Tra gli spazi del Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, nell'area interstiziale tra il primo edificio di Italo Gamberini e l'avveniristico ampliamento firmato dall'architetto e artista olandese Maurice Nio (scomparso quasi un anno fa), nasce un coloratissimo playground: linee spezzate e curve definiscono le sembianze di un animale immaginario.
L'opera corale - nata da un laboratorio di co-design che ha coinvolto 16 classi delle scuole elementari e medie della città, e prima ancora da un concorso di idee - è un progetto dello studio di architettura ECÒL elaborato con il designer Luca Boscardin e con la collaborazione degli esperti di partecipazione Sociolab.
Promosso dal Comune di Prato, il progetto è stato sviluppato nell'ambito del progetto Ciel'in Città, ideato e coordinato per la Fondazione per le arti contemporanee in Toscana da Irene Innocente, coordinatrice del dipartimento Educazione del Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci.
ECÒL con Luca Boscardin, L'Anima(le) del museo. Fotografie: Claudia Gori, courtesy of ECÒL
Il playground, con le sue geometrie e intrecci, evoca l'immagine di una creatura fantastica. Uno spazio che i progettisti definiscono «estremamente vivace, denso, aperto all'interazione, abitabile». Elementi tridimensionali emergono dal tappeto geometrico, suggerendo - con la loro forma - alcune parti del corpo della creatura immaginaria, come la bocca, le antenne, gli artigli, una cicatrice, la coda dell'animale. «L'astrazione del disegno - spiegano ancora i progettisti in una nota - consente ai bambini di sviluppare liberamente la loro creatività incentivando l'interazione».
I disegni a terra e gli elementi metallici che emergono dalla superficie colorata dell'area non assomigliano a giochi conosciuti, come l'altalena lo scivolo. I progettisti li hanno invece concepiti come delle «sculture abitabili». Concetto e forme che provano ad avvicinare i bambini e i ragazzi all'arte contemporanea.
Gli oggetti ludici che compongono l'Anima(le) del museo - questo il nome dato all'opera - richiamano l'idea di un parco con sculture. «Questa azione - proseguono i progettisti - aumenta l'estensione dello spazio del museo verso l'esterno, incentivando la sua dimensione pubblica e partecipativa».
ECÒL con Luca Boscardin, L'Anima(le) del museo. Fotografie: Claudia Gori, courtesy of ECÒL
E, la partecipazione - come accennato - fa anche parte dell'iter ideativo. «Le caratteristiche e le abitudini dell'animale, come il suo aspetto, i tratti peculiari, i movimenti, la dieta, le sue dimensioni, il carattere, sono il risultato di una serie di laboratori di ideazione collaborativa condotti intorno al tema del gioco interculturale», svolto con i bambini e i ragazzi delle scuole pratesi, fanno sapere ancora i progettisti.
Distintosi negli ultimi anni per interventi di rigenerazione che attivano modalità non convenzionali per dare vita a spazi pubblici, ECÒL ha una lunga esperienza con la città di Prato, con la sua dimensione urbana e comunitaria. Anche questo nuovo progetto trova spazio negli ambiti ambigui e meno definiti. La collaborazione con Luca Boscardin, che ha portato nel progetto l'esperienza di designer e illustratore, ha esaltato la vivacità e le capacità immaginifiche del progetto.
ECÒL con Luca Boscardin, L'Anima(le) del museo. Fotografie: Claudia Gori, courtesy of ECÒL
«Come l'animale che abita il museo, il progetto passa attraverso pertugi e si manifesta in modo sottile per poi offrirsi all'esperienze e all'interazione, riaprendo e rielaborando il dialogo con le strutture esistenti. L'Anima(le) del museo non spaventa ma invita al gioco, attivando uno spazio pubblico imprevisto. È per tutti, ma sono soprattutto i bambini a vederlo». È questa l'idea vivace e originale spiegata dagli stessi autori.
ECÒL con Luca Boscardin, L'Anima(le) del museo. Fotografie: Claudia Gori, courtesy of ECÒL
ECÒL con Luca Boscardin, L'Anima(le) del museo. Pianta
L'idea progettuale nella narrazione di ECÒL
C'era una volta, nelle mitiche terre di Prato, un museo d'arte contemporanea tutto d'oro che sembrava un grande castello. Nelle sue sacre stanze si venerava il potere della creatività, da tutti gli angoli e da tutti gli anfratti l'arte sgorgava copiosa. C'era un luogo però, all'interno di questo magico castello, che era rimasto fuori dalle mappe dell'arte, stretto tra due bastioni della fortezza, un luogo nascosto che nessuno conosceva. Un giorno successe una cosa curiosa. Un colossale animale in cerca di dimora, felice di stare accanto alla sorgente dell'arte, fece di questo anfratto la sua tana.
Stiracchiandosi e allungandosi si sdraiò in questo spazio ritrovato, adattandosi alle pareti del museo: sembrava proprio fatto apposta per lui. Fu così che il maestoso animale, a forza di dormire e abbeverarsi alla fonte dell'arte, risvegliò i suoi magici poteri: i sogni e le fantasie di chiunque avesse avuto il coraggio di avventurarsi nella sua tana sarebbero divenute realtà. Passarono anni, quasi una decade, finché le coraggiose educatrici del Centro Pecci decisero di intraprendere una grande avventura: invitarono numerosi bambini delle scuole vicine a giocare con i poteri del nuovo inquilino, creando un parco delle meraviglie all'interno della tana, un luogo dove i sogni dei bambini si sarebbero realizzati.
ECÒL con Luca Boscardin, L'Anima(le) del museo. Bestiario
ECÒL con Luca Boscardin, L'Anima(le) del museo. Concept
CREDITI DEL PROGETTO
Nome del progetto: L'Anima(le) del museo
Luogo Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato
Committente Comune di Prato
Progetto ECÒL con Luca Boscardin
ecol.studio · lucaboscardin.com
Collaboratori Elena Rosati, Anna Kralova, Anna Kubiak, Anna Macellari
Partecipazione Sociolab sociolab.it
Imprese
Lavorazioni metalliche: Dmetal (produzione e montaggio delle statue)
Lavori edilizia: Buildingmp (realizzazione dei plinti per le statue)
Dati dimensionali: 675 mq
Cronologia
Esito concorso: gennaio 2023
Laboratori con le scuole: primavera - estate 2023
Cantiere: agosto - novembre 2023
Inaugurazione: 5 aprile 2024
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