Addio alla Gazzetta ufficiale: dal 1° gennaio 2024, i bandi, gli avvisi e gli esiti di gara devono confluire tutti nella piattaforma per la pubblicità legale che fa parte della banca dati dell'Anac.
La piattaforma (pubblicitalegale.anticorruzione.it), che dunque assume il ruolo che fino a pochi giorni fa era svolto dalla "Gazzetta", fa parte del più ampio sistema di digitalizzazione destinato a investire ogni fase dell'appalto, dalla programmazione fino all'esecuzione.
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Un inizio al rallentatore
La novità è di grande portata, ma è evidente che le amministrazioni pubbliche sono arrivate impreparate all'appuntamento che segna un'importante svolta nel settore dei contratti pubblici.
La piattaforma dell'Anac su cui va pubblicizzato ogni genere di appalto conta, al 16 gennaio, solo 47 bandi e avvisi di indizione di gare. Negli ultimi giorni, però, il numero di bandi e avvisi pubblicato quotidianamente, seppure resti esiguo, ha registrato una crescita: 36 bandi sono stati infatti pubblicati dal 12 al 16 gennaio.
Tra l'altro, stando ai dati del registro dell'Anac, al 16 gennaio risultano solo 34 le piattaforme certificate che sono deputate alla gestione digitale di tutte le fasi della gara e all'invio dei dati alla banca dati dell'Anac, anche per pubblicizzare l'indizione delle gare.
Istruzioni per le stazioni appaltanti
Nel frattempo, attraverso un comunicato del presidente, Giuseppe Busia, l'Anac ha pubblicato le istruzioni per le stazioni appaltanti.
In particolare, se i bandi sono stati inviati per la pubblicazione in "Gazzetta" (ossia in Gazzetta europea per il soprasoglia e in Gazzetta ufficiale italiana per il sottosoglia) entro il 31 dicembre 2023, ma non sono stati pubblicati entro tale data, le relative gare rientrano nella nuova disciplina sulla pubblicità legale. Significa che le stazioni appaltanti sono tenute a inviare i bandi per la pubblicazione sulla piattaforma dell'Anac.
Il comunicato invita le stazioni appaltanti che si sono trovate in tale condizione a valutare il ritiro del bando in autotutela, al fine di poter impostare ex novo la gara tramite piattaforma di approvvigionamento digitale certificata e procedere alla trasmissione alla banca dati Anac dei dati necessari alla pubblicazione.
I nuovi obblighi di pubblicità legale
Dal 1° gennaio - va ribadito - le stazioni appaltanti devono assolvere all'obbligo di pubblicità legale attraverso non più l'invio degli avvisi per la pubblicazione in "Gazzetta" bensì mediante la trasmissione degli stessi alla piattaforma digitale dell'Anticorruzione.
Per i bandi e gli avvisi di appalti di importo pari o superiore alle soglie di rilevanza europea, la banca dati Anac prende in carico ogni giorno le richieste di pubblicazione trasmesse attraverso le piattaforme digitali da parte delle stazioni appaltanti, trasmettendole all'Ufficio delle pubblicazioni dell'Ue in modo che siano pubblicati anche sulla "Gazzetta europea".
La pubblicità a livello nazionale di bandi e avvisi relativi ad affidamenti inferiori alla soglia di rilevanza europea viene garantita direttamente dalla Banca dati dell'Authority, che li pubblica sulla piattaforma per la pubblicità legale degli atti. Dalla data di pubblicazione degli atti nella banca dati Anac, le stazioni appaltanti e gli enti concedenti devono rendere accessibili i documenti di gara, garantendone l'accesso e la disponibilità fino al completamento della procedura e all'esecuzione del contratto.
Dunque, sono pubblicati sulla piattaforma per la pubblicità legale ad esempio: gli avvisi di preinformazione, i bandi e gli avvisi di gara, i bandi dei concorsi di progettazione, gli esiti delle gare e i risultati dei concorsi di progettazione, gli avvisi per la costituzione di elenchi di operatori economici, gli avvisi relativi alle indagini di mercato.
L'ecosistema di approvvigionamento digitale
Il nuovo sistema di pubblicità è parte del più ampio sistema di digitalizzazione dell'intero ciclo di vita dei contratti pubblici previsto dal nuovo Codice dei Contratti (Dlgs 36 del 2023) ed è entrato in vigore anch'esso con il nuovo anno. Dal 1° gennaio, infatti, le fasi di programmazione, progettazione, pubblicazione, affidamento ed esecuzione devono essere gestite dalle stazioni appaltanti mediante piattaforme di approvvigionamento digitale certificate che interagiscono con la Banca dati nazionale dei contratti pubblici gestita dall'Anticorruzione. Quest'ultima dialoga non solo con le piattaforme di e-procurement, ma anche con le banche dati statali che detengono le informazioni necessarie alle stazioni appaltanti e agli enti concedenti per gestire le varie fasi del ciclo di vita dei contratti pubblici.
Le piattaforme, insieme alla Banca dati nazionale dei contratti pubblici dà vita all'ecosistema nazionale di approvvigionamento digitale. Solo attraverso le piattaforme digitali certificate le stazioni appaltanti possono scambiare dati e informazioni con la Banca dati Anac e acquisire i Cig. Il registro delle piattaforme certificate è pubblico e lo si ritrova al seguente link: dati.anticorruzione.it/#/regpiacert.
Tutto è realizzato anche per rendere effettivo il principio dell"once only", secondo cui l'operatore economico invia documenti e dati una sola volta, che le pubbliche amministrazioni si scambiano dialogando tra di loro. L'ecosistema digitale dovrebbe anche valorizzare il Fascicolo virtuale dell'operatore economico, che consente alle stazioni appaltanti di verificare i requisiti di carattere generale, tecnico-organizzativo ed economico-finanziario. Il Fvoe - che non è una novità dell'ultima ora - permette alla stazione appaltante di accedere ad un elenco di operatori economici già verificati in una precedente gara, velocizzando così alcune verifiche di rito.
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