Bari, da manifattura tabacchi a maxi-polo per la ricerca: al via i lavori del progetto nato dal concorso del 2016

A luglio 2016 erano stati proclamati i vincitori: al primo posto si posizionava il progetto «Non più fumo» della cordata di progettisti guidati da Giovanni Vincenti con Galantino associati, lo studio tecnico Cnc, la società di ingegneria I&S, Giuseppe e Carolina Cusatelli, Riccardo Campanale, Alessandro Melcore e Michele Notaristefano. Il team ha sviluppato il progetto fino all'esecutivo e ora sono stati aggiudicati i lavori. Si avvicina al traguardo del cantiere il progetto per la riqualificazione della manifattura tabacchi di Bari, nato da un concorso di idee indetto nel 2016 da Invimit, società partecipata al 100% dal ministero dell'Economia, e dal Comune di Bari.

L'ex opificio, pregevole esempio di architettura industriale sorto nel 1913 nel quartiere Libertà, si prepara ad essere trasformato nella nuova sede dell'area ricerca del Cnr di Bari, che occuperà una porzione del complesso immobiliare.

Il nuovo campus ospiterà 180 laboratori di sperimentazione e 850 ricercatori, oltre a locali di supporto alla ricerca, centri di elaborazione dati e serre per sperimentazioni nel settore delle scienze agrarie. Il progetto prevede anche interventi sulle aree aperte di sosta e ristorazione con implementazione di moduli fotovoltaici: l'intero isolato diventerà dunque un polo multifunzionale di ricerca e di attrazione internazionale.

Render, progetto vincitore del concorso 

Al suo interno si svolgeranno attività di ricerca ma anche di formazione e consulenza tecnologica alle imprese, nonché attività di disseminazione e sensibilizzazione alle discipline Stem (Science, Technology, Engineering e Mathematics) rivolte alle scuole e alla comunità.

Oltre all'aggiudicazione dei lavori (al raggruppamento costituito da Sac Società appalti costruzioni e Edil Alta) arrivata con determina dello scorso 28 settembre, un altro traguardo importante per il passaggio dalla carta al cantiere è rappresentato dai fondi del Piano nazionale per gli investimenti complementari (Pnc) al Pnrr. 

L'ex manifattura, prevalentemente di proprietà del Fondo i3 Università (gestito da Invimit Sgr) e in parte del Comune, è infatti destinataria di un contributo di 20 milioni di euro derivante dai fondi del Pnc. Ad agosto, l'iniziativa, candidata dalla Sgr in partenariato con il Cnr e il Comune di Bari, è infatti arrivata prima su 27 progetti di innovazione nella ricerca nel Sud Italia ammessi definitivamente al contribuito dall'agenzia per la Coesione territoriale e dal ministero del Sud.

Render, progetto vincitore del concorso 

Il progetto interessa ben otto corpi di fabbrica del grande compendio con i relativi cortili, tra cui anche la centrale di produzione di calore e del vapore, con la ciminiera ancora presente. Questo sarà l'unico edificio ad essere ampliato e rivisitato. «Continuerà a rivestire un ruolo strategico nell'economia funzionale dell'intervento e sarà connesso a tutti i livelli con i corpi prospicienti (F e B) attraverso passaggi aerei e ospiterà al piano interrato quasi tutte le centrali tecnologiche mentre, ai piani superiori saranno allocate funzioni comuni all'intera struttura di ricerca quali il Ced, la biblioteca, le aule seminari, le aree break e le direzioni», si legge nella relazione che accompagna l'esecutivo.

I diversi edifici su cui si interviene sono stati «progettati all'epoca per accogliere attività produttive e di stoccaggio che esigevano grandi spazi liberi», si apprende ancora dalla relazione. E ciò consente oggi di organizzare gli spazi in modo flessibile rispondendo in modo puntuale alle esigenze del Cnr.

Ponte di collegamento al corpo D, render progetto definitivo

Il progetto prevede importanti interventi di valorizzazione e di consolidamento dell'esistente, come il restauro della grande scala monumentale del corpo F,  la conservazione di tutte le volte a crociera, il risanamento delle facciate, il recupero dei manufatti in ferro e ghisa, oltre alla conservazione dell'impianto strutturale murario e in calcestruzzo armato che comporta interventi generalizzati di ripristino e rafforzamento. Torneranno a nuova vita anche le capriate metalliche.

L'integrazione tra rete impiantistica e scelte architettoniche è un punto molto complesso affrontato dai progettisti. Le due aree destinate all'impiantistica sono rappresentate dal grande volume interrato, con la maggioranza dei locali deputati, e il solaio di copertura, per i sistemi integrati di solare e fotovoltaico. 

Vista interna del corpo D ristrutturato, render progetto definitivo

I due ampi cortili costituiscono il cuore della struttura. Su di essi si affacciano i laboratori e gli uffici e consentiranno di collegare in modo più diretto i vari blocchi. Ospiteranno tre piccole serre funzionali alle attività degli istituti di ricerca e saranno ravvivate da nuovi spazi verdi, come espressamente richiesto dalla Soprintendenza. A collegare i vari corpi vi saranno ponti pensili in acciaio e vetro.

Da cronoprogramma, i lavori devono essere avviati entro il 31 dicembre 2022 per terminare entro il 30 giugno 2026

di Mariagrazia Barletta

 

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