha nella vita umana. Con gli occhi pieni di bellezza, è giunto il momento di salutarci, consapevoli che i ricordi che abbiamo fatto in questo viaggio rimarranno per sempre parte del nostro bagaglio. Saremo sempre infinitamente grati alla Fondazione, a Milly e Renzo Piano per questa immensa opportunità!"
Partecipanti
Nicholas Ryan Coates dalla Oslo School of Architecture and Design (Norvegia), Manuel Bouzas dalla Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Madrid (Spagna), Alberta Benedetti dallo IUAV, l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia e Joseph de Metz da l'École Nationale Supérieure d'Architecture Paris-Malaquais (Francia).
La Fondazione Renzo Piano
La Fondazione è stata costituita a Genova nel 2004. È un'istituzione no-profit dedicata alla promozione della professione di architetto, che esercita attività di studio e ricerca nel campo dell'architettura. Il programma della Fondazione Renzo Piano si articola in diverse attività: conservazione e valorizzazione dell'archivio, formazione e divulgazione. La sua nascita si deve anche alla consapevolezza di quanto fossero diventate importanti la conservazione e la reperibilità dei documenti di progetto accumulati in quarant'anni di lavoro. Tra le attività legate al filone della formazione, vi è la promozione di una serie di stage presso gli uffici del Renzo Piano Building Workshop di Genova e Parigi. Gli stage, di durata semestrale, sono interamente finanziati da una borsa di studio messa a disposizione dalla Fondazione stessa, ma sono le Università coinvolte (alcune tra le più importanti al mondo) a scegliere di volta in volta, secondo criteri suggeriti dagli studi RPBW, gli studenti più meritevoli.
RENZO PIANO WORLD TOUR 2022
promosso da Fondazione Renzo Piano, Fundación Botín, Selvaag Gruppen, Vitra Design Foundation, in collaborazione con ProViaggiArchitettura e professionearchitetto.it
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#RPWT.2022 - Renzo Piano World Tour Award 2022
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