Il Parlamento ha approvato la risoluzione - proposta dal deputato Alessandro Amorese (FdI) - che impegna il governo ad «adottare le iniziative di competenza tese a sostenere e promuovere la tutela e valorizzazione dei beni architettonici di stampo razionalista».
La risoluzione, approvata in commissione Cultura della Camera, parte dal presupposto che l'architettura razionalista italiana rappresenti «uno dei punti più alti della nostra architettura e dell'urbanistica del secolo scorso ed è considerata a livello internazionale una delle massime espressioni del razionalismo mondiale».
Nella risoluzione vengo ricordati: l'Eur a Roma; le architetture di Giovanni Michelucci, come la stazione ferroviaria di Santa Maria Novella, a Firenze, e la chiesa di San Giovanni Battista sull'autostrada all'uscita di Firenze-Calenzano; di Pier Luigi Nervi, come le famose aviorimesse di Orbetello, in provincia di Grosseto; di Giuseppe Terrigni, ideatore della casa del fascio di Como; di Giuseppe Vaccaro e Gino Franzi, ideatori del palazzo delle poste a Napoli; di Adalberto Libera, progettista della villa Malaparte a Capri; ed, infine, di Edmondo Rossoni e Carlo Frighi ideatori della cosiddetta «città metafisica » di Tresigallo, a metà strada tra Ferrara e le Valli di Comacchio. Senza dimenticare: Figini, Pollini, Rava, Frette, Larco, Castagnoli.
Autori che - viene sottolineato nella risoluzione - «insieme testimoniano uno studio e una ricerca di soluzioni per le nuove esigenze, all'epoca, di una società in rapida evoluzione, più dinamica e veloce, che cominciava a conoscere l'uso massivo dei veicoli motorizzati e votata al modernismo che si doveva tradurre anche nella realizzazione di grandi opere».
«I beni culturali, storici, artistici e architettonici sono - viene sottolineato nel documento - uno dei principali motori di sviluppo economico del nostro Paese nonché di attrazione turistica; la loro conservazione e la loro valorizzazione è essenziale, così come la promozione di studi e ricerca su parti del nostro patrimonio che sino ad oggi non sono stati adeguatamente mantenuti e valorizzati come bene prezioso comune e come occasione di arricchimento storico culturale».
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