Nascerà dalla riqualificazione urbanistica dell'area ex Pirelli e non sarà chiuso in un recinto; al contrario è pensato come un brano di città, dotato di una progressiva permeabilità, che integrerà un parco ed il contesto, secondo la filosofia del city-hospital. È questa una delle caratteristiche chiave del progetto con cui il team di Fabrizio Rossi Prodi si è aggiudicato il concorso di progettazione per il nuovo ospedale di Livorno, indetto dall'azienda Usl nord-ovest Toscana con l'ausilio di Invitalia. Saranno inoltre recuperati alcuni frammenti della memoria storica dell'ex Pirelli.
Nel team vincitore, guidato da Rossiprodi Associati, ci sono: Politecnica Ingegneria e architettura, Prodim, Land Italia, Massimo Moglia e Giorgio Della Croce.
Un progetto ambizioso non solo per le idee, ma anche per l'impegno economico. «Per la Regione Toscana significa uno sforzo economico notevole, con un investimento di 195 milioni di euro con altri 40 circa per gli arredi», ha dichiarato il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani.
Centrale l'idea del city-hospital. «La posizione centrale, la hospital street interna, i servizi aperti alla città, la permeabilità progressiva delle parti e il potenziamento del parco costituiscono - ha spiegato Rossi Prodi durante la presentazione del progetto presso la sede della Provincia - un vero e proprio brano di città e non una tipologia chiusa e ostile. Il Parco Pertini viene rigenerato e ampliato, con interventi diretti di restauro delle aree verdi oggetto di tutela e l'aggiunta di nuove aree verdi orientate al benessere in tutte le sue sfaccettature. Per occupare meno territorio l'edificio è molto compatto, ma viene articolato e sfrangiato ai suoi limiti per attenuarne l'impatto visivo sia dal parco, che dalle circostanti residenze».
Massima attenzione al benessere dei pazienti e del personale, seguendo il principio dell'umanizzazione degli spazi. «Terrazze e coperture saranno attrezzate a paesaggio, anche con giardini curativi. Le ricerche dimostrano l'abbreviazione dei tempi di cura, quando il paziente percepisce spazi verdi, luce e scene di vita organica e naturale. Nelle degenze i letti guardano all'esterno o al parco, le terapie intensive sono dotate di luce naturale, gli spazi per gli studi medici e il personale sono dotati di terrazze per il relax o per proseguire le attività anche all'aria aperta», spiega ancora Rossi Prodi. Il parco continua idealmente sul tetto ricoperto da un manto verde.
«Ma la struttura - assicura il professore - è anche molto sostenibile, per la grandissima dotazione di fotovoltaico, di energie rinnovabili, per l'attenzione alla luce naturale, la conservazione dell'acqua piovana, l'impiego di materiali di riciclo nella costruzione e nelle nuove sistemazioni e per l'integrazione con sistemi di mobilità dolce e limitazioni al traffico veicolare».
Secondo i nuovi canoni, l'architettura ospedaliera deve saper accogliere, ma allo stesso tempo deve essere una macchina efficientissima. «L'efficienza delle cure - prosegue l'architetto - è garantita dalla struttura compatta e razionale, flessibile, dalle relazioni ottimizzate fra i reparti, da percorsi brevi, da tanta tecnologia e da un principio organizzativo di tempo-dipendenza e di flessibilità delle parti. Ma l'ospedale deve essere anche un luogo vivibile per i pazienti e rassicurante, perché si possano sentire presi in carico. Anche per il personale è stato progettato un ambiente accogliente con luce, verde e spazi di relax, di confronto e collaborazione con gli altri operatori: migliori condizioni di lavoro del personale si riflettono su una maggiore attenzione alla qualità delle cure per i pazienti».
«L'edificio si compone di una piastra basamentale per servizi, disposta su tre livelli, sopra la quale è collocato un corpo di degenze di forma articolata organizzato su due livelli (Piani secondo e terzo). La struttura è organizzata in quattro ambiti - l'area dell'Emergenza, l'area Chirurgica, l'area Medico Oncologica e l'area Materno infantile - con la novità di ottimizzare le sequenze delle azioni diagnostiche e terapeutiche scomponendo parzialmente le aree funzionali dei servizi (diagnostica immagini, ambulatori strumentali, blocco operatorio) in modo da creare dei "blocchi/poli" con condivisione di personale e attrezzature, così da mettere realmente al centro il paziente, portando le risorse in posizioni tale da ridurne gli spostamenti e ottimizzare la sequenza delle azioni cliniche».
La presentazione video del progetto
«Dallo sviluppo del progetto definitivo - fa sapere l'Usl in una nota - seguirà come previsto dalla nuova normativa in materia, l'indizione della gara per l'appalto integrato di progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori che affiderà la costruzione del nuovo ospedale livornese che, salvo imprevisti, potrebbe essere inaugurato entro la fine del 2028».
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