Dodici nuove residenze sociali pensate come una comunità di micro-fattorie che traduce il sistema dei casali storici toscani in forme contemporanee. Succede a Peccioli, in provincia di Pisa, e più precisamente nell'area di Santo Stefano, in un lotto punteggiato da ruderi di edifici di servizio per il lavoro agricolo, a valle del borgo appenninico. Qui il progetto dello studio C+S Architects, guidato da Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini, diventa occasione per affrontare questioni ecologiche, economiche e sociali cruciali nei processi di trasformazione contemporanea di città e paesaggi.
Lo studio - premiato nel 2022 con il riconoscimento che il Consiglio nazionale degli Architetti assegna ai migliori progettisti italiani - è stato coinvolto direttamente dall'amministrazione comunale per il progetto di rigenerazione dell'area.
Il masterplan di C+S Architects per l'area Santo Stefano a Peccioli (Pisa) e il confronto tra stato di fatto e progetto
«Abbiamo chiesto a C+S Architects di disegnare un complesso di case popolari nell'area di Santo Stefano e lo studio ci ha restituito una visione all'avanguardia che rende il terreno produttivo innestando l'arboricoltura, che migliora la vista dall'alto e la qualità dell'aria tra due arterie di traffico, mentre contestualmente riconnette gli abitanti delle case sociali alla terra, costruendo una comunità multietnica e multiculturale», riferisce il sindaco, Renzo Macelloni. «Il confronto con la Regione su questo masterplan - assicura - è imminente e con loro lavoreremo per realizzare questo prototipo di sviluppo sostenibile a cavallo tra costruito e natura, tra tradizione e innovazione».
Le dodici nuove residenze sociali hanno dimensioni variabili da 80 ai 130 mq, ogni unità è caratterizzata da uno spazio di soggiorno/cucina e una, due o tre camere, secondo i canoni classici dell'edilizia sociale. Nella visione dello studio C+S, «ogni unità è disegnata da un recinto in terra cruda che definisce anche un suolo coltivabile. Qui si innesta il concetto agricolo innovativo del 'pixel-farming' dove è la varietà delle specie e la biodiversità a garantire un'alta produttività». «I dati raccolti - scrive lo studio in una nota - dimostrano risultati straordinari di qualità dei prodotti risultanti da questo processo, che in questo modo potranno essere utilizzati localmente diventando cibo sostenibile in termini ecologici ed economici. La parola d'ordine è quindi una innovazione che si nutre delle radici tipologiche reinterpretando in chiave contemporanea il casale dell'Appennino Toscano ma anche di tutto il Centro Italia e allo stesso modo lo riconnette alla coltivazione introducendo la tecnica innovativa del "pixel farming"».
Il masterplan di C+S Architects per l'area Santo Stefano a Peccioli (Pisa) e il confronto tra stato di fatto e progetto
«Abbiamo lavorato con il paesaggio agricolo su scale diverse», spiega Maria Alessandra Segantini. «Alla scala macro - prosegue - abbiamo recuperato il tema dell'arboricoltura (in alternanza di frassini maggiori e pioppi con impianto policiclico multi-obiettivo o misto) che ridisegna un paesaggio che si rigenera naturalmente diventando una risorsa anche economica per il Comune, in linea con alcuni esempi locali e quindi anche facile in termini di gestione». «Il nuovo paesaggio - chiosa - è disegnato da una serie di boschi circolari serviti da sentieri per le manutenzioni e taglio, bacini di raccolta dell'acqua per l'irrigazione e ricoveri per le attrezzature agricole. Tale paesaggio ha permesso di ridare vita agli edifici rurali che mal si adattavano alle vecchie funzioni e che sono stati trasformati in accoglienza con offerta turistica e spazi collettivi per la nuova comunità che abiterà l'area di Santo Stefano».
Gli alloggi tipo, immagini grafiche di C+S Architects
Per le tecniche costruttive delle nuove case, si immagina di utilizzare la terra cruda o la stampa 3d, legno per le strutture orizzontali e verticali, rame ossidato o zinco per le coperture che sono state disegnate come foglie appoggiate alle murature. L'obiettivo è dare vita ad una comunità multietnica, «che avrà a disposizione cibo di qualità autoprodotto e da condividere, mescolando conoscenze ma anche semi locali con quelli provenienti da altri Paesi del mondo», chiosa la nota.
I riferimenti: i casali dell'Appennino Toscano.
I riferimenti: i casali e i progetti di Gio Ponti e Giuseppe Vaccaro. Immagini e composizione fotografica di C+S Architects
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