Per l'hotel Hubertus a Valdaora, in Alto Adige, noa* network of architecture aveva realizzato un'iconica e sorprendente piscina a sbalzo, ora per lo stesso complesso ricettivo lo studio altoatesino (con sede anche a Milano e Berlino) termina un altro progetto: una spa "aggrappata" ad una nuova piattaforma sospesa dando vita ad una sorta di villaggio capovolto che trae ispirazione dal paesaggio circostante.
«Dall'osservazione del paesaggio circostante riflesso nelle acque della piscina ha preso vita l'idea compositiva: materializzare ciò che si vede specchiato sulla superficie dell'acqua, come se l'immagine fosse una rappresentazione fugace pronta ad essere convertita in realtà. È un concept che gioca con la linea dell'orizzonte, con il concetto di dritto e capovolto, con i punti di vista», rivela lo studio in una nota.
Fotografie di © Alex Filz
«L'essenza di questo progetto - precisa Lukas Rungger, architetto a capo del progetto e cofondatore dello studio noa* - è il ribaltamento degli orizzonti, con il conseguente effetto di stupore per l'osservatore. Se però ci si pensa, il cambio di prospettive è un esercizio molto comune nelle aree benessere, dove, a seconda che sia stia sdraiati in sauna, seduti nell'area relax, o immersi a testa in giù in piscina, le viste cambiano continuamente».
Fotografie di © Alex Filz
Il centro benessere si stacca dal corpo principale della struttura per collocarsi su una piattaforma a sbalzo, posta a 15m rispetto al livello del terreno e sorretta da due pilastri rivestiti in tronchi di larice, analoghi a quelli che ritmano il prospetto retrostante. È raggiungibile attraverso una passerella sospesa, un parallelepipedo vetrato che accoglie fino a 27 persone. Sulla piattaforma, singole microstrutture dal tetto a capanna ospitano il programma funzionale su due livelli. Elemento di sorpresa è il livello inferiore della piattaforma, dove l'orizzonte subisce una rotazione di 180° e le capanne sembrano ancorate a testa in giù.
Fotografie di © Alex Filz
«Il livello inferiore della piattaforma provoca nell'osservatore una sensazione di straniamento. Mentre si scende, la temperatura sale e l'ambiente diventa più protetto. Sembra una discesa nel centro della terra, con il conseguente ribaltamento dei poli», riassume Gottfried Gruber, architetto e supervisore del progetto.
Fotografie di © Alex Filz
«La decisione di lavorare con i tetti a doppia falda rovesciati è una scelta motivata da ragioni formali e funzionali: da una parte, il desiderio di riproporre l'architettura di un villaggio montano, dall'altra, l'esigenza pratica di allocare nel tetto capovolto l'impianto di depurazione dell'acqua nel caso della piscina, e le gradinate dove sedersi nel caso della sauna. Inoltre, lo sfalsamento delle capanne e l'orientamento alternato dei colmi permettono una vista a 360° sul paesaggio, vero protagonista del progetto», riferisce ancora lo studio noa*.
Fotografie di © Alex Filz
Pannelli in alluminio dalle tonalità brune naturali rivestono le singole cabine così come lo spessore del solaio, formato da una struttura di travi portanti in acciaio. Anche le lamelle che schermano le vetrate sono dello stesso materiale e tinta. I pavimenti sono in ceramica beige chiaro, mentre nella sala relax il pavimento è in legno di rovere oliato bianco. I colori ripropongono quelli del paesaggio montano.
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