Scordatevi qualsiasi idea preconcetta. E andate subito a comprarvi un biglietto aereo.

Tirana, infatti, non è mai stata tanto cool: lo confermano i dati, con incrementi costanti dell'offerta e dell'affluenza, che lo scorso anno ha attirato oltre 10 milioni di turisti (secondo quanto riportato dall'Istituto Nazionale Albanese delle Statistiche). Ma nonostante i numeri in crescita, la città, fortunatamente, non è ancora stritolata dalle annose dinamiche dell'overtourism che ormai hanno reso alcune mete un incubo.

Per cui vi diamo un consiglio: non aspettate troppo.

A proposito di Tirana

Situata sullo stesso parallelo di Barletta, Barcellona e Istanbul, in una valle racchiusa da montagne e attraversata da fiumi e laghi, a 40 km da Durazzo e dal mare, Tirana è il principale centro economico, finanziario, politico e commerciale, nonché culturale e religioso d'Albania. Sede di istituzioni pubbliche e di numerose università, grazie alla sua posizione baricentrica, snodo di trasporti e commerci, vicino ai poli marittimi, ferroviari e stradali, è in progressiva crescita urbana: la sua popolazione, oggi, è infatti arrivata quasi ad un milione di abitanti (considerando che la totalità di quella albanese ne conta tre milioni).

Giovane, economica, colorata - è stata Capitale Europea della Gioventù nel 2022, Capitale Europea dello Sport 2023 e nel 2025 sarà Capitale Mediterranea della Cultura - a Tirana si respira freschezza e voglia di riscatto (e si mangia benissimo!). Edi Rama, Primo Ministro nonché artista di fama internazionale, sta infatti puntando tutto sulla cultura e sul rinnovamento, anche narrativo, a cui per anni abbiamo associato l'Albania e alcuni porzioni dei Balcani, trasformando Tirana in una destinazione perfetta, soprattutto per gli architetti.

Quanti layer (e quanta Italia)

Vernacolare e modernissima, locale e globale, Tirana è una città ricca di storia, sorprese e contraddizioni. E per questo, ai nostri occhi, ancora più interessante: un mix che, nel giro di pochi metri, combina un collage eclettico di stili e periodi, mettendo insieme chiese cattoliche, ortodosse e moschee con edifici dell'epoca comunista, palazzi in stile italiano, bunker e strutture di stampo brutalista. Ma anche tanta architettura nuovissima.

La città ha un tessuto stratificato, in cui rimangono visibili le consistenti tracce della sua storia e della sua identità multiculturale e multietnica, segnata da una parte dall'architettura italiana che si riconosce per l'impianto monumentale (disegnato tra gli anni Venti e Trenta da Armando Brasini e Gherardo Brosio), dall'altra dall'utopia comunista, soprattutto nella costruzione popolare di case, corti e spazi pubblici. A cambiarla particolarmente, gli interventi di trasformazione avvenuti fra il 1923 e il 1945, quando si costituisce la nuova capitale, che si affiancarono alla cittadina storica, di impianto medievale e oriental-ottomano, fatta di spazi intimi e raccolti, di giardini verdi, di rovine, moschee, mercati e strade senza uscita.

Il cuore della parte storica e dei principali monumenti di Tirana, è Piazza Scanderbeg, che prende il nome dall'eroe nazionale (1405-1468) condottiero, patriota e principe albanese che guidò i suoi connazionali alla ribellione contro l'occupazione da parte dei turco-ottomani nel XV secolo.

Al centro della piazza c'è una sua grande statua bronzea a cavallo, nell'angolo sud-est la Moschea Et'hem Bey, uno degli edifici più preziosi della nazione che risale alla fine del XVIII secolo.

Sempre nella stessa piazza si trovano anche i principali musei del Paese, tra cui il Museo Storico Nazionale albanese, e non lontano la Torre dell'Orologio, il Teatro dell'Opera, la Cattedrale ortodossa della Resurrezione, la Cattedrale cattolica di San Paolo, la Moschea Namazgah, la più grande dei Balcani.

Museo Storico Nazionale albanese

Park Gate Residence by X-Plan Studio · Photo © Giulia Mura

A spasso tra le nuove architetture

L'attuale scena architettonica, velocemente in divenire, sta reinventando la morfologia urbana: da dopo la caduta della Repubblica Popolare Socialista d'Albania, infatti, la città sta vivendo un periodo di progressivo sviluppo economico, sociale e urbanistico, con tante nuove costruzioni e la sistemazione di parchi, spazi pubblici ed edifici distrutti durante le varie guerre o sotto il regime comunista.

Qualche esempio?
Dagli italiani ARCHEA Associati, Stefano Boeri, Mario Cucinella ai giovani promettenti Diele Kerciku (italo-albanesi) passando per MVRDV, BIG, i portoghesi OODA, Henning Larsen, i belgi 51N4E, Sou Fujimoto.

Ognuno di loro qui ha all'attivo diversi progetti, completati o in progress. Vediamone qualcuno.

La Nuvola di Sou Fujimoto · Photo © Giulia Mura

Archea Associati: Alban Tower + stadio

La torre per uffici Alban Tower - concorso vinto nell'ambito di un più ampio programma di rifunzionalizzazione del centro storico della capitale albanese - è caratterizzata da una volumetria che vede il grattacielo dividersi in quattro parti, come il tronco di un albero che si ramifica.

Quattro corpi distinti, differenti per altezza e colore, in cui la parte basamentale si compone di pannelli in calcestruzzo, reso iridescente grazie a gemme di vetro di Murano in cinque diverse tonalità incastonate al suo interno. Mentre i rivestimenti della sommità sono pannelli in alluminio di 13 colori diversi (blu/verdi) assemblati insieme.

Un progetto interessante e ben realizzato, che arriva a citare alcune delle più celebri torri italiane, dal Palazzo della Signoria di Firenze alla Torre Velasca di Milano, e a relazionarsi con il parco adiacente.

Alban Tower di Archea · Photo © Giulia Mura

Sempre di Archea, l'Arena Kombëtare Shqiptare e Futbollit, il grande progetto di restauro e riqualificazione urbana dello stadio della città, realizzato dagli italiani Brasini e Brosio. Inaugurato nel 1946 e utilizzato principalmente per gli incontri sportivi di calcio, lo stadio Qemal Stafa fu demolito nel 2016 per far spazio al nuovo, riaperto nel 2019.

Con una capienza di 22500 posti a sedere, l'Arena Kombëtare è oggi fra gli stadi europei più moderni (rientra nella categoria 4 UEFA, cioè quella con maggior livello tecnico) e con molti servizi di hospitality e retail connessi. Il suo involucro esterno è costituito da pannelli a sezione triangolare declinati in diverse tonalità di rosso e nero (i colori nazionali): tutte le facciate, sono circondate da oltre 3.200 brise-soleil, elementi verticali, alti un piano, realizzati ad hoc e decorati in bassorilievo con un pattern che ricorda il tessuto degli abiti e dei tappeti tradizionali albanesi.

Oltre al nuovo impianto di Casamonti, l'intervento ha compreso la salvaguardia della facciata monumentale originale dello stadio precedente, grazie al restauro filologico operato dalla società fiorentina Tacheolab.

Stefano Boeri Architetti: Tirana 2030 + mix

A un secolo di distanza dal Piano Regolatore disegnato nel 1925, è di Andrea Faoro (UNLAB), Stefano Boeri (Stefano Boeri Architetti) e IND (International Design) il nuovo piano urbanistico generale di Tirana, chiamato TR030, carta di identità dello sviluppo futuro della città, dividendolo in tre parti/fasi: L'"Affresco metropolitano", fondato su dieci grandi temi (biodiversità, policentrismo, sapere diffuso, mobilità, acqua, geopolitica, turismo, accessibilità, agricoltura, energia); l'"Atlante", composto da 13 progetti strategici collocati nel territorio, e la "Carta di regole" la cui stesura rappresenta l'attuazione del Piano.

Nel frattempo, oltre ad aver esportato anche qui un bosco verticale, sta realizzando nel quartiere di Blloku, il complesso West Residences e il Cubo, un prisma polifunzionale dalla forma quadrata (30x30 metri) con uffici, negozi, bar e un Roof Garden Restaurant, "tagliato" a sbalzo sui lati affacciati sull'intersezione stradale e con un sistema di facciata a doppia pelle: un vibrante mosaico tridimensionale formato da fogli di metallo con lievi variazioni di colore e trasparenza. E ben tre scuole (la prima delle quali è stata inaugurata nel dicembre 2021) nei quartieri di Don Bosko, Kodër-Kamëz, e Shqiponja.

MVRDV: The Pyramid + Downtown One

Tra le operazioni più riuscite che vale la pena andare a vedere, The Pyramid, la riqualificazione portata a termine nel 2022 dagli olandesi MVRDV che ha trasformato una monumentale struttura conica brutalista originariamente costruita come museo dedicato al dittatore comunista Enver Hoxha, in un centro culturale ora accessibile al pubblico.

Aperta per la prima volta nel 1988, la Piramide di Tirana ha vissuto numerose vite: è stata stazione radio, discoteca, sede di conferenze, centro di trasmissione e, durante la guerra del Kosovo del 1999, base della NATO. Gli usi in continua evoluzione però, insieme ai precedenti piani di ristrutturazione incompleti, hanno lasciato un mosaico di alterazioni disordinato e decadente.

Pyramid of Tirana e Downtown One di MVRDV · Photo © Giulia Mura

Considerata da molti albanesi un simbolo della vittoria sul regime, la Piramide non solo non è stata demolita ma è stata trasformata in un ambiente educativo per i giovani albanesi.

Circa la metà di questi spazi ospita infatti l'istituzione educativa no-profit TUMO Tirana, che fornisce istruzione doposcuola gratuita per ragazzi dai 12 ai 18 anni in software design, robotica, animazione, musica e film.

Fondata in Armenia nel 2011 e da allora diffusasi in tutta Europa, TUMO contribuisce a fornire formazione e opportunità contro la "fuga dei cervelli". L'altra metà delle scatole colorate è accessibile al pubblico con bar, ristoranti, uffici e laboratori per start-up, incubatori, spazi studio e altro ancora.

TUMO Tirana · Photo © Giulia Mura

"La trasformazione della Piramide" raccontano gli MVRDV "mostra come un edificio possa essere reso adatto a una nuova era, pur preservando la sua storia. E dimostra come gli edifici brutalisti sono ideali per il riutilizzo: invece di demolire in modo dispendioso, il suo robusto guscio di cemento è stato adattato, soddisfacendo anche una serie di obiettivi di sviluppo sostenibile delineati dalle Nazioni Unite."

Anche l'iconica struttura piramidale esterna - da cui prende il nome - è stata interamente riqualificata, aggiungendo dei gradini e dei piani intermedi di sosta, che consentono alle persone di tutte le età di salire in cima all'edificio, da cui per altro si gode una vista incredibile, sul parco e sulle architetture circostanti.

Prima tra tutte, la torre ad uso misto DOWNTOWN ONE, attualmente il grattacielo più alto di Tirana. Disegnato sempre da MVRDV, l'edificio di 37 piani e 77.000 metri quadrati presenta una serie di case e uffici a sbalzo, che formano un motivo in rilievo sulla superficie, una "mappa" pixelata dell'Albania, ciascuna rappresentante una città o un paese, trasformando questo edificio in un'icona.

L'importanza dei cantilever non è solo iconografica; per gli occupanti dell'edificio, le vetrate sporgenti offrono spettacolari viste panoramiche sulla città e sulle montagne, mentre le terrazze consentono la comunicazione e la connessione per dare la sensazione di un villaggio verticale.

Downtown One di MVRDV · Photo © Giulia Mura

51N4E: TID Tower

Visibile dal viale principale che entra in città, la torre, terminata dallo studio belga nel 2016 in seguito ad un concorso ad inviti, è concepita come un monolite che, partendo da un'ellisse e terminando con un rettangolo, cattura la luce di Tirana e genera una gamma di ombre inaspettate.

Concepita come una costellazione di 3 edifici singoli, è tra le cose migliori che abbiamo visto: una torre alta 85 m che scende fino a terra, un edificio in vetro di 5 piani con copertura a sbalzo che crea una galleria pubblica all'aperto; e un edificio in cemento con un quarto di cupola scavato, che abbraccia la tomba di Suleiman Pasha.

La sua migliore caratteristica? Il rivestimento esterno della torre, un sistema vuoto/pieno di pannelli in graniglia di cemento appesi, che creano un effetto a corolla. Intelligente ed elegantissimo.

TID Tower di 51N4E · Photo © Giulia Mura

Molto altro in costruzione

La città, lo abbiamo capito, è in fermento, e i cantieri aperti attualmente da firme importanti - o i progetti prossimi alla realizzazione - sono numerosi.

Come - si, ancora loro, ma vi avevamo avvisato - lo Skanderbeg Building (ufficialmente noto come la Roccia di Tirana) di MVRDV, altro progetto mixed use che, con i suoi 85 metri di altezza e scolpito da balconi curvi a forma di busto dell'eroe nazionale albanese, sarà tra gli edifici più grandi del mondo che funge anche da scultura figurativa.

O il MET Tirana di Mario Cucinella Architects, residenze ed uffici dal sinuoso corpo a vela, un' architettura "scavata" dove la morfologia ellittica viene plasmata attraverso un gioco di terrazze a spirale. La facciata, scandita dalla variazione di moduli opachi e trasparenti e un attacco a terra completamente vetrato, conferisce all'edificio eleganza e leggerezza. L'immagine evocativa è la città di Berat, la "città bianca dalle 1000 finestre". Il risultato è un'architettura che acquisisce definizione nel gioco di volumi, matericità nella scansione delle superfici e qualità bioclimatica grazie alle terrazze alberate, ponendosi come elemento di rigenerazione urbana in continuità con il Bulevardi e il fiume.

BIG - Teatro Nazionale Albanese

È invece attualmente in fase di stallo il controverso progetto di BIG per il Teatro Nazionale Albanese.

L'edificio storico, demolito nonostante la cittadinanza fosse contraria, lascerà il posto al nuovo per rispondere alla fiorente scena artistica nella capitale, un volume "a papillon" di oltre 9mila mq, ottenuto sollevando il prisma al centro e creando così piazze pubbliche, collegamenti e l'opportunità per spettacoli sotto l'edificio.

La sua forma deriva proprio dall'idea di creare spazi di performance differenti, incluso il tetto, con l'auditorium principale centrale circondato da funzioni pubbliche a sud e da aree di servizio a nord. Su ciascun lato, la facciata offre uno sguardo sul funzionamento interno del progetto, trasformando l'edificio in una rappresentazione teatrale viva, a sé stante.

Teatro Nazionale dell'Albania di BIG-Bjarke Ingels Group

Steven Holl Architects - Expo Albania convention center and hotel

Ma soprattutto, è atteso il progetto di Steven Holl, selezionato a seguito di un concorso internazionale per il centro congressi e hotel Expo Albania. Il team vincitore - composto da Steven Holl Architects, l'artista Agnieszka Kurant, Atelier 4, Atelier Markgraph, Stoss e Arup - ha proposto un processo iterativo, raccogliendo firme dalle comunità locali e fondendole in un'unica linea errante, "End of Signature".

Il complesso è composto da due strutture, servizi di supporto e spazi pubblici. Mentre il centro espositivo mostra la sua silhouette in facciata, l'hotel offre un'immagine più sottile, esprimendo curvature simili in pianta piuttosto che in prospetto. Tra i due, una grande vasca di acqua piovana riciclata riflette entrambe le strutture. Il progetto integra elevati standard ecologici, con materiali e luce naturale, il riscaldamento e il raffreddamento geotermico e tegole solari bianche all'avanguardia per sfruttare tutta l'elettricità. Inoltre, la terra scavata durante la costruzione verrà utilizzata per creare cumuli che fungono da cuscinetti acustici nel tentativo di rinaturalizzare il paesaggio.

Centro Congressi e Hotel Expo Albania di Steven Holl Architects

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