"Per aver restituito ordine e chiarezza compositiva all'edificio esistente, rispettandone il carattere e introducendo al contempo essenziali e chiari segni in chiave contemporanea e conferendo all'edificio un'immagine rinnovata, senza sradicarlo dal contesto, traducendo in termini progettuali la mission della Cassa Rurale Vallagarina", questa la motivazione della giuria che ha assegnato allo studio Campomarzio - fondato da Pietro V. Ambrosini, Michele Andreatta, Alessandro Busana, Daniele Cappelletti, Enrico Lunelli - la vittoria del concorso per il restyling della sede di Ala della Cassa Rurale Vallagarina, a Trento.
Un'esigenza evidenziata dall'Istituto a quarant'anni dalla sua edificazione, ormai non più idoneneo a svolgere le funzioni operative e di accoglienza alla clientela e non in linea con i nuovi criteri di sostenibilità, che diventa, al tempo stesso, uno spunto di riflessione sulle politiche di conservazione del patrimonio del XX secolo e sui criteri da adottare in termini di efficientamento energetico e di rifunzionalizzazione degli spazi interni per allinearli alle nuove esigenze lavorative, cambiamento accelerato anche dalla recentissima pandemia.
Partendo dal progetto originale del 1979, interessante esempio di architettura contemporanea in cemento facciavista a pianta libera realizzato dall'architetto Bruno Avi, la soluzione proposta da Campomarzio ne valorizza la storia esaltandone i tratti peculiari, dall'aggregazione di volumi sovrapposti e accostati uno all'altro alla forte orizzontalità accentuata dallo sfasamento dei volumi ai diversi piani.
Eliminazione delle superfetazioni esterne e ridisegno dell'ultimo piano (modificato nel 1999) sono le prime azioni di progetto, con la previsione di una struttura portante in acciaio e tamponamenti leggeri in pannelli sandwich, soluzione simile al progetto originale.
Ma a caratterizzare l'intervento è la nuova soluzione di facciata che interessa i piani terra, primo e secondo, e che conferisce alla struttura una veste contemporanea quanto espressiva della nuova filosofia di sostenibilità della Cassa Rurale. Qui, con l'innesto di una sequenza di elementi verticali modulari e prefabbricati - con funzione di brise soleil - viene scandito il ritmo delle facciate, aiutando a filtrare opportunamente la luce solare per evitare eccessivo surriscaldamento nei mesi estivi e per garantire il corretto comfort visivo.
© Campomarzio
I progetti finalisti
2° classificato | OPPS architettura
Il progetto di OPPS architettura recupera l'identità del progetto originale evidenziandone i tratti peculiari: tre grandi aperture segnano i fronti principali, mentre i volumi vengono tenuti insieme da una membratura esterna regolare; in copertura, invece, l'edificio si fa leggero, schermato da una cortina di tende che lo fa apparire come un oggetto di scena.
Arretramenti, terrazze e loggiati lavorano armonicamente con gli ambienti interni alla ricerca di una nuova qualità spaziale, catturando l'attenzione della giuria "per la capacità di porsi in modo rispettoso nei confronti del contesto, offrendo interessanti soluzioni spaziali interne che enfatizzano il carattere istituzionale dell'edificio".
© OPPS architettura
3° classificato | MoDus Architects
Infine, sul podio, compare lo studio altoatesino MoDus Architects, con una soluzione che, attraverso una struttura contemporanea e colorata sui toni del verde "mostra la capacità di valorizzare alcuni elementi distintivi dell'edificio esistente integrandoli in un disegno contemporaneo"
© MoDus Architects
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