Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) fa sentire i suoi effetti: nel 2022 le stazioni appaltanti, infatti, hanno pubblicato bandi per servizi di ingegneria e architettura per un ammontare complessivo che supera i 4,840 miliardi di euro, ben 3,5 miliardi in più rispetto al 2021. È quanto emerge dal rapporto diffuso dal Centro Studi Cni, che analizza il periodo gennaio-dicembre 2022.
Limitando l'osservazione alle gare per servizi di ingegneria "tipici" (escludendo dunque accordi quadro, bandi con esecuzione dei lavori, concorsi di idee e progettazione, bandi per servizi Ict), aumenta notevolmente l'importo complessivo a base d'asta loro destinato arrivando a sfiorare il miliardo e mezzo di euro (massimo storico registrato finora) contro gli 806 milioni rilevati nel 2021.
Se si guardano gli importi a base d'asta dei servizi di architettura e ingegneria, si nota che solo una piccolissima quota (0,1%) dei 4,840 miliardi è imputabile ai concorsi di idee e di progettazione.
Immagine dal rapporto del Centro Studi del Cni
Oltre all'incremento degli importi per i servizi di ingegneria senza esecuzione, una spinta determinante al mercato dei servizi di architettura e ingegneria è stata data dai servizi con esecuzione (appalti integrati, concessioni, project financing e altro) per i quali si osserva, rispetto al 2021, un incremento di circa 1 miliardo e 300mila euro negli importi a base d'asta destinati ai Sia, passando così da 327 milioni di euro a 1 miliardo e 528mila euro (sono esclusi gli importi per l'esecuzione dei lavori). Un incremento decisamente ragguardevole che - viene evidenziato nel rapporto - segna la riaffermazione dell'appalto integrato, che torna ad essere utilizzato con l'entrata in vigore del decreto Sblocca Cantieri prima e con il Dl Semplificazioni bis poi, per trovare un maggior riconoscimento quale strumento principale per l'attuazione del Pnrr.
Il rapporto rileva anche un appianamento della differenza tra i pesi dei servizi di ingegneria con esecuzione e quelli senza esecuzione. Su questo punto - secondo il Centro Studi del Cni -, ha sicuramente avuto un ruolo determinante il decreto legge 77 del 2021, entrato in vigore a fine 2021, che ha portato a 139mila euro la soglia entro la quale è possibile ricorrere all'affidamento diretto. Rispetto al 2021, dunque, aumenta notevolmente il numero di affidamenti di servizi di ingegneria per cui non è necessario istituire una gara e trattandosi per lo più di gare senza esecuzione, è abbastanza verosimile che - si legge nel report - la riduzione del gap con i servizi con esecuzione sia dovuto anche a questo aspetto.
«I dati che emergono dal rapporto - afferma Giuseppe Margiotta, presidente del Centro Studi Cni - in prima battuta non possono che suscitare una certa soddisfazione. Attestano, infatti, l'ottimo stato di salute del mercato dei servizi di ingegneria e architettura. Certamente l'effetto espansivo sul sistema delle gare pubbliche è stato determinato dal Pnrr. Al tempo stesso, un forte peso l'hanno avuto i bonus edilizi che hanno aperto notevolmente il mercato privato».
«Queste circostanze, secondo il nostro studio - prosegue Margiotta -, hanno fortemente condizionato l'orientamento dei liberi professionisti che hanno preferito orientarsi verso i clienti privati, a scapito degli appalti pubblici, settore nei quali, grazie anche al ricorso all'appalto integrato, le società di ingegneria godono di un indubbio vantaggio competitivo. Questa dinamica a lungo termine potrebbe determinare qualche problema, soprattutto quando la domanda di servizi di ingegneria da parte della clientela privata dovesse calare».
«Naturalmente non possiamo che guardare in maniera positiva i dati relativi ai servizi di ingegneria e architettura che emergono dal rapporto del nostro Centro Studi», commenta Domenico Condelli, consigliere Cni. «Il fatto che si sia registrato un incremento superiore all'80% rispetto al 2021 la dice lunga sull'attività frenetica attualmente in atto. Tuttavia - sottolinea il consigliere - gran parte delle risorse impiegate proviene dal Pnrr ed è caratterizzato da un ricorso massiccio all'appalto integrato nell'ultimo bimestre. Il che mette seriamente in discussione la centralità del progetto. Inoltre, circa il 90% dei servizi senza esecuzione dei lavori è appannaggio delle società di ingegneria, con appena il 10% per liberi professionisti e raggruppamenti temporanei. Questo attesta un radicale cambiamento in atto anche all'interno del mercato dei Sia con una riduzione drastica del peso dei liberi professionisti nelle gare bandite dalla Pa a favore delle aggregazioni societarie».
Infatti, in base ai dati elaborati dal Centro Studi CNI, nel 2022 la quota di gare affidate ai liberi professionisti, nelle loro diverse tipologie lavorative (liberi professionisti singoli, studi associati, società di professionisti, ATI/RTI tra solo professionisti) è diminuita dal 40,3% del 2021 al 34% nel numero ma, risultato ancor più eclatante, si sono aggiudicati appena il 2,7 % degli importi (contro l'11,3% del 2021).
E anche aggiungendo alla quota "esclusiva" dei liberi professionisti quella delle aggiudicazioni di Rti o Ati miste (ossia di raggruppamenti o associazioni tra società e professionisti), sebbene il numero di gare aggiudicate salga ben oltre il 49%, la quota di importi aggiudicati arriva ad appena il 5,2% del totale.
Scenario più rassicurante per le gare con importo a base d'asta inferiore a 75mila euro dove i liberi professionisti si aggiudicano circa il 63% delle gare ed oltre il 65,2% degli importi, sebbene anche in questo ambito, solitamente in larga parte appannaggio dei liberi professionisti, i dati evidenziano una flessione rispetto all'anno precedente. Qualche segnale positivo per i liberi professionisti si evince dall'andamento dell'importo medio di aggiudicazione, che nel corso degli ultimi 3 anni appare in costante crescita fino a superare, nel 2022, i 74.300 euro (contro i 57.800 euro del 2021).
Infine, anche i dati del 2022 confermano - viene evidenziato nel report - il trend in discesa per il valore medio dei ribassi di aggiudicazione in atto da diversi anni (28% contro il 29,2 del 2021 e il 35,2% del 2020), sebbene si rilevino ancora gare aggiudicate con ribassi molto elevati: 93,6% laddove l'anno precedente si era rilevato un picco massimo pari al 93%.
Il Rapporto del Centro Studi Cni
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