«Un intervento di trasformazione, cura e valorizzazione del paesaggio entro un processo di riuso e ampliamento dell'esistente» ed «esempio di eleganza e misurato riuso dello spazio».

Con queste motivazioni, tra i 32 progetti candidati, la giuria - composta dagli architetti Gerd Bergmaister e Fiorenzo Valbonesi, dall'urbanista Paola Cigalotto, dall'antropologo Simone Ghiaroni e dalla agronoma ed esperta landscape Camilla Zanarotti - ha assegnato la prima edizione della Medaglia dell'architettura del vino allo studio veneto fondato da Filippo Bricolo e Francesca Falsarella.

Già oggetto di Menzione Speciale all'interno del Premio Architetto italiano 2022, l'intervento ha riguardato l'ampliamento della Cantina Gorgo sulle colline moreniche del Lago di Garda, attorno all'edificato di Custoza, in un incantevole scenario di 53 ettari di vigneti biologici.

Non una novità la raffinatezza e la cura del dettaglio nelle opere dello studio, che qui reinterpreta in chiave contemporanea l'antico modello del "brolo", tipico del retro delle ville venete.

Una volumetria sobria ed elegante, dove la combinazione di superfici ruvide, come la pietra sbozzata, il cemento armato a facciavista, il legno spazzolato e ferro arrugginito - elementi distintivi negli interventi dello studio - riesce a giocare con la luce del sole, accogliendola e mostrando l'autenticità grezza tipica degli edifici vernacolari della zona.

«Questa scelta - spiega Filippo Bricolo - costituisce una precisa presa di posizione ed introduce nel progetto una forte umanizzazione che si àncora ad un legame profondo con il luogo. L'architettura si situa nel contesto cercando un nuovo incontro con le radici del mondo rurale ed una matura e più cosciente relazione con la natura».

La Medaglia dell'architettura del vino è ideata dall'Ordine degli architetti di Treviso, in accordo con il Comune di Valdobbiadene, e dedicata a progetti di trasformazione, cura e valorizzazione del paesaggio e dei luoghi votati al vino, con l'obiettivo di sviluppare una riflessione collettiva sul rapporto tra i luoghi del vino e le infrastrutture che contribuiscono a organizzare e definire in modo sostenibile suoi paesaggi.

foto: © Atelier XYZ

Un microcosmo per ritrovare il piacere della lentezza dello sguardo

Il connubio vino-architettura-paesaggio negli ultimi decenni ha incrementato il numero di visitatori anche nel territorio di Custoza, portando alla necessità di nuovi spazi per l'accoglienza.

Da qui l'idea di prendere spunto dal patrimonio vernacolare della zona, reiterprendo la tipologia rurale del Brolo, modello di spazio ibrido tra interno ed esterno, persistente da secoli nelle campagne venete.

Il nuovo ampliamento si integra, così, agli spazi dedicati all'accoglienza (anch'essi realizzati dallo studio tra il 2005 e il 2016) ma, a differenza di questi, il brolo si mostra come un'allungata stanza rettangolare a cielo aperto, chiusa sui lati a formare un grande vuoto centrale che costituisce il perno fisico, architettonico e simbolico del progetto.

Lo spazio, intimo e accogliente, lascia ai visitatori la possibilità di incontrarsi e contemplare il verde circostante  da canali visivi privilegiati, concepiti come cornici, dove le opere sono il paesaggio stesso.

«Rispetto alla vita contemporanea sempre più veloce e superficiale - continua Bricolo - il brolo della cantina Gorgo propone ai visitatori un calibrato microcosmo dove ritrovare la lentezza dello sguardo e vivere un'esperienza completa e attivante. Alla base c'è l'idea di un nuovo viaggio in Italia che non è la nostalgia per qualcosa di perduto, ma la ricerca di una sorta di anabiosi culturale del Bel paese. Il progetto, inoltre, nasconde l'ambizione di una nuova architettura italiana, che è in grado di rifondare il vernacolo, liberandolo dal pittoresco, grazie ad una moderna espressione che sia fortemente contemporanea ma anche senza tempo e in continuità con l'architettura della nostra nazione».

foto: © Atelier XYZ

I nove elementi compositivi del Brolo

Sono nove gli elementi che, messi a sistema, fanno prendere forma al brolo e, se da un lato aiutano a risolvere le criticità del sito, dall'altro ne enfatizzano le potenzialità.

Il primo è l'Alzero, lungo e basso muro in cemento grezzo, realizzato per risolvere il dislivello naturale dell'area formando due terrazzamenti a parterre, mentre la Quinta verde a est - secondo elemento - funge da chiusura verso la zona di produzione, con l'altezza calibrata per consentire la vista delle colline sullo sfondo, portandole idealmente all'interno del giardino, ma schermando al tempo stesso da sguardi esterni.

Sul lato nord, il Brolo è protetto dal Padiglione, un muro grezzo in pietra sbozzata che protegge il giardino dall'esterno, mentre dall'interno appare una figura aperta. Come se fosse una rovina sovrastata da una piastra in cemento armato, quest'elemento rappresenta una chiara allusione contemporanea al rapporto fuori/dentro dei portici tradizionali italiani nel loro gioco continuo sul margine tra la luce e l'ombra. Sullo sfondo del padiglione, centrata con il parterre, trova spazio lunga finestra che consente la visione del principale vigneto della proprietà, punto di partenza della coltivazione e dei percorsi di visita in vigna.

Il quarto elemento è rappresentato dal grande Camino, simbolo della vita sociale e dei servizi per le degustazioni, collocato nella parte rialzata e disposto perpendicolarmente rispetto alla casa padronale ed al padiglione.

Vi è poi il Cancello, atto a proteggere il giardino dalla vista esterna, in continuità con la Quinta sulla strada che chiude il Brolo ad ovest, formata da più livelli paralleli per dilatare lo spazio: una parete verde continua, un filare di Carpini che riprende la carpinata tipica delle ville venete ed una parte di vegetazione bassa.

Chiusa tra la barricaia, il camino e tre grandi figure circolari verdi si trova la Stanza per le auto, dove possono sostare i mezzi senza essere visti dal giardino.

Al centro del parterre, ecco invece la grande Vasca, posta simmetricamente in asse con la casa padronale ed il padiglione, ispirata alle peschiere delle Ville Venete, con un fondo umbratile ottenuto da spatolature di colore verde e blu scuro, che crea un gioco di riflessi di cielo, natura e architetture.

Infine, parallelamente alla Quinta verde, ad est, il progetto si conclude con il nono elemento della promenade d'ingresso con annesso il vigneto didattico, in continuità con la manica esistente che conduce alla corte principale, determinando un percorso processionale che collega la corte alla vigna e viceversa.

foto: © Atelier XYZ

 CREDITI DEL PROGETTO 

Committente: Azienda Agricola Gorgo  

Progetto e direzione lavori
: Filippo Bricolo - Bricolo Falsarella Associati  
Collaboratori: Francesca Falsarella, Giacomo Scabbio, Elisa Bettinazzi, Nicolò Garonzi, Filippo Marcolongo, Paolo Zerman  

Piano di sicurezza in fase di progetto ed esecuzione: Francesca Falsarella  
Strutture: Contec Ingegneria (progetto), Enrico Magagna (collaudo)  
Geologia: Michele Leso  

IMPRESE
Tecnica Verde - San Benedetto Group (giardini e paesaggio)
Edilstasi & CO. (opere edili)
Isola Verde (piscina)
Falegnameria Santi (falegnameria)
Forme di Luce (illuminazione)  

Cronologia: 2016 -2021: progetto e realizzazione  
Localizzazione: Custoza, Verona, Veneto, Italia  

Fotografie: Atelier XYZ  

Dati dimensionali: 1750 mq superficie del lotto

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