Progettisti, istituzioni, associazioni e proprietari di case si interrogano in questi giorni sulla validità del pacchetto di provvedimenti, denominato Piano Casa, che il Governo e alcune Regioni stanno per varare. I ritardi sui tempi annunciati contribuiscono ad alimentare il dibattito.
Su quotidiani e siti web troviamo prese di posizione ufficiali, sondaggi, raccolte di firme. Basati per forza di cose sul sentito dire. L'unico documento ufficiale in circolazione è il disegno di legge approvato il 10 marzo scorso dalla Giunta della Regione Veneto, un documento in cui si dà grande risalto al cosa si potrà fare, ma con pochi accenni al come.
Riportiamo un'interessante iniziativa di Edilportale segnalata in redazione. Una rassegna dei rumors sull'argomento e un sondaggio sul Piano Casa che registra i commenti e i pareri favorevoli (65%) e contrari (32%) dei professionisti che hanno espresso la loro opinione. Sarebbe interessante registrare l'opinione sui singoli aspetti del Piano (semplificazione procedure, demolizione e ricostruzione con aumento del 35%, aumento 20% cubature esistenti, nuova edificazione edilizia popolare), anche per evitare errori di interpretazione o strumentalizzazioni di questi numeri.
Auspichiamo tutti una semplificazione delle procedure, ma dobbiamo ancora capire come un'asseverazione di un progettista sostituirà il permesso di costruire, come verrà modificato il Testo Unico, che fine fanno gli Sportelli Unici dell'Edilizia, l'elenco degli abusi veniali e mortali, come (e se) verranno organizzati i controlli. Sono cose di cui attendiamo ardentemente di leggere qualcosa di ufficiale.
Di scritto (ma non ancora adottato) c'è solo che in Veneto si potrà costruire fino a un 20 o 35% in più rispetto alla situazione attuale. Nel quadro di un rispetto, anche questo da capire, dei regolamenti edilizi (?), dei vincoli paesaggistici e delle sovrintendenze. Non si parla espressamente del rispetto della statica dell'edificio e dei vincoli idrogeologici, ma diamolo per scontato. Si tratta di provvedimenti che per potersi attuare in concreto dovranno passare necessariamente il vaglio delle Regioni, e per alcuni aspetti anche dei Comuni. Quindi ci vorrà del tempo.
Viene da chiedersi il perché non concentrarsi prima sul tema della semplificazione delle procedure. Poche modifiche al Testo Unico da approvare in Parlamento. Si darebbe da subito uno stimolo alla ripresa, si sbloccherebbero tanti lavori in regola rallentati dalla burocrazia e si favorirebbe l'emersione del sommerso.
Infine, dal momento in cui noi progettisti saremo chiamati a prenderci delle responsabilità maggiori rispetto alle attuali, crediamo sia fondamentale la chiarezza delle nuove norme, qualsiasi esse siano, per evitare di essere implicati in dolorosi contenziosi con le amministrazioni coinvolte o anche solo con i vicini di casa o i condomini, a cui è probabile venga leso un diritto da una ipotesi di sopraelevazione o di ampliamento.
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