"Una fiera ma anche un circuito culturale". La definisce così Domitilla Dardi, co-curatrice insieme ad Emilia Petruccelli di EDIT NAPOLI, la manifestazione dedicata al design autoriale - appena conclusa - che anche quest'anno ha portato nella città partenopea sguardi d'autore internazionali.

Complici la splendida cornice dell'Archivio di Stato di Napoli, la sinergia tra le curatrici e l'organizzazione curata nel dettaglio, anche quest'anno Edit Napoli non ha deluso le aspettative, confermandosi un appuntamento immancabile sia per i professionisti di settore che per i visitatori curiosi, a caccia di novità e complementi d'arredo unici nel loro genere.

L'allestimento speciale - curato dalla designer Sara Mondaini per il brand pugliese della lavorazione del metallo Officine Tamborrino, insieme alla designer tedesca Lilo Klinkenberg di Studio Lilo per il concept delle aree verdi - ha creato così un perfetto dialogo tra architettura storica e design ospitato, trasformando la fiera in uno spazio di narrazione e scoperta del prodotto, raffinato e mai banale.

Ad arricchire la manifestazione, come consuetudine, l'itinerario a caccia dei Cult, splendidi angoli della città impreziositi da opere d'arte e di design site specific.

Ecco una breve sintesi tra vincitori e luoghi di Edit Cult.

foto: © EllerStudio

I vincitori e le menzioni

In mezzo alla bellezza, ci sono i vincitori!

Tra gli oltre 100 espositori di questa edizione, la giuria - composta da Gianmaria Pizzocheri (strategy project director di Dior), Elena Salmistraro (designer), Alessandro Valenti (digital director di ELLE Decor Italia) e Cyril Zammit (design expert di Dubai) ha decretato i vincitori, scelti per "il design intelligente, il profondo rispetto per il patrimonio culturale e il prezzo ben calibrato".

A vincere il premio assoluto per l'area main è LOW, nato dalla collaborazione tra Parasite 2.0 e Bianco67, che ha dato vita a un prodotto dove l'esperienza nella lavorazione di marmi, pietre e graniti dell'azienda trova forma nell'approccio progettuale dello studio milanese. Processo prima che forma, nato dal desiderio di reinterpretare i materiali di scarto dei processi di produzione per integrarli in nuovi contesti di valore, collocandoli all'interno di un ecosistema più complesso e aperto grazie a un particolare meccanismo di giunzione che unisce materiali di diverso tipo e dimensione.

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Ad Atelier Nuanda con PLICO, invece, va il premio per la sezione Seminario, l'area dedicata ai talenti emergenti per delineare il design del futuro attraverso gli occhi delle nuove generazioni.

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Menzioni speciali, infine, ai lavori di Monostudio e Oikos per l'area main, assegnati "per l'approccio ecologico, filo conduttore e elemento di grande interesse dell'intera manifestazione, in questo caso declinato in due diverse modalità: una ricerca teorica e una ricerca applicata".

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I "Cult" non deludono, anzi migliorano di anno in anno!

Si potrebbe dire che i Cult sono come il vino, più invecchiano e più migliorano. Ma qui vale sempre la regola della novità che, di anno in anno, cresce in qualità ed effetto stupore.

Sarà che Napoli è una città dalle mille sfumature e dalle sorprese che non ti aspetti, e sarà anche che il design riesce a far vedere con occhi nuovi anche i luoghi conosciuti.

L'itinerario a caccia di Cult - quest'anno nel numero di 7 - è stata una vera scoperta.

Prima fra tutte la nuova scenografia di Kengo Kuma per il TEATRO SAN CARLO, che farà da sfondo per tutta la stagione all'opera Simon Boccanegra , per correre poi al PALAZZO REALE, con gli iconici pezzi di Mackintosh; e poi al MUSEO MINERALOGICO, occupato dalla nota azienda di legno Alpi per celebrare i 40 anni di collaborazione con i maestri del design. E ancora l'IPOGEO DEI CRISTALLINI nel quartiere Sanità, con l'opera di Allegra Hicks, la collaborazione tra Incalmi e Caterina Roppo nella CHIESA DELLE ANIME DEL PURGATORIO, in pieno centro, l'indagine sui concetti di vero e verosimile applicata alle connessioni tra cervello, tessuti neurologici e tecnologie digitali al MUSEO CIVICO FILANGIERI e infine la terrazza affacciata sul Golfo di Napoli, con la vista sul Vesuvio, arricchita dall'allestimento di Giulio Iacchetti e Matteo Ragni per Abet Laminati.

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Kengo Kuma x Alcantara al Teatro San Carlo

Realizzata in collaborazione con la nota azienda del settore tessile Alcantara, la nuova scenografia del Teatro San Carlo farà da quinta all'opera Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi.

L'ingresso in teatro per Edit Napoli era iniziato già qualche anno fa, ma che solo quest'anno, con un grande lavoro in team, è riuscito ad entrare nello spazio più ambito: la scena.

Non un architetto qualunque, a disegnarla è stato il maestro giapponese Kengo Kuma, dopo un accurato studio dell'opera nelle sue componenti argomentative e visive.

"Shiwa Shiwa" è il titolo scelto dall'architetto, che significa piega-solco e indica un concetto giapponese riferito all'andamento curvilineo della natura, alla sua inafferrabilità, al suo essere mobile, sguisciante, in perenne trasformazione. La superficie di Alcantara traforata, per una dimensione di circa 700 mq, crea forme sinuose sul palcoscenico del teatro, abitandolo insieme al coro e all'orchestra.

Proprio come le onde, la scenografia si muove, volteggia nell'aria e si lascia illuminare seguendo il ritmo della musica, che crea una sinestesia visivo-sonora nello spettatore.

Nella visione di Kengo Kuma l'onda di Alcantara, con le sue mutevoli volute in costante movimento, diviene l'emblema dell'azione dell'opera lirica e una vera e propria opera d'arte totalizzante, all'interno della quale lo spettatore viene calamitato.

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Editare iMaestri. Tributo a Filippo Alison

Un ingresso importante, quello all'interno del Teatro di Corte allestito, così com'è importante l'omaggio all'approfondito lavoro di ricerca svolto dall'architetto Filippo Alison sulla figura di Mackintosh.

Un amore nato negli anni '60, che portò Alison a dedicarsi allo studio e alla produzione dei prototipi del maestro scozzese, dalle forme pure, in netto contrasto con l'eclettismo dominante dell'epoca di Mackintosh.

L'architetto napoletano proposte a Cassina di includere le opere nel proprio catalogo, andando oltre l'interesse dell'azienda verso gli esponenti del Movimento Moderno.

Proprio grazie all'intuizione di Filippo Alison, infatti, nel 1973 gli arredi di Mackintosh divennero ufficialmente parte della Collezione Cassina iMaestri, di cui divenne lo stesso Alison divenne curatore.

Una selezione di modelli e prototipi firmati dall'autore scozzese dà quindi vita a un suggestivo racconto delle figurazioni progettate dal maestro.

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"Along the edge - ALPI 1984-2024" - Alpi Wood al Museo mineralogico

Prima partecipazione a Edit Napoli, che non passa inosservata!

Per celebrare i suoi 40 anni di attività nel design, la celebre azienda leader nella produzione di superfici in legno sceglie il Real Museo Mineralogico in centro città, attraverso un percorso narrativo che esplora la sua evoluzione grazie alla collaborazione con alcuni dei più grandi designer internazionali.

Così, sotto la curatela e l'allestimento di Piero Lissoni (art director di Alpi) e in mezzo alle teche di minerali, si viene a creare una perfetta armonia di contrasto tra antico e contemporaneo, con la scenografia specchiata che mette in risalto i prodotti di Angelo Mangiarotti, Alessandro Mendini, Ron Arad, Martino Gamper e tanti altri ancora.

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THIRTYONE DESIGN + MANAGEMENT al Museo civico Filangieri

Quello presentato al Museo civico Filangieri è un progetto di ricerca trasformato in opera d'arte.

Si intitola Neuro-philia e suggerisce i concetti chiave intorno a cui si sviluppa il progetto: neuro fa riferimento al cervello, ai tessuti neurologici e ai neuroni e filìa - dal greco amicizia, amore o affinità - richiama un legame simbolico, come quello delle trame dei filati esposti, che guida lo spettatore alla scoperta di meccanismi che governano il rapporto tra intelligenza naturale e artificiale.

Ideato da Claudia Campone e dal suo team con la collaborazione figure note nell'ambiente medico-scientifico, mette in scena un'indagine sui concetti di vero e verosimile applicata alle connessioni tra cervello, tessuti neurologici e tecnologie digitali, in dialogo con il mondo delle tessiture e delle fibre vegetali.

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Galateo Ancestrale by Caterina Roppo e Incalmi nella Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio

Un dialogo tessile ispirato al tema del respiro, presentato nella Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio a Napoli.

Le opere, che trovano ispirazione nel libero gesto del respiro, sono l'ultima evoluzione di uno studio approfondito sul tessile che l'artista ha sviluppato passo per passo grazie alle competenze di Incalmi. Un'indagine tridimensionale in cui la dinamica e il movimento del respiro vengono cristallizzati nelle trame del tessuto, grazie all'utilizzo del metallo. Un attimo che si galvanizza e si solidifica in forme sinuose, che sembrano continuare a muoversi nello spazio.

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L'uovo di Partenope by Allegra Hicks all'Ipogeo dei Cristallini

Si ispira al mito della sirena Partenope e all'uovo da lei deposto prima di morire che, come narra la leggenda, venne nascosto nelle fondamenta di Castel dell'Ovo.

La preziosa opera consiste in un uovo protettivo realizzato in crochet di bronzo, che racchiude al suo interno un uovo più piccolo, realizzato in resina di colore rosso scuro. La parte esterna in crochet di bronzo, sempre dalla forma ovale, funge da rete protettiva, evocando una rappresentazione simbolica della creazione e della gestazione, enfatizzando i temi della protezione e della nascita.

La reinterpretazione dell'artista e designer Allegra Hicks ha trovato casa nell'Ipogeo dei Cristallini, un luogo misterioso per la sua antica funzione funeraria, che invita a riflettere i visitatori sulla bellezza e sulla necessità della sua tutela.

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"Abet è 1000 colori" - Giulio Iacchetti e Matteo Ragni x Abet Laminati Archivio di Stato - sede sussidiaria di Pizzofalcone

La terrazza dell'Archivio di Stato di Napoli - sede sussidiaria di Pizzofalcone trasformata in una scenografia di colori, icone e panorami della città.

L'installazione, curata da Giulio Iacchetti e Matteo Ragni (design curator di Abet Laminati), stilizza il classico bucato steso del paesaggio urbano partenopeo che, sulla quinta del Vesuvio e dell'isola di Capri, mette in mostra la vasta gamma di laminati colorati e decorativi di ABET.

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