Approvato l'11 febbraio 2009 il maxi-emendamento al DL mille-proroghe che attende ora la definitiva conversione in legge e riserva una sorpresa sulle energie rinnovabili: slitta di un anno (da gennaio 2008 a gennaio 2009) l'obbligo per le nuove costruzioni di essere alimentate - almeno parzialmente - da fonti rinnovabili.
Tra le modifiche introdotte c'è infatti il rinvio della norma introdotta dalla Finanziaria 2008 (legge 244/2007) che prevedeva all'art. 1 comma 289 la modifica dell'art. 4 del Testo unico dell'edilizia (DPR 380/2001) che fissava al primo gennaio del 2009 la data entro la quale i regolamenti edilizi comunali avrebbero dovuto vincolare il rilascio del permesso di costruire nuovi edifici alla installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
La norma prevedeva che gli impianti fossero in grado di "garantire una produzione energetica non inferiore a 1 kW per ciascuna unità abitativa, compatibilmente con la realizzabilità tecnica dell'intervento". Limite che saliva a 5 kW per i "fabbricati industriali, di estensione superficiale non inferiore a 100 mq".
Rassicurazioni della maggioranza, che parla di semplice slittamento dettato "dalla necessità che tutti gli operatori si facciano trovare pronti quando la norma sarà operativa".
Il rinvio ha però scatenato le medesime polemiche che alcune settimane fa avevano accompagnato il tentativo (rientrato) di tagliare l'incentivo fiscale sulla riqualificazione energetica (il cosiddetto Bonus 55%): mentre nel resto del mondo si incentiva l'utilizzo delle fonti rinnovabili come determinante misura anticrisi e si punta sull'ambiente per uscire dalla recessione (per tutti l'esempio del New Deal verde di Obama) il nostro Paese si muove spesso in direzione contraria.
pubblicato il: