Realizzare ad Amatrice una nuova piazza dove prima del 24 agosto 2016, data del devastante primo sisma del terremoto del Centro Italia, c'era la chiesa di San Giovanni. Era questa la richiesta del concorso di progettazione indetto dall'ufficio per la ricostruzione della Regione Lazio.
La competizione è stata vinta dal raggruppamento guidato dalla società di ingegneria Ceas (mandataria/capogruppo), con i progettisti Vincenzo D'Angelo, Marco Sassano, Marco Antrodicchia e Gianluca Maccarone.
Per realizzare l'obiettivo, che è parte integrante del programma straordinario di ricostruzione, i progettisti hanno puntato alla creazione di uno spazio polifunzionale e attrattivo che integra i resti della chiesa rasa al suolo dagli eventi sismici e riutilizza le macerie. La progettazione - come richiesto dal bando - va oltre il sedime della ex Chiesa di San Giovanni, includendo anche la preesistente piazza Cacciatori del Tevere e la prospiciente porzione di via Roma. Prospiciente alla sede comunale e alla torre civica, l'area è in una posizione cardine del centro storico.
Il nuovo disegno dello spazio tenta di porre in connessione spaziale l'area della chiesa e lo spazio pubblico adiacente, andando a definire una successione di scalinate. L'obiettivo è dar vita ad un luogo simbolo della nuova città. La nuova conformazione viene definita come una «gradinata teatrale a terrazzamenti», uno spazio «ad uso sociale, a servizio della comunità e catalizzatore per eventi sia mondani che sporadici».
Oltre agli spazi per riposarsi e rilassarsi e ai percorsi pedonali, la piazza con il suo sviluppo a gradonate offre anche la possibilità di ospitare eventi e spettacoli all'aperto. «Questo approccio - scrivono i progettisti - consente al comune di pianificare liberamente l'offerta di intrattenimento stagionale, integrandola ad una delle poche aree simbolo storico della città ed alla torre civica restaurata, monumento di Amatrice».
«La presenza della torre civica monumentale - proseguono i progettisti - aggiunge un elemento di prestigio e storia al contesto della piazza, diventando parte del design ed offrendo un punto di riferimento visivo e storico, sfruttando la presenza del teatro che di fatto la rende elemento centrale dello spazio circostante».
Il progetto consente la lettura del passato, conservandone le tracce. Nulla di nostalgico: l'intervento resta contemporaneo e punta alla vitalità dello spazio allo stesso tempo ripropone la scansione spaziale della Chiesa San Giovanni nelle gradinate, cercando un legame tra il passato e il presente.
«Elementi chiave della chiesa, come l'altare e le nicchie, vengono integrati nel disegno della nuova struttura, apportando modifiche ai gradini stessi e modificando il segno a terra. Questo gesto architettonico - spiegano ancora i vincitori - si unisce a un'esperienza poetica in cui l'esperienza del visitatore è arricchita dal nesso storico insito nel disegno stesso. A seguito di queste logiche formali, l'incontro tra la "platea teatrale" e i ruderi della chiesa comporta ulteriori modifiche al disegno, introducendo spazi di aggregazione, riposo e meditazione».
«Lo sviluppo lineare viene occasionalmente interrotto dalla presenza dei ruderi e da grandi pietre recuperate dalle macerie, che vengono trasformate in semplici elementi di seduta. Questo processo di integrazione dei ruderi e dei segni del sisma nel disegno architettonico contribuisce a creare uno spazio unico e suggestivo».
La proposta progettuale ha origine, dunque, «dalla salvaguardia delle tracce del passato e dalla comprensione del valore culturale di ogni testimonianza».
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