La Sardegna meta prediletta per le vacanze non è di certo una novità. A partire dagli anni '70 sono numerosissime le ville progettate da grandi maestri nel nord dell'isola, forse per il fascino dei contrasti di colore tra rocce granitiche e sfumature del mare color cristallo. O forse, ancora, per il suo lato un po' selvaggio, dove l'architettura è obbligata ad entrare in punta di piedi, al cospetto di una natura dirompente che, gelosa della terra, tende a riprendere il suo spazio se il costruito non rispetta il suo equilibrio e i suoi tempi.

Strade tortuose in mezzo alla macchia mediterranea obbligano tragitti caratterizzati dalla lentezza, il tutto e subito non è di casa, ogni cosa va guadagnata poco a poco. La terra di conquiste di un tempo, ora è il simbolo del relax e della ricerca di quiete dalla frenetica routine della città.

Progettare qui non è un'impresa semplice, bisogna avere grande sensibilità, sia dal punto di vista delle forme, che nella scelta dei materiali. Basti pensare alle architetture di Alberto Ponis, che integravano la natura senza mai toccarla, con rocce che sbucavano dal pavimento, o pareti curve per assecondare l'andamento degli alberi che lì avevano messo radici.

Realizzare una villa in Sardegna implica, dunque, avere il tempo per comprenderne il territorio.

Lo sanno bene Massimo Alvisi e Junko Kirimoto, che hanno recentemente completato Villa S, nell'ambìta località di Porto Rotondo, una residenza diffusa a picco sul mare, con un panorama mozzafiato su Golfo Aranci.

foto: © Marco Cappelletti

«Quando siamo andati la prima volta con il cliente a visitare il sito - spiegano - siamo rimasti colpiti dalla luce, dalla bellezza dei massi di granito che si stagliano prepotentemente sul paesaggio, opponendosi alla linea del mare. Ci siamo ritrovati nello spiazzo tra i ruderi esistenti e abbiamo pensato che il progetto dovesse nascere da lì, dal disegno della piazza e di percorsi naturali che assecondano la morfologia del luogo, con piccoli terrazzamenti che accolgono una volta il verde, una volta l'acqua».

Dinnanzi a un lotto invaso dalla vegetazione e costruzioni sconnesse tra loro con vincoli paesaggistici importanti, come l'impossibilità di modificare la sagoma dei volumi esistenti, lo studio è così riuscito a creare un'architettura pulita e ragionata, caratterizzata da una sequenza di spazi aperti, chiusi e coperti, avvolti dalla macchia mediterranea e incastonati nel paesaggio collinare della Gallura.

«Gli edifici - raccontano ancora i progettisti - sono stati recuperati cercando di svuotarli il più possibile e integrandoli con il paesaggio, liberando così le visuali verso il mare. Più che strutture concluse, costituiscono un rifugio dal sole e dalla pioggia, proprio come gli straordinari edifici preistorici sardi. La eccezionalità del progetto nasce anche dal dialogo con gli artigiani locali, artisti della materia che hanno saputo donare vita e ricchezza al granito locale, rendendolo il vero protagonista del progetto».

foto: © Marco Cappelletti

Il Genius Loci come guida del progetto, dal verde all'artigianato locale

Posata dolcemente su un terreno inclinato di due ettari, la villa si articola in tre edifici separati a diverse quote, e un piano seminterrato.

Un progetto guidato dal genius loci che offre un'esperienza spaziale e materica in cui architettura, natura, tradizione e artigianato si fondono e si confondono in un sistema organico che mostra sin da subito la sua dimensione domestica e accogliente.

Il vincolo imposto per le volumetrie esistenti diventa così l'occasione per reinterpretare gli interni e il loro rapporto con l'esterno attraverso l'aggiunta di alcuni elementi contemporanei.

Il volume principale, inizialmente composto da tre scatole chiuse, viene totalmente ripensato come un unicum per ospitare il soggiorno, la sala da pranzo e la cucina, con un passo strutturale dettato da quattro setti paralleli orientati in direzione est-ovest, a cui si alternano grandi superfici vetrate che aprono nuove visuali sulla piazza e la terrazza affacciata sul mare.

foto: © Marco Cappelletti

Gli altri due volumi sono invece adibiti a zona notte e servizi, con ingresso arretrato rispetto alla facciata per garantire intimità e con affaccio su giardini privati.

La continuità tra dentro e fuori è enfatizzata dall'utilizzo del granito anche all'interno, con i blocchi di pietra a spacco naturale senza fughe, opera delle abili capacità delle maestranze locali, contrapposti alla leggerezza delle ampie vetrate che donano ai prospetti dinamismo e luce naturale a volontà.

All'esterno, il recupero delle coperture in coppi, conserva il fascino tradizionale degli edifici originali, mentre in continuità con i soffitti interni, su entrambi i fronti principali del volume si estendono delle pergole con listelli in legno e struttura metallica, dando vita a spazi ombreggiati e riparati.

Il rigore geometrico degli edifici si contrappone alle linee sinuose dei percorsi, mentre l'utilizzo della pavimentazione in marmo di Orosei, sia all'interno che all'esterno, dissolve il concetto di soglia.

foto: © Marco Cappelletti

L'abbraccio del giardino

Il tres d'union dell'intero progetto è rappresentato dal grande giardino, che protegge la villa come in un grande abbraccio. Le alberature esistenti - recuperate - sono affiancate dalla vegetazione mediterranea, ottima per la minima manutenzione e il ridotto consumo di acqua, mentre le fioriture delle aiuole variano colore durante le stagioni dell'anno. Si aggiungono poi l'olivo secolare da tre tronchi sopra la piscina, il fico davanti alla camera padronale e l'algarrobo che trionfa nella piazza centrale.

Proprio da qui, un percorso tortuoso si dirama verso il mare, definendo un sistema di terrazze che riecheggiano le curve di livello e la morfologia del sito, dando vita all'alternanza tra spazi di socializzazione e relax, per arrivare alle piscine, di cui una a sfioro e l'altra con idromassaggio, il cui disegno organico ricorda quello di un fiore.

foto: ©Mattia Caprara e Flavio Pescatori

foto: © Marco Cappelletti

CREDITI DEL PROGETTO

Nome Progetto: Villa S
Indirizzo: Porto Rotondo, Sardegna
Architetto: Alvisi Kirimoto (Massimo Alvisi, Junko Kirimoto)
Cliente: Privato
Data: 2023

Area totale: 437 mq
Area Lotto: 2 ha
Impresa: 2C Ristrutturazioni (Francesco Cannas / Matteo Carrai)
Strutture: Ing. Giuseppe Fabiano
Impianti: IA2
Cost Management: GAD
Tecnico Locale: Raffaele Visicale

Arredi: FS di Antonio Spanu + Nuova Metalli di Guerino Dipellegrini (realizzazione dei millworks su design Alvisi Kirimoto)

FORNITORI
Arredi standard: AD Architettura d'Interni Roma (brand: De Padova, Pianca, Zanotta, Living Divani, Paola Lenti, Carl Hansen)
Fornitore luci: Telmotor Spa (Zumtobel, Viabizzuno, Flos, Simes, Vibia, iGuzzini, Buzzi & Buzzi, XAL, 9010)
Infissi: Secco Sistemi
Lavorazioni in metallo: Nuova Metalli di Guerino Dipellegrini
Falegnameria e porte: FS di Antonio Spanu
Rubinetterie bagni: CEA design

MATERIALI
Prospetti e muri interni: granito giallo di San Giacomo
Pavimento terrazza ed edificio A: marmo di Orosei
Soffitti, finiture, parquet, pergolati e arredi: legno di Iroko
Infissi esterni: ottone brunito
Muri piano interrato: calcestruzzo faccia a vista
Pergolato, strutture: acciaio verniciato a polvere

Fotografo: ©Marco Cappelletti
Fotografia Aerea Drone: ©Mattia Caprara e Flavio Pescatori

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