«Lo stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito per gli interventi legati ai bonus edilizi rappresenta un colpo inatteso ed una decisione grave che mette a rischio gli impegni assunti da tante famiglie per il miglioramento della loro casa oltre che il lavoro di decine di migliaia di professionisti e imprese». Così Francesco Miceli, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti all'indomani della approvazione del decreto legge che blocca lo sconto in fattura e la cessione dei crediti di imposta relativi ai bonus edilizi.
«Serve adottare decisioni in grado di consentire l'avvio di una fase di transizione che non penalizzi famiglie, professionisti ed imprese insieme ad una strategia, da perseguire nel lungo tempo, che garantisca l'efficienza energetica degli edifici in coerenza con la direttiva sulle "case green" varata pochi giorni fa dal Parlamento europeo e verso la quale la decisione del Governo sembra essere in decisa contraddizione», prosegue il presidente.
«Il Cnappc ha più volte sottolineato - aggiunge - la necessità di migliorare e di semplificare il sistema della cessione del credito e di trasformare la misura del Superbonus in una strategia strutturale anche con meccanismi di premialità in base agli obiettivi da raggiungere sia con interventi di efficienza energetica sia in tema di adeguamento sismico del patrimonio edilizio nell'ambito di politiche per la rigenerazione urbana».
«Constatiamo, invece - conclude Miceli - che le soluzioni indicate non affrontano, anzi acuiscono, la grave situazione in cui si trovano professionisti ed imprese».
Un altro grido dall'arme arriva dall'Associazione nazionale costruttori edili e dall'Associazione bancaria italiana. «L'Abi e l'Ance - si legge in un comunicato congiunto - evidenziano che il decreto legge approvato ieri dal Consiglio dei Ministri fornisce chiarimenti relativamente al regime della responsabilità solidale nei casi di accertata mancata sussistenza dei requisiti che danno diritto alla fruizione dei bonus edilizi e può contribuire a riattivare le compravendite di tali crediti di imposta».
«Tuttavia - si legge ancora nella nota congiunta -, i tempi del riavvio di tali compravendite non sono compatibili con la crisi di liquidità delle tante imprese che non riescono a cedere i crediti fiscali maturati». «Per Abi e Ance - conclude la nota - è necessaria dunque una misura tempestiva che consenta immediatamente alle banche di ampliare la propria capacità di acquisto utilizzando una parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24, compensandoli con i crediti da bonus edilizi ceduti dalle imprese e acquisiti dalle banche».
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