Volumi tradizionali, risalenti ai primi del '900, al servizio della contemporaneità: è questa la nuova dimensione della vecchia masseria del Borgo della Mistica, da anni abbandonata, trasformata grazie al recente intervento di Benjamin Gallegos Gabilondo e Marco Provinciali, fondatori dello studio romano Supervoid.

A dominare la scena, nella distesa dell'agro romano fatto di colline e ulivi - per anni rappresentato e celebrato nel Grand Tour dei grandi intellettuali - è il colore rosso intenso delle facciate esterne, enfatizzazione del tipico colore delle tradizionali cascine che, riflesso sullo specchio d'acqua - anch'esso parte dell'intervento - esalta l'atmosfera di quiete dell'intero progetto.

foto: © Giorgio De Vecchi | gerdastudio

Uno scenario noto che oggi, grazie a una committenza privata, volta pagina e apre un nuovo capitolo. La struttura, così rinnovata, ospita infatti una cantina vinicola, un ristorante biologico e un'area per eventi di varia natura, dove le soglie di ingresso, dilatate verso l'esterno, offrono spazi accessibili, permeabili e flessibili a seconda delle esigenze.

Potremmo dire un ritorno alle origini in nuova forma: odori e sapori della campagna, un tempo prodotti nell'antica masseria, ricompaiono, ma rielaborati e direttamente nel piatto di chi, per qualche ora, decide di allontanarsi dal caos della città.

Intreccio tra rurale, storico e contemporaneo

L'intervento si inserisce all'interno di un più ampio atto di riqualificazione rurale, in un mix di suggestioni plurali e contrastanti che vede oggi convivere rovine archeologiche, insediamenti industriali non pianificati, grandi infrastrutture, patrimonio agricolo e nuovi usi pubblici.

Il sito di progetto si situa, infatti, all'incrocio di due sistemi impiantistici: da un lato quello viario radiale delle vie consolari e della circonvallazione principale; dall'altro quello idrico, con la maestosa presenza dell'antico acquedotto Alessandrino.

foto: © Giorgio De Vecchi | gerdastudio 

Tenendo integre le geometrie dei volumi originari, come richiesto dalla Sovrintendenza, il progetto di Supervoid si concentra sul recupero delle coperture, sui percorsi esterni e sull'estetica degli interni.

Tra i quattro corpi di fabbrica viene inserito un portico rettangolare di 110 x 55 metri - tipologia ricorrente nell'architettura storica romana - che, raccogliendo i frammenti del paesaggio, si pone come elemento ordinatore per definire un nuovo cortile, che assume l'aspetto di giardino raccolto per l'incontro e la socialità.

Gli interni, caratterizzati da un'estetica minimale ed elegante, mostrano le capriate in legno a vista, una pavimentazione in cemento industriale e gli arredi fissi, come il bancone del bar - progettati su misura da Supervoid - con finiture in metallo zincato.

Nel complesso, l'intero progetto pone l'accento sul contrasto passato-presente, con la volontà di affermare la propria identità di "casa in campagna" aperta a chi, per qualche ora, vuole prendere una boccata d'aria lontano dalla frenesia e dal traffico di Roma.

foto: © Giorgio De Vecchi | gerdastudio

 CREDITI DI PROGETTO 

Progetto: SUPERVOID | Benjamin Gallegos Gabilondo, Marco Provinciali
Collaboratori: Maria Vittoria Mondelli
Cliente: Privato
Luogo: Roma
Tipologia: rifunzionalizzazione in ambito rurale
Anno: 2017 - 2022

Foto: © Giorgio De Vecchi | gerdastudio

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