Anac, Busia: nel 2023 boom di affidamenti diretti, aumentati del 31% rispetto al 2022

Boom degli affidamenti diretti nel 2023. E poi, scarsa attenzione all'occupazione femminile e giovanile nel Pnrr (nessun aumento rispetto al 2022). Sono alcune delle criticità segnalate dal presidente dell'Anac, Giuseppe Busia nella presentazione alla Camera dei deputati della relazione annuale sull'attività dell'Authority, tenutasi oggi, martedì 14 maggio.

Il presidente è anche tornato sul tema dell'equo compenso. «Riguardo alla automatica applicazione ai contratti pubblici del principio dell'equo compenso - ha dichiarato Busìa - abbiamo sollecitato un intervento chiarificatore del Governo. È doveroso valorizzare la progettazione e retribuire adeguatamente i professionisti, senza però che la riduzione della concorrenza penalizzi i più giovani e i più piccoli, oltre a pesare eccessivamente sulle casse pubbliche».

Quanto alla domanda del mercato, dalla relazione si apprende che nel 2023 il valore complessivo degli appalti di importo pari o superiore a 40.000 euro, per entrambi i settori, ordinari e speciali, si è attestato attorno ai 283,4 miliardi di euro, facendo registrare, rispetto al 2019 un aumento di circa il 65,9%.

In forte aumento gli affidamenti diretti

In merito alle modalità di scelta del contraente, il rapporto rileva che, in termini di numerosità, con la procedura aperta sono state assegnate nel 2023 circa il 17,4% delle procedure totali, mentre nel 28,5% e nel 49,6% dei casi (per un totale di ben il 78,1%) le stazioni appaltanti hanno utilizzato, rispettivamente, la procedura negoziata senza pubblicazione del bando e l'affidamento diretto.

Per quanto riguarda gli importi, anche nel 2023, la procedura aperta si conferma la modalità con cui si affida il maggior importo dei contratti pubblici (56,4%); seguono la procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando con il 19% e la procedura ristretta con il 12,1%.

I dati riportati dall'Anac evidenziano, a livello di importo, rispetto all'anno 2022, un aumento degli affidamenti diretti del 31%, dovuto essenzialmente all'incremento degli stessi in termini di numerosità (+23,8%). A seguire, la procedura ristretta e la procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando, nonostante una diminuzione in termini di numerosità (rispettivamente -11,5% e -3,2%), presentano un aumento, in termini di valore, rispettivamente del 10,7% e del 10,3%. La procedura negoziata previa pubblicazione del bando registra, invece, la maggiore flessione a livello di importo, con un -20,5%, nonostante l'aumento in termini di numerosità (+14,1%).

Digitalizzazione degli appalti

Positivi per Anac la digitalizzazione degli appalti, entrata a pieno regime, e la qualificazione delle stazioni appaltanti. «Siamo passati dalle circa 26.500 stazioni appaltanti registrate a 4.353 soggetti qualificati - ha detto Busìa-. Si tratta di una notevole riduzione, pur tenendo conto delle diverse deroghe introdotte. Deroghe che, nell'interesse delle stesse stazioni appaltanti, sarebbe necessario superare gradualmente, sottoponendo comunque a verifica le effettive capacità dei diversi enti allo stato esentati». 

L'uso dell'intelligenza artificiale

Un richiamo forte è stato fatto riguardo all'uso dell'intelligenza artificiale negli appalti e nella pubblica amministrazione. «Sarà fondamentale che le decisioni assunte con tali sistemi siano ispirate a rigorosi criteri di non discriminazione algoritmica e che la decisione ultima sia comunque riservata alla persona. Si pone un delicatissimo problema di trasparenza algoritmica, legato alla conoscibilità delle motivazioni e dell'iter logico seguito per le decisioni pubbliche assunte con sistemi di intelligenza artificiale, alla loro giustiziabilità e, quindi, al rispetto di diritti costituzionalmente tutelati della persona. Non è un problema del domani, ma del presente, essendo tali disposizioni già pienamente applicabili», ha affermato ancora Busia.

Occupazione femminile e giovanile

Ed ancora, l'occupazione femminile e giovanile. Dal 2022 al 2023 la percentuale degli affidamenti Pnrr e correlati che prevedono quote del 30% per giovani e donne, come auspicato dal Pnrr, è di fatto rimasta ferma. Tale percentuale è aumentata di meno di un punto percentuale per tutte le fasce di importo considerate, risultando di poco superiore alla metà del totale. La percentuale era il 56,62% nel 2022. È stata del 56,87% nel 2023. Praticamente la stessa.

La diga foranea di Genova

Il presidente è intervenuto anche sulla diga foranea di Genova. «In Italia sono state introdotte disposizioni che, oltre a limitare il grado di controllabilità delle procedure, se non adeguatamente presidiate, rischiano di provocare significativi aumenti dei costi dei contratti. Si pensi, oltre che ai mancati risparmi derivanti dalla compressione della concorrenza, alle disposizioni che, in caso di annullamento degli affidamenti finanziati dal Pnrr, non prevedono la caducazione del contratto affidato illegittimamente, ma riconoscono il diritto al risarcimento agli operatori pretermessi, col risultato che la stazione appaltante finisce per dover remunerare entrambi. È quanto rischia di accadere per la diga foranea di Genova, sulla quale l'Autorità è recentemente intervenuta».

La relazione Anac sull'attività del 2023

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