Lungo la Chiantigiana, la strada del vino che collega Firenze a Siena, il nuovo boutique hotel Pieve Aldina nasce dalla trasformazione di un complesso vescovile del XII secolo. L'intervento, che valorizza e conserva le strutture originarie ed il fascino della storia, riscoprendo l'anima del luogo, è dello studio Pieratteli Architecture.
Il nuovo hotel, del gruppo francese Domaine de Fontenille sorge accanto al borgo medievale di Radda in Chianti, circondato da 40 ettari di uliveti. Il progetto di riconversione nasce dal recupero dell'ex complesso formato da tre edifici risalenti al XII secolo che si estendono su 2.000 mq. Un intervento che «ha avuto l'obiettivo principale - scrive lo studio in una nota - di trasmettere ai visitatori contemporanei l'identità e la peculiarità di un contesto antico, quasi immutato nei secoli, dove riappropriarsi dello scorrere del tempo: un luogo di quiete che nel 1043 il conte di Piancaldoli offrì in dono alla moglie Aldina Ubaldini, da cui oggi l'hotel prende il nome».
Fotografie di © Iuri Niccolai
«Facciate irregolari in pietraforte, muri spessi, robuste intelaiature in legno, coperture in coppi e tegole, portici e cortili interni, soffitti alti nei piani inferiori che diventano più bassi e spioventi al livello superiore: le tre residenze rispecchiano gli elementi tipici del casolare toscano tradizionale. Una porzione di questi edifici, meta estiva dei vescovi di Siena, è stata vincolata dal Ministero della Cultura come patrimonio storico italiano, mentre la piccola chiesa parrocchiale del X secolo a cui si appoggia, la Pieve di Santa Maria Novella, è uno dei più importanti esempi di architettura romanica sul territorio toscano», spiegano ancora i progettisti.
Fotografie di © Iuri Niccolai
Rispettoso del genius loci, il progetto di Pierattelli Architetture ha valorizzato e conservato le strutture originali e i caratteri del luogo focalizzandosi su un intervento di recupero delle preesistenze unito ad integrazioni in chiave contemporanea.
Fotografie di © Iuri Niccolai
Nell'edificio accanto alla chiesa, denominato "la Pieve" è stato realizzato un intervento puntuale mantenendo e restaurando le decorazioni murarie interne originali che adornano le pareti del piano nobile. «Una scala in pietra - prosegue la nota - conduce al primo piano, dove si trova un ampio spazio in cui il soffitto in legno a cassettoni rende ancora più calda l'atmosfera, mentre le pareti in calce naturale decorate con affreschi di stampo neoclassico donano eleganza e raffinatezza. Come "la Pieve", anche gli altri due edifici - chiamati "Studiolo" e "Conventino" - sono arricchiti da suggestivi soffitti in legno e finestre che incorniciano il verde della campagna incontaminata».
Fotografie di © Iuri Niccolai
Arredi sobri e colori della terra per gli interni. Alle pareti donano un tocco sofisticato le opere dell'artista parigina Dune Varela, stampate su lastre di marmo di Carrara e gli erbari di Stéphanie Montaigu, che incolla immagini di fiori e sculture antiche sulle pagine ingiallite di vecchi libri. Nei magazzini, dove un tempo venivano depositati gli attrezzi agricoli e lasciate le olive prima della spremitura, è stata ricavato il ristorante "Le Rondini": uno spazio di 100 mq che gioca sull'equilibrio tra antico e moderno, caratterizzato da un affascinante soffitto a voltine in ferro e terracotta - materiale della tradizione utilizzato anche a pavimento nei toni del beige - e da incursioni contemporanee come l'illuminazione a binario.
Fotografie di © Iuri Niccolai
Quanto agli esterni, «non sono state realizzate recinzioni di confine, proprio come è di prassi in Toscana, per offrire quel senso di libertà che possa far sentire gli ospiti parte del paesaggio», concludono i progettisti.
Fotografie di © Iuri Niccolai
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