Progettazione integrata e ricerca multidisciplinare per un edificio a basso impatto ambientale
La nuova sede di Tifs Ingegneria è l'esempio del successo della sinergia tra progettazione integrata e ricerca multidisciplinare estesa a tutti gli ambiti del progetto ed applicati ad un fabbricato di piccole dimensioni (ca. 2200 mq di superficie lorda). Questa metodologia applicata ad un modesto volume edilizio costituisce sicuramente nel nostro paese un aspetto innovativo. Raramente, infatti, si ritiene che per interventi di questo tipo sia proficuo spingere la ricerca progettuale all'utilizzo di tecnologie innovative integrate e a basso impatto ambientale perché si teme l'incidenza sul costo totale dell'opera. Tale preclusione deriva spesso da un approccio che tende a considerare esclusivamente il costo dell'investimento iniziale di un edificio e a non valutare, in un'ottica complessiva, gli oneri economici della gestione e del mantenimento dello stesso.
Il risultato è un edificio ad alto comfort ambientale, acustico, termo-igrometrico, percettivo (ottenuto grazie all'utilizzo e la diffusione della luce naturale in modo controllato) e a basso impatto energetico.
La scelta architettonica si è concretizzata in un edificio dalla morfologia particolare, una sorta di spirale che dal lato est si svolge verso ovest. Costituito da tre piani fuori terra ed uno interrato ha una struttura tripartita in tutti i suoi livelli. Si tratta di una costruzione camaleontica dove l'articolazione dinamica degli spazi d'accoglienza, i contrasti cromatici tra esterno e interno e l'uso della luce (naturale e artificiale) crea una relazione diversa fra edificio e ambiente nell'arco delle ventiquattro ore: di giorno guscio che racchiude e protegge, di notte opera che si mostra, in tutta la sua profondità, attraverso le trasparenze dei materiali e il bianco esaltati dalla luce artificiale sapientemente posizionata
Tutte e quattro le facciate sono state realizzate con tecnologie diverse secondo i principi della progettazione integrata (parete ventilata ad ovest; doppia pelle con un impianto di schermatura orientabile per il prospetto sud; particolari lamelle riflettenti nel retrocamera del lucernario nel lato est per impedire la radiazione solare diretta) nella costante ricerca dell'ottimizzazione del contributo attivo dell'involucro edilizio nel comportamento energetico globale dell'edificio. L'impianto di riscaldamento - raffreddamento è stato studiato con l'uso di pannelli radianti ad elevata inerzia termica (annegati nei solai) e di sonde geotermiche per il pre-riscaldamento - raffreddamento dell'acqua dell'impianto.
La struttura dell'edificio è in acciaio e calcestruzzo (quest'ultimo per favorire l'accumulo termico nei solai intermedi) mentre la copertura è realizzata in carpenteria metallica, rivestimento in zinco-titanio e da isolante in vetro cellulare. Nell'atrio, che si sviluppa in tripla altezza, la lamiera grecata è microforata e riempita in fibra poliestere fonoassorbente per garantire il benessere acustico.
L'illuminazione omogenea, e il più possibile naturale, è stata ottenuta principalmente grazie all'utilizzo del vetro per le due grandi facciate, per il lucernario e per le porte degli uffici. La scelta del vetro, inoltre, ha permesso di evitare l'utilizzo diurno della luce elettrica anche in giornate poco soleggiate. L'intero impianto di illuminazione e le schermature inserite nell'intercapedine della facciata sud sono controllate da un computer che in relazione alla posizione del sole e dell'intensità della radiazione solare, regola l'inclinazione delle alette e il flusso luminoso dei corpi illuminanti. Allo stesso modo sono controllate da un sistema di supervisione tutte le funzioni dell'impianto di climatizzazione.
arch. Giovanna Mar
nata a Venezia nel 1965 si è laureata in Architettura presso l'Istituto Universitario di Venezia e dedica oggi il suo tempo all'attività professionale ed alla collaborazione con l'ateneo veneziano. Qui dal 1995 è collaboratrice didattica presso il Dipartimento di Costruzione dell'Architettura per il corso di "Cultura tecnologica della progettazione" tenuto dalla prof.ssa Gianna Riva, con la quale svolge anche attività di ricerca sperimentale sulla problematica delle pareti ventilate, sullo studio dell'involucro edilizio concepito come "sistema integrato" e sulle tecnologie avanzate ad esso applicabili.
Dal 1990 lavora con lo Studio Architetto Mar progettando edifici per attività direzionale commerciale nell'area veneziana e numerosi interventi di edilizia pubblica e privata, residenziale e turistica
Nel 2000 ha vinto, con l'arch. Tobia Scarpa, il Concorso per il restauro del palazzo del Mercato Vecchio di Verona e nel 2002 è stata premiata, sempre in collaborazione con Tobia Scarpa, al concorso per la realizzazione del Palaghiaccio Hokey e ristrutturazione stadio comunale di Torino.
Nel 2002 ha partecipato come membro della giuria al concorso internazionale "TECU ARCHITECTURE AWARD 2002" svoltosi in Germania. Nel 2005 è stata segnalata per la "ristrutturazione dell'Hotel Mary" all'interno del PREMIO DI ARCHITETTURA indetto dal Comune di Venezia. Vincitrice della sezione provinciale con la "nuova sede per uffici della TiFS Ingegneria di Padova" all'edizione 2005 del PREMIO BIENNALE INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA BARBARA CAPPOCHIN. Sempre nel 2005 si classifica al primo posto del concorso per il progetto dell'Area residenziale e Parco fluviale del Comune di Caposile (VE). A febbraio di quest'anno, insieme con l'Arch. Giovanni Vaccarini si è aggiudicata il terzo premio del concorso di idee per il recupero del centro storico di Mestre compendio Umberto I indetto dal Comune di Venezia.
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