Storia e patrimonio, paesaggio e cultura che si intrecciano per rinnovare un monumento storico dal grande valore estetico e simbolico del territorio.
È questo il destino auspicato per il Castello ducale Orsini-Ottoboni, sulla base del concorso bandito lo scorso agosto dal Comune di Fiano Romano - attraverso la neonata piattaforma CAN - per invitare i progettisti ad immaginare un nuovo futuro per il complesso.
L'obiettivo? Un "Centro per le arti e la cultura", da destinare non solo ai visitatori occasionali dell'area, ma soprattutto alle fasce più giovani della popolazione locale.
La giuria - composta da Giancarlo Curcio (presidente), Edoardo Currà, Alfonso Giancotti, Raffaella Rocchetta, Valentina Vacca, Alessandro Coen e Giuliana Colucci - ha scelto di premiare il progetto del giovane team di Giorgia Colombo (capogruppo), Michele Grazzini e Andrea Tonazzini caratterizzato da una proposta che, in punta di piedi e nel rispetto dei principi del restauro conservativo, è stata capace di ristabilire l'ordine definendo, con gesti decisi e ben ponderati, la nuova configurazione.
Dominando la valle del Tevere, il Castello ducale si inserisce in un territorio suggestivo quanto fragile, caratterizzato dalla mescolanza di campagna e resti archeologici millenari che descrivono uno scenario unico nel suo genere.
La creazione del "Centro per le arti e la cultura" trae, dunque, ispirazione delle potenzialità del luogo e dall'analisi delle stratificazioni che dal Medioevo, passando per gli interventi rinascimentali (Orsini) e quelli tardo seicenteschi (Ludovisi-Ottoboni), sono arrivate fino a metà Novecento, lasciando in eredità un edificio splendido ma in stato di parziale abbandono.
Il progetto cerca innanzitutto l'equilibrio tra le parti del manufatto, per metà occupato da classi della scuola elementare, biblioteca comunale, farmacia, sala conferenze e sedi di associazioni locali, focalizzando l'attenzione (come richiesto dal bando) sulle aree più critiche del secondo piano e della torre circolare per ricucire il tutto con il ripensamento di fruizione dell'intero complesso.
Nel rispetto dei vincoli imposti dalla Sovrintendenza, l'intervento si sviluppa attorno alla contrapposizione vecchio/nuovo, con un linguaggio riconoscibile e al tempo stesso discreto fatto di nuovi materiali contemporanei in armonia con gli strati della storia.
Tra stratificazione e rifunzionalizzazione: spazio alla cultura
Con l'intento di favorire la leggibilità delle diverse stratificazioni storiche e degli elementi tipologici, formali e strutturali, il progetto prende il via partendo dall'eliminazione delle principali dissonanze (specie le partizioni leggere aggiunte nel XX secolo dalle suore domenicana di Santa Caterina da Siena), vertendo sulla riapertura delle quattro logge tamponate sul prospetto nord ovest del cortile.
Cuore del progetto, nonché punto baricentrico e scenografico del castello, sarà la terrazza panoramica, animata dall'inserimento di un'area ristoro (a sostituzione della vecchia serra) costituita da una struttura leggera in acciaio e vetro che, grazie a un sistema di aperture a libro, intende stabilire una relazione con lo spazio esterno, e, quindi, con il paesaggio che la circonda.
Da qui il percorso di visita continuerà nell'ala affrescata quattrocentesca del primo piano, per poi procedere, tramite la scala interna, al secondo piano, dove si svilupperà il Centro per le Arti e la Cultura, uno spazio flessibile e contemporaneo pur conservando ed evidenziando le diverse fasi storiche e costruttive dell'edificio.
Così l'ala sud est, risalente alla fase quattrocentesca, sarà destinata agli spazi polifunzionali, con il susseguirsi di stanze riportate alle loro dimensioni originali tramite la rimozione di tutte le tramezzature leggere incongrue. La grande stanza finale risponderà, invece, all'esigenza di uno spazio per lo svolgimento di concerti, conferenze, eventi culturali e proiezioni.
Le due sale circolari, quella della torre e quella più piccola all'interno del volume cilindrico, si appresteranno ad ospitare mostre ed allestimenti, con le pareti curve che avvolgono il visitatore, sale autonome e altre di passaggio supportate da un sistema impiantistico e illuminotecnico modulabile.
L'ala seicentesca del secondo piano, in diretto contatto con la biblioteca posta al piano nobile, sarà interamente dedicata ai laboratori didattici e alle aule studio, anticipati da una sala filtro di accesso dotata di armadietti e sedute per l'incontro e la condivisione. Si tratterà di spazi flessibili e riconfigurabili a seconda delle esigenze, con aule studio isolate dedicate alla concentrazione e al silenzio.
Infine, cura del progetto anche sotto l'aspetto della sostenibilità, con sistemi di illuminazione a risparmio energetico e ipotesi di impianti per riscaldamento e raffrescamento tramite pannelli radianti a pavimento.
CREDITI DI PROGETTO
Ente banditore: Comune di Fiano Romano
Località: Fiano Romano
Durata concorso: agosto 2022 - gennaio 2023
Tipologia concorso: Procedura aperta in due gradi
Progettista architettonico: Arch. Giorgia Colombo (capogruppo), Arch. Ing. Michele Grazzini, Arch. Ing. Andrea Tonazzini (Grazzini Tonazzini)
Progettista impianto antincendio: Arch. Claudio Colombo
Costo stimato: 1.680.000 euro
LA GRADUATORIA DEFINITIVA DEL CONCORSO
• 1° classificato Giorgia Colombo - progettista (capogruppo), Claudio COLOMBO - progettista, Michele GRAZZINI - progettista, Andrea TONAZZINI - progettista
2° classificato: Gerardo Sacco - progettista (capogruppo), Gioacchino Carrarini, Augusto D'Aquino, Filippo D'Aquino e Sergio De Felice
• 3° classificato: Davide Corti
• 4° classificato: Amedeo Schiattarella, Fulvio Guerrisi, Maria Cristina Orsi, Alberto Riccioni, Patrizia Salvatori
• 5° classificato: Livio Carriero
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