Scuola, firmato il Dpcm che avvia i nuovi percorsi abilitanti per docenti

Valditara: «Percorsi universitari dal prossimo anno accademico»

di Mariagrazia Barletta

È stato firmato e attende la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, il Dpcm che serve a dare attuazione al nuovo percorso universitario abilitante da 60 Cfu introdotto più di un anno fa dal decreto Pnrr 2 (Dl 36 del 2022). Percorso che permetterà agli aspiranti docenti delle scuole medie e superiori di accedere al concorso a cattedra.

La riforma del sistema di reclutamento dei docenti, messa a punto nella scorsa legislatura, ha rinnovato l'iter da seguire per diventare docenti delle scuole secondarie, prevedendo un iter suddiviso in tre step. Più nel dettaglio, gli aspiranti prof. dovranno seguire un percorso universitario abilitante da 60 Cfu, vincere un concorso pubblico nazionale e infine superare un periodo di prova in servizio di durata annuale.

Una riforma che non poteva diventare operativa senza l'emanazione del Dpcm cui la legge affida, tra l'altro, il compito di definire: le materie di studio oggetto dei 60 Cfu, le competenze professionali che l'aspirante docente deve acquisire e le modalità di svolgimento della prova finale.

A comunicare il varo del provvedimento, è stato il ministero dell'Istruzione e del merito in un comunicato del 2 agosto. «Con questo decreto abbiamo varato una riforma del Pnrr che era attesa da oltre un anno. La firma del nostro articolato al 31 luglio, dopo un confronto serrato e costruttivo con la Commissione europea e in piena intesa con il Ministero dell'Università, consente di avviare i percorsi universitari già nel prossimo anno accademico e, in coordinamento con le altre procedure di reclutamento, i concorsi previsti dal Pnrr», ha dichiarato il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara.

Il percorso formativo standard prevede l'acquisizione di almeno 60 Cfu (Crediti formativi universitari)/Cfa (Crediti formativi accademici). Gli altri percorsi, pari a 30 o 36 crediti formativi, sono rivolti a chi abbia già svolto un servizio di almeno tre anni scolastici e a coloro che abbiano conseguito 24 CFU/CFA in base al previgente ordinamento.

Gli altri punti principali del Dpcm sono indicati dal ministero. «È previsto - si legge nel comunicato - un rigoroso sistema di accreditamento affidato all'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur), che definisce i percorsi di contenuto, le procedure di monitoraggio sul livello qualitativo della formazione e la valutazione finale degli aspiranti docenti».

«Tutti i nuovi percorsi - prosegue la nota - si concluderanno con l'esame finale: una prova scritta e una lezione simulata, il cui superamento garantirà ai candidati il conseguimento della formazione professionalizzante delineata dagli standard minimi del docente abilitato, grazie alle modalità di svolgimento della prova e alla specifica composizione prevista per la commissione giudicatrice».

La riforma del 2022

Le novità di maggiore impatto della riforma arrivata con il Dl 36 del 2022, si concentrano soprattutto nel percorso di formazione iniziale. Questo prevede l'acquisizione di 60 crediti universitari o accademici - contro i 24 previsti dalle ultime norme - e dovrà includere anche un periodo di tirocinio presso le scuole.

L'obiettivo resta quello di acquisire competenze teorico-pratiche e pedagogiche. I percorsi di formazione, che costituiscono la porta di accesso al concorso a cattedra, dovranno concludersi con una prova finale consistente in uno scritto e in una lezione simulata. La formazione iniziale è dunque un percorso universitario abilitante, finalizzato all'acquisizione di competenze linguistiche e digitali, di metodologie didattiche applicate alle discipline di riferimento, che dovrà basarsi - si legge nel Dl - sui «principi dell'inclusione e dell'eguaglianza, con particolare attenzione al benessere psicofisico degli allievi con disabilità». I 60 crediti, inoltre, potranno essere ottenuti anche durante il percorso di laurea. Per i vincitori di concorso, resta l'obbligo di superare il periodo annuale di prova in servizio prima dell'effettiva immissione in ruolo.

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