Conservazione, fruizione e meraviglia: queste le parole chiave dell'intervento che vede il Battistero di San Giovanni, a Firenze, simbolo della città, pioniere in Italia nell'utilizzo di un innovativo sistema di cantiere per il restauro dei suoi mosaici. Una chiusura di quaranta giorni per la realizzazione dell'innovativo ponteggio, grazie al quale i visitatori potranno vedere il monumento, tra i più noti al mondo (con numeri record di oltre un milione di visitatori all'anno), in modalità del tutto inedita.
La sua simbolica forma ottagonale è ben nota, così come la visuale dei mosaici policromi su sfondo oro che sovrasta la testa dello spettatore varcata la soglia. Ma dal 24 febbraio, proprio grazie al cantiere di restauro, per mezzo di un innovativo e tecnologico ponteggio - servito da una scala montata al centro dell'edificio - sarà infatti possibile accedere al percorso di salita in quota, a un'altezza di 31 metri, per vedere da vicino l'oltre milione di tessere che compongono i mosaici, realizzati su disegni preparatori di artisti quali Cimabue e Coppo di Marcovaldo, che ai lati della grandiosa scena del Giudizio finale narrano su quattro registri le Storie della Genesi, di Giuseppe ebreo, di Cristo e del Battista.
Finanziato dall'Opera di Santa Maria del Fiore - in accordo con l'Arcidiocesi di Firenze e l'alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e paesaggio per la Città metropolitana di Firenze e le province di Prato e Pistoia - il cantiere avrà una durata di circa 6 anni e rappresenta la terza e ultima fase del restauro complessivo del Battistero, un processo iniziato nel 2014 con le facciate esterne e il manto di copertura e proseguita nel 2017 con il restauro delle otto pareti e della scarsella.
L'obiettivo primario è il recupero della stabilità strutturale e la loro adesione alla volta, arrestare i fenomeni di degrado e riportare alla luce lo splendore del fondo oro e i vividi colori delle tessere vitree.
"L'Opera di Santa Maria del Fiore - spiega il presidente Luca Bagnoli - nasce per costruire il Duomo di Firenze e amministrare i beni dedicati al suo mantenimento. La successiva evoluzione, cristallizzata nelle norme concordatarie, a ben vedere assegna due finalità: una esplicita, primaria, trattandosi di chiese, quella di mantenere gli edifici al servizio del culto; una implicita, quella di mantenerli quali beni culturali di interesse per la collettività intera, quale patrimonio culturale dell'umanità".
Non solo, dunque, rendere accessibile il monumento, ma sfruttare la fase di restauro come occasione per garantire al pubblico una visita del tutto nuova, probabilmente irripetibile.
"Il prendersene cura - sottolinea invece il cardinale Giuseppe Betori - non riguarda solo l'estetica, qui il bello conduce al Vero, il restauro dei mosaici è dunque un'opera valida per la fede e non solo per la storia dell'arte".
Le visite guidate saranno disponibili a partire dal 24 febbraio nelle giornate di venerdì e sabato al costo di 65 euro. Info e prenotazioni: duomo.firenze.it
foto: © Francesco degli Innocenti - FDI Photography Studio
Gli step per la realizzazione del cantiere
La realizzazione dell'imponente opera provvisionale ha richiesto un lungo lavoro di calcoli che ha visto il coinvolgimento di architetti, ingegneri imprese e pontisti.
Il principale obiettivo era, infatti, quello di realizzare una grande opera provvisionale che rendesse accessibile l'intera superficie musiva, trovando la soluzione più adatta per non sollecitare troppo la struttura.
Sulla base del rilievo tridimensionale dell'intero volume del Battistero, realizzato nel 2014 dall'Università degli Studi di Firenze, è stato possibile individuare con precisione e correttezza i possibili punti di ancoraggio, lo sviluppo dei piani di lavoro e la corretta dislocazione delle aree di stoccaggio.
Una volta individuati i vincoli strutturali, si è quindi proceduto alla realizzazione della struttura innovativa tecnicamente funzionale e tecnologicamente avanzata, brevettata dall'azienda tedesca Layher.
Il risultato è una struttura temporanea che, con la forma assimilabile a quella di un fungo - composta da oltre 8150 elementi prefabbricati di ponteggio multidirezionale - garantisce una superficie complessiva di 618 mq calpestabili in quota, a un'altezza di 31,5 m, con un'area occupata a terra dal ponteggio di soli 63 mq, garantendo così accessibile la quasi totalità dell'aula a piano terra.
Un sistema rivoluzionario per il restauro dei Beni Culturali, quindi, che grazie alla rapidità di assemblaggio e l'ottimizzazione nell'utilizzo dei materiali permette di ottenere vantaggi economici nella realizzazione di opere provvisionali.
PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTEGGIO È STATA UTILIZZATA LA TRAVE FLEX DI LAYHER
rispetto ai tradizionali tralicci in acciaio 450, la trave Flex garantisce una serie di vantaggi, tra questi:
• un momento flettente 2,5 volte più alto
• una resistenza a taglio sino a 7 volte più alta
• un'altezza strutturale ridotta di 17 cm
• una controventatura orizzontale in compressione non necessaria
• un profilo superiore della trave sagomato garantisce l'installazione degli impalcati con aggancio su U da fissare per mezzo di appositi fermaimpalcanti
foto: © Francesco degli Innocenti - FDI Photography Studio
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