C'è una linea direttrice che taglia Pienza in due e mostra da un lato il Duomo, simbolo della cittadina medievale, dall'altro il nuovo auditorium, progettato dallo studio Massimo Zanelli architettura, vincitore del concorso di idee indetto nel 2022 dal Comune di Pienza.
Due luoghi, uno sacro e uno profano, uno vecchio e uno nuovo, che si guardano, accomunati dalla funzione a cui assolvono: l'incontro e l'ascolto.
Ispirato esteriormente dal contesto storico pientino e dalla sua zona archeologica di Cava Barbieri, l'auditorium si presenta come un volume estruso verticalmente e tagliato attraverso due piani inclinati paralleli tra loro, generando così da un lato l'accesso al pubblico e dall'altro una copertura inclinata verso sud.
Al volume principale così generato se ne accosta poi un secondo per le funzioni di appoggio all'auditorium: caffetteria, biblioteca e servizi, mentre ad est dei volumi prende forma il parco pubblico, in posizione opposta rispetto al parcheggio preesistente che diviene l'accesso pubblico all'auditorium.
Dai segni della cava di tufo al progetto
Strettamente legata alle attività estrattive della Cava Barbieri, rimasta attiva fino agli anni '70, la cittadina di Pienza vide il sussegursi una serie di scoperte di reperti risalenti addirittura all'età del Bronzo, rendendola uno dei più importanti siti archeologici del neolitico del versante tirrenico toscano.
E proprio dal fascino delle texture del giacimento abbandonato trae ispirazione il concept per il progetto del nuovo auditorium, che sceglie di togliere anziché aggiungere, di sottrarre anziché addizionare. Partendo da un fronte pieno, infatti, un modulo di riferimento guida la partizione verticale con logica e proporzione e, dalla griglia, sottrazioni verticali di diverse dimensioni danno vita al gioco tridimensionale che caratterizza la facciata.
Il volume, che si caratterizza per l'uso del cemento grezzo, mostra un gioco di pieni e fenditure - alcune superficiali e altre più profonde - che lasciano penetrare la luce naturale durante il giorno, e durante la notte segnalano l'accadere di qualcosa al suo interno, come se arte e cultura volessero uscire dalle mura.
L'edificio secondario, che ospita libreria e caffetteria, si concretizza invece in un parallelepipedo con struttura puntuale a pilastri metallici e tamponato tramite vetrate continue, schermate dalla luce solare tramite una serie di lamelle in alluminio che variano la propria angolazione a seconda dell'esposizione e della funzione ospitata all'interno del volume.
Le superfici trasparenti consentono, inoltre, una continuità visiva tra interno ed esterno, rafforzando il legame tra architettura e parco adiacente, come richiesto dal bando di concorso
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