Si complica la vicenda relativa al progetto di ampliamento del Whitney Museum of American Art, con l'entrata in gioco dei residenti nel quartiere in cui sorge il museo che, coadiuvati da comitati e associazioni impegnate nella salvaguardia dell'edilizia storica di Manhattan, contestano alcune delle scelte di Renzo Piano: in particolare, le maggiori perplessità sono legate alla demolizione di due brownstone, che dovrebbero lasciare spazio al nuovo ingresso principale del Whitney.
Il progetto è attualmente sottoposto all'esame della Landmarks Preservation Commission: quest'ultima dovrà pronunciarsi sull'ammissibilità delle opere previste, tenendo conto tra l'altro che uno dei due edifici ottocenteschi di cui si è proposto l'abbattimento è un "contributing building", cioè - come chiarisce il New York Times - un edificio riconosciuto come monumento storico.
La polemica che oppone la fazione favorevole all'ampliamento "a ogni costo", composta soprattutto da artisti, esperti d'arte o direttori di museo, al gruppo dei cittadini che temono di vedere snaturato il panorama urbano in cui vivono da decenni, rivela un disagio in parte condiviso anche dalla sezione newyorchese dell'AIA (American Institute of Architects), che ha chiesto alla Landmarks Commission di imporre ai responsabili del progetto di ampliamento del Whitney la preparazione di uno studio per verificare le eventuali soluzioni alternative alla demolizione.
Il timore più diffuso è che un'eventuale decisione troppo "benevola", giustificata dall'eccezionalità dell'intervento e dal prestigio internazionale di Piano, crei un precedente insidioso per il futuro assetto della zona più antica dell'Upper East Side.
I margini per un accordo restano comunque ampi, secondo quanto riferisce anche il Miami Herald: se si individueranno aggiustamenti tali da consentire l'approvazione del progetto da parte della Landmarks Commission, i lavori di ampliamento potrebbero iniziare già nell'estate del 2007 e concludersi entro il 2010.
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