Dm Comunità energetiche rinnovabili, Picchetto: «Interlocuzioni con la Commissione Ue in fase finale»

Sul decreto di incentivazione delle Comunità energetiche rinnovabili «siamo nella fase finale delle interlocuzioni con la Commissione Europea» e «l'incontro dello scorso 15 settembre ha consentito di fugare ogni dubbio sulla piena compatibilità della prevista misura con la disciplina in materia di aiuti di Stato». Così, nel corso del question time al Senato, il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, in risposta a un'interrogazione esposta dal senatore Marco Lombardo.

Il ministro sottolinea che i confronti con la Commissione sono state sempre «costanti e proficui sin dalla necessaria fase di prenotifica, avviata lo scorso febbraio e dettata dalla particolare complessità dello schema di decreto». «Le opportune revisioni al testo, una volta avallate da Bruxelles - ha proseguito Pichetto - permetteranno di attivare questa rilevante misura nel percorso di decarbonizzazione del nostro Paese».

Il dibattito parlamentare fa riferimento ad un atteso provvedimento, importante per lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili e dei gruppi di autoconsumo. Si tratta, nel dettaglio, del decreto del ministero dell'Ambiente contenente le regole per la costituzione di comunità energetiche e gruppi di autoconsumo collettivo, destinate a superare quelle transitorie che erano state messe a punto con il Milleproroghe del 2020.

Regole, dunque, che, in attuazione delle direttiva Red II, recepita in Italia con il Dlgs 199 del 2021, andranno a definire il modello regolatorio, le tariffe e il sistema incentivante per favorire l'associazione tra condòmini o tra enti locali, terzo settore, cittadini, Pmi, al fine di consentire la produzione e lo scambio di energia da fonti rinnovabili.

Il testo era stato trasmesso alla Commissione europea, a febbraio di quest'anno, per la verifica dei profili di compatibilità con la disciplina in materia di Aiuti di Stato ambiente ed energia.

Il decreto - come aveva già sottolineato il ministero dell'Ambiente a febbraio è incentrato su due misure: «un incentivo in tariffa e un contributo a fondo perduto. I benefici previsti riguardano tutte le tecnologie rinnovabili, quali ad esempio il fotovoltaico, l'eolico, l'idroelettrico e le biomasse. Chi vorrà associarsi in una configurazione di autoconsumo potrà ottenere una tariffa incentivante sulla quota di energia condivisa da impianti a fonti rinnovabili. La potenza finanziabile è pari a complessivi cinque giga watt, con un limite temporale fissato a fine 2027».

«Riguarderà invece solo le comunità realizzate nei comuni sotto i cinquemila abitanti, la misura che permette l'erogazione di contributi a fondo perduto fino al 40% dell'investimento. L'intervento può riguardare sia la realizzazione di nuovi impianti che il potenziamento di impianti già esistenti: in questo caso la misura è finanziata con 2,2 miliardi di euro del Pnrr e punta a realizzare una potenza complessiva di almeno due giga watt e una produzione indicativa di almeno 2.500 giga watt l'ora ogni anno. Chi otterrà il contributo a fondo perduto potrà chiedere di cumularlo con l'incentivo in tariffa».

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