Se le indiscrezioni - riportate, tra gli altri, da Building (building.co.uk) - si riveleranno fondate, potrebbe prefigurarsi una falsa partenza per l'intervento di Herzog & de Meuron alla Tate Modern Gallery di Londra: gli architetti, in accordo con i committenti, avrebbero infatti deciso di cambiare il materiale da costruzione scelto in un primo momento per la facciata della monumentale nuova ala da 215 milioni di sterline, passando dal vetro al laterizio.
La decisione avrebbe come dirette conseguenze da un lato il ridimensionamento dell'espansione, in passato già paragonata a una specie di ziggurat o di piramide (guardian.co.uk) per la grandezza e la geometria, e dall'altro la necessità di sottoporla nuovamente alla valutazione del Consiglio di Southwark (il sobborgo di Londra in cui sorge la Tate Modern).
In altri termini, tali modifiche implicherebbero un'altra richiesta di autorizzazione, come ha evidenziato il funzionario responsabile della pratica Tate (bdonline.co.uk), sottolineando però che già al momento del primo permesso di costruire - concesso lo scorso anno (tate.org.uk) - erano state poste alcune condizioni, "compresa la necessità di concordare la facciata con l'autorità locale".
Dal punto di vista architettonico, un'addizione realizzata in mattoni avvicinerebbe il linguaggio del nuovo corpo di fabbrica allo stile della ex-centrale elettrica trasformata in galleria d'arte nel 2000 dagli stessi Herzog & de Meuron, sacrificando però lo slancio "olimpico" richiesto al progetto in previsione dei Giochi del 2012.
Immagini del progetto per la nuova ala della Tate Modern (da dezeen.com)
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