A scuola nel bosco, o meglio, nella collina: a Serino (Avellino) la nuova scuola elementare sfrutta un dislivello di 18 metri per generare un insieme architettonico riconoscibile, funzionale e fortemente integrato nel contesto. È l'idea che ha preso forma nel progetto con cui lo studio S.B. Arch. Bargone Architetti Associati con Alessandro Deiana, Luigi Luccioli e Elisabetta Spinozzi, si è aggiudicato il concorso di progettazione indetto dal Comune per ricostruire e delocalizzare la scuola elementare.
«L'idea è quella di proporre un luogo in cui l'istruzione e la formazione non siano costrette all'interno dell'edificio scolastico, quanto invece aperte in affaccio e proiettate nel meraviglioso paesaggio avellinese», afferma lo studio S. B. Arch. Il progetto recupera la dismessa villa comunale e si sviluppa prevalentemente verso valle, aprendo così nuove prospettive sul centro abitato. «È così che l'ambiente naturale diventa al contempo aula e agorà, i corridoi e gli spazi comuni si aprono alla didattica come anche alla socializzazione», prosegue lo studio.
La scuola come civic center, aperta al territorio, punto di riferimento per la comunità. Una funzione che è affidata al basamento ricavato in posizione seminterrata e articolato in ambienti a doppia altezza. Su di esso poggia il volume monolitico su due livelli che assolve alla funzione didattica. Alla base sono collocati, dunque, i servizi di riferimento per il quartiere, ossia la biblioteca, la palestra e la mensa, preceduti dal giardino pubblico di ingresso: l'agorà di valle con il campetto polifunzionale e la zona parcheggio a verde.
Il basamento e il monolite sono messi in collegamento dal sistema di connessioni verticali, andando a generare un nodo che definisce un luogo di incontro. Ne deriva l'agorà centrale che si espande su più livelli. Più a sud, salendo verso la collina, c'è l'agorà di monte che ospita l'esistente anfiteatro, predisposta per le attività ludiche all'aperto, dotata di playground e di orti didattici. «Le tre agorà - specifica ancora lo studio - compongono un sistema unitario che si sviluppa tra interno ed esterno e che relaziona la nuova architettura al meraviglioso paesaggio in cui si inserisce».
«Particolare attenzione è posta alla dimensione simbolica e pedagogica di questo nuovo edificio, al rapporto tra architettura e natura, tra scuola e contesto, dove ogni ambiente è progettato per stimolare i sensi e la sensibilità di ragazzi e adulti e per educare ai valori della sostenibilità, del paesaggio, dell'inclusione e del senso civico», specificano gli architetti.
Il layout funzionale è pensato per favorire la flessibilità, la multifunzionalità dello spazio con l'intento di «agevolare la libertà di espressione in maniera spontanea, incentivare la scoperta, la creatività e la spontaneità». Il complesso muta al cambiare del punto di osservazione, stimolando la curiosità e il desiderio di scoperta. Il verde e gli spazi all'aperto sono molto generosi, potenziano gli spazi pubblici. La scuola rigenera così l'insediamento esistente e dismesso della villa comunale, insieme al sistema urbano e naturalistico che lo circonda.
Il verde è anche in copertura. Questa diventa una terrazza all'aperto, in parte praticabile, che amplia lo spazio fisico della scuola. Quanto alle soluzioni tecniche, i progettisti hanno optato per il cemento armato per le fondazioni e le strutture in elevazione e per il legno X-Lam.
Riuso e riciclo caratterizzano la strategia di circolarità. In particolare, si prevede che i materiali derivanti da demolizione saranno riciclati per almeno il 70%. Sul fronte della sostenibilità ambientale si punta alle rinnovabili, inoltre, diversi gli elementi che consentono di rendere l'edificio Nzeb: il corretto orientamento solare, l'uso del legno, le coperture verdi, gli isolanti naturali, l'involucro a cappotto, i sistemi di regolazione solare e gli impianti di ventilazione meccanizzata.
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