Legge di Bilancio, ok al Piano Casa Italia da 560 milioni, a partire dal 2028

L'obiettivo: rilanciare le politiche abitative e dare risposta ai nuovi fabbisogni privilegiando il riuso del patrimonio

di Mariagrazia Barletta

Un piano nazionale per l'edilizia residenziale pubblica e sociale battezzato Piano Casa Italia che ha come obiettivo il rilancio delle politiche abitative e la definizione di strategie di medio e lungo termine per la complessiva riorganizzazione dell'offerta abitativa, in sinergia con gli enti territoriali. Un Piano che, almeno nelle intenzioni, dovrebbe servire a dare risposte ai nuovi fabbisogni abitativi emergenti, ad integrare i programmi di edilizia residenziale e sociale, a dare nuovo impulso alle iniziative di settore, ad individuare modelli innovativi di governance e di finanziamento dei progetti.

Il piano Casa, che dovrà privilegiare il riuso del patrimonio immobiliare esistente contrastando il consumo di suolo, dovrà essere approvato trascorsi 180 giorni dall'entrata in vigore della legge di Bilancio 2025, ossia entro il 29 giugno 2025. Per adottarlo servirà un Dpcm su proposta del ministero delle infrastrutture, previa intesa in Conferenza unificata.

La novità è inserita appunto nella Manovra 2025 approvata alla Camera. La previsione del Piano era già prevista nel disegno di legge di Bilancio varato dal Consiglio dei ministri, ma senza prevedere fondi per attuarlo. Con il passaggio a Montecitorio sono state previste delle risorse, seppure esigue e a partire dal 2028.

Per l'attuazione delle iniziative del Piano casa è autorizzata la spesa di 560 milioni di euro, di cui 150 milioni di euro per l'anno 2028, 180 milioni per il 2029 e 230 milioni di euro per il 2030.

Al riparto delle risorse si provvede con decreto dei ministeri delle infrastrutture e dell'Economia, anche tenuto conto dei fabbisogni e dei cronoprogrammi di spesa. Il medesimo decreto provvede altresì a stabilire le procedure di monitoraggio e di revoca delle risorse.

Il Piano Casa si innesta con le linee guida per la sperimentazione di modelli innovativi di edilizia residenziale pubblica che erano state previste dalla legge di Bilancio 2024, mai elaborate, che dovrebbero definire un programma d'azione per contrastare il disagio abitativo, facendo leva sull'invenduto privato, sul recupero e riconversione dell'esistente e sul partenariato pubblico-privato. Ora la Manovra 2025 prevede che quelle linee guida si occupino non solo dell'edilizia residenziale pubblica, ma anche sociale. 

Le linee guida avrebbero dovuto vedere la luce entro il 30 aprile 2024. Anche in quel caso si stanziavano risorse per gli anni futuri: sul piatto 100 milioni di euro da dividere equamente tra il 2027 e il 2028. Giusto per avere un termine di paragone, si ricorda che al Pinqua, grazie al Pnrr, sono andati 2,8 miliardi di euro, cui si sono aggiunti 767.3 milioni, per un totale di quasi 3,6 miliardi e 966 progetti finanziati.

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