Valle dei Templi (Ag), il team di Francesco Cellini vince il concorso per il teatro greco di Eraclea

Doppia funzione per la copertura utilizzabile come tetto giardino e come riparo per la salvaguardia del monumento

di Mariagrazia Barletta

Francesco Cellini - con Maria Margarita Segarra Lagunes, Nicola Giuseppe Vincenzo Piazza, Abgroup ingegneria, EmmeviVamirgeoind e Giulia Piazza - si aggiudica il concorso, indetto dal Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, per la valorizzazione del teatro greco di Eraclea Minoa e delle aree circostanti. La graduatoria definitiva è stata pubblicata il 15 gennaio.

I concorrenti erano stati chiamati a progettare una copertura per proteggere i resti dell'antico teatro di Eraclea dal vento, dalla pioggia, dalla salsedine e dall'acqua di risalita, nonché a prevedere un appropriato intervento di restauro. Al progetto era anche richiesto di contribuire a valorizzare l'intero contesto archeologico e paesaggistico, anche andando a individuare percorsi accessibili a tutti.

Il luogo è suggestivo e di grande valore; delicatissima e di grande responsabilità la soluzione progettuale ricercata dalla committenza per preservare l'antico teatro, che inevitabilmente deve ben calibrare il rapporto tra resti antichi e modernità, affrontando una problematica che è archeologica, architettonica e di conservazione.

«La struttura progettata per il teatro, dall'armonico rapporto con l'ambiente e il sito archeologico - afferma la commissione -, riesce a proteggere la cavea dagli agenti atmosferici (pioggia, vento), non precludendone la fruizione visiva e l'accessibilità, e risulta essa stessa resistente agli eventi meteorici e di agevole manutenzione essendo calpestabile e raggiungibile in tutte le sue parti. Ottimale, e illustrata in modo esaustivo, appare la soluzione proposta per lo smaltimento delle acque meteoriche che sfrutta la conformazione della copertura».

La soluzione della copertura per il teatro si lega a all'idea di paesaggio: «Si è voluto ricreare - spiegano i progettisti nella relazione tecnica - un luogo ampiamente condiviso con il contesto paesaggistico, fruibile in tutte le sue parti, utilizzabile come tetto giardino e come riparo per la salvaguardia del monumento». 

La copertura prende la forma di una cavea verde, «pensata come struttura totalmente reversibile e segnando la continuità tra il fascino delle rovine nell'idea dei viaggiatori europei del Settecento e la necessità di dialogare con gli elementi del paesaggio e del territorio costiero. Il teatro ellenistico rimane visibile sia dalla quota del tetto giardino, attraverso un lucernario opportunamente schermato per mitigare l'azione dei raggi UV, che ne percorre la forma circolare in sommità, sia alla quota dell'orchestra ellenistica, da cui si accede ai resti archeologici, al di sotto della copertura. La soluzione adottata per tale struttura - spiegano sempre i progettisti - consente di godere del paesaggio circostante all'interno del tetto giardino, dove nella parte più bassa sono disposte tre file di gradinate per complessivi 200 posti, che offrono ai visitatori l'opportunità di presenziare ad eventuali spettacoli all'aperto tramite il montaggio di strutture temporanee». 

La gradonata esterna per i visitatori

Soletta e struttura secondaria con i lucernai e i pilastri

La struttura primaria e secondaria

Intradosso della struttura di copertura

Il sistema strutturale della copertura del teatro è composto da otto travi principali lunghe circa 12 metri, disposte, con andamento ad "uncino", ortogonalmente allo sviluppo della cavea. Le travi principali sono vincolate a cerniera a monte della cavea, poggiate direttamente sui plinti in c.a., e a carrello a valle, adagiate alla testa delle colonne in acciaio collocate sull'orchestra. Ad esse sono collegate, con uno schema a travi continue, le secondarie in acciaio cor-ten, disposte ad interasse di circa 120 cm, che nel tratto semicircolare della cavea sono opportunamente calandrate per seguire il profilo curvilineo. L'orizzontamento è realizzato con una lamiera grecata in cor-ten dimensionata in modo da ospitare sia la parte della cavea con terreno e manto erboso, sia quella con le sedute.

L'area a sud del teatro è occupata da blocchi di abitazioni, riferibili verosimilmente alla ricolonizzazione da parte del console Rupilio dopo le devastazioni prodotte dalla prima guerra servile. Per quest'area il progetto prevede la sostituzione della struttura esistente a protezione degli scavi con elementi leggeri che ripropongono volumetricamente la tipologia delle case ellenistiche illuminate dall'alto, evocandone l'atmosfera. Una soluzione che consente - assicurano ii vincitori - di liberare la vista sul teatro e sul paesaggio costiero, valutata positivamente dalla commissione giudicatrice, in «quanto leggera e removibile e finalizzata a ricostruire in parte gli ambienti e gli spazi originari». 

Vista dell'area di ingresso e dell'Antiquarium

Vista aerea dell'area dell'abitato

Il progetto prevede, inoltre: la sistemazione degli ingressi all'area archeologica e all'area del parcheggio; la sistemazione funzionale del nucleo d'ingresso con uffici, servizi e Antiquarium; la razionalizzazione e l'incremento dei percorsi di visita. Sistemazioni viabilistiche e paesaggistiche, pensate ad hoc, serviranno a mitigare fortemente l'impatto del vento.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

pubblicato il: