Foto in copertina: lucernario e passerella | Yeagvr, CC0, via Wikimedia Commons
La metropolitana di Napoli torna a far parlare di sé, e anche molto bene!
La stazione della Linea 6 - progettata da Uberto Siola e inaugurata nel mese di luglio - si è infatti classificata al secondo posto tra le sei stazioni più belle al mondo del 2024. Il contesto è quello del Prix Versailles, l'ambito riconoscimento internazionale che, dal 2015, premia annualmente i migliori progetti di architettura e design, assegnando 24 titoli nelle 6 categorie individuate, tra cui aeroporti, campus universitari, impianti sportivi, musei e stazioni.
Al progetto di Uberto Siola, architetto ma anche politico e docente universitario, la giuria1 ha riconosciuto non soltanto la qualità dell'architettura, ma anche l'impatto sull'ambiente, sulla comunità e sul patrimonio locale. Sviluppata su tre livelli, la stazione è immaginata come una promenade architettonica verticale, che raccorda oltre 35 metri di dislivello.
Come dichiarato in sede di premiazione da Jérôme Gouadain, segretario generale del il Prix Versailles: "Le stazioni sono ancora una volta una componente essenziale del nostro contesto abitativo. Adempiono al ruolo di porta d'accesso a un'area geografica e, in molti casi, servono come spazi pubblici all'interno di tale area. Racchiudono la vita urbana, facilitano la mobilità e promuovono trasporti pubblici ecologici. Costruire belle stazioni è un investimento che non potrebbe essere più attuale o vantaggioso per la nostra società."
Con questo riconoscimento, la nuova stazione di Napoli diventa parte di una selezione di opere che uniscono funzionalità ed estetica, al fianco di altre infrastrutture di grande rilievo come la Grand Central Madison di New York, l'austriaca Schafbergbahn Station di Sankt Wolfgang, la Bell Station di Melbourne in Australia, la stazione di Beijing in Cina e la Matabiaum a Toulouse in Francia.
1 Per l'edizione 2024, la commissione era composta da figure professionali che rappresentano ambiti tecnici, artistici e culturali con l'intento di integrare diversi campi del sapere per ottenere risultati che riflettano molteplici punti di vista:
Benjamin Millepied (ballerino, coreografo e regista francese - presidente) · David Adjaye (architetto ghanese-britannico, fondatore dello studio Adjaye Associates) · Julia Fischer (violinista tedesca) · Sou Fujimoto (architetto giapponese, fondatore dello studio Sou Fujimoto Architects) · Blanca Suárez (attrice spagnola) · Guo Pei (prima fashion designer asiatica membro ospite della Chambre Syndicale de la Haute Couture) · Daniel Libeskind (architetto polacco naturalizzato statunitense e fondatore di Studio Libeskind)
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Ingresso principale © Azienda Napoletana Mobilità SpA
Il museo sotterraneo partenopeo
Il circuito delle Stazioni dell'Arte di Napoli, ideato nel 1995 dal critico d'arte Achille Bonito Oliva, ha trasformato le fermate della città in percorsi artistici ipogei. Ancora oggi, il progetto rappresenta uno dei principali motori di rigenerazione dello spazio pubblico, nonché uno dei più importanti interventi di architettura e arte mai realizzati in una rete metropolitana cittadina. La sperimentazione partenopea concorre alla definizione di un'identità culturale, con un sistema in cui luoghi di passaggio precedentemente anonimi e disfunzionali sono stati trasformati in nuclei strategici di resilienza urbana e in nodi di un "museo diffuso".
Chiaia è una delle quattro nuove stazioni inaugurate a luglio 2024 con l'apertura della Linea 6, che collega il centro storico di Napoli (piazza Municipio) a Fuorigrotta, creando un importante interscambio di trasporto che si connette con la Linea 1.
La banchina © Azienda Napoletana Mobilità SpA
Arte, luce e infrastruttura nel progetto di Uberto Siola
Inserendosi in questo progetto di trasformazione, la stazione di Siola, realizzata per il Comune di Napoli, costituisce un ulteriore tassello nella costruzione di un mosaico di arte contemporanea per la città.
"Le stazioni - ha dichiarato l'architetto - devono rispondere non solo alla necessità di spostarsi da un punto A a un punto B, ma anche alla creazione di luoghi che stimolino la vita sociale e culturale", sottolineando la necessità di trasformare queste infrastrutture urbane in spazi polivalenti che uniscano la funzionalità del trasporto pubblico all'arricchimento culturale e sociale delle città.
La fermata si sviluppa su tre livelli: l'ingresso principale in piazza Santa Maria degli Angeli, quello secondario su via Chiaia e il piano della banchina. L'architetto l'ha immaginata come una promenade architecturale, una passeggiata verticale che raccorda oltre 35 metri di dislivello. Una passerella elicoidale richiama la rampa del Guggenheim di New York e le antiche terme di Mercurio a Baia, fonte di ispirazione per l'architetto, in particolare per il design del lucernario.
Quest'ultimo, visto dall'esterno, appare come una "lanterna urbana" che - come affermato dai progettisti "rappresenta un elemento capace di diffondere al suo interno giochi di luce e ombre".
Lungo la discesa nel cuore della città, Peter Greenaway, regista britannico, ha immaginato una successione di opere che associano ad ogni livello una divinità mitologica e un colore ispirato ai dipinti murali di Pompei ed Ercolano.
La scultura di Giove all'ingresso, il racconto della fertilità della Terra, le riproduzioni delle statue della Collezione Farnese esposta al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, donano alla stazione Chiaia un valore culturale aggiuntivo, trasformandola da semplice luogo di passaggio a destinazione turistica.
di Maria Rosaria Dandolo
La cupola © Azienda Napoletana Mobilità SpA
+info: prix-versailles.com
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