Una legge che ha l’obiettivo di promuovere la qualità e la sostenibilità ambientale degli edifici, tanto pubblici quanto privati, introducendo norme obbligatorie per il rilascio delle concessioni edilizie e per quanti effettuano lavori di ristrutturazione straordinaria utilizzando lo strumento della dichiarazione di inizio attività (Dia), salvaguardando solo i procedimenti edilizi già in corso.
“Un altro tassello verso una regione che concilia le necessità di una società che cresce, ma guarda ai grandi temi dell’impatto ambientale e del risparmio energetico come eccezionali opportunità di sviluppo, non solo di difesa del territorio – ha dichiarato il presidente Marrazzo – una legge frutto della definitiva maturazione di una cultura diffusa che investe sulla modernizzazione e su un effettivo miglioramento della vita dei cittadini. Una cultura testimoniata dall’approvazione unanime di un testo di iniziativa consiliare. Spero che il comparto dell’edilizia, così importante per la nostra economia – ha concluso Marrazzo – sappia cogliere la sfida che abbiamo lanciato: per il futuro dobbiamo puntare più sui progetti di qualità”.
“Dal giorno dell’entrata in vigore della legge nessuno nel Lazio potrà più richiedere licenze edilizie senza prevedere negli edifici sistemi di risparmio idrico e di produzione di almeno 1 kilowattora di corrente elettrica e del 50% dell’acqua calda a partire da fonti rinnovabili – ha spiegato l’assessore Astorre – in particolare per il risparmio idrico sarà obbligatorio realizzare sistemi di recupero delle acque piovane, di riuso delle acque grigie per gli usi compatibili, di istallazione di cassette con scarichi differenziati nei bagni e di rubinetteria dotata di miscelatore aria-acqua”.
Un’altra parte della legge, che per essere operativa ha bisogno di norme di attuazione prevede invece incentivi e contributi per quanti volontariamente decideranno di realizzare edifici a uso abitativo, commerciale e industriale, che rispettino le regole previste dal Protocollo regionale sulla bioedilizia.
Norme che prevedono il risparmio di energia e di acqua, l’utilizzo di materiali ecologici e non nocivi per la salute umana, e la realizzazione di costruzioni che garantiscano benessere e sicurezza a chi li abita o ci lavora.
La certificazione del rispetto di queste norme sarà affidata a professionisti estranei alla progettazione e alla costruzione, mentre i controlli sono delegati ai Comuni.
Altro punto qualificante della legge è l’obiettivo di ridurre la pressione degli insediamenti urbani sui sistemi naturalistici, al tempo stesso privilegiando il recupero di aree degradate piuttosto che il consumo di nuovo territorio.
Infine, ma non meno importante, è stato previsto che i fondi destinati a interventi di edilizia residenziale pubblica siano vincolati per il 60% alla realizzazione di edifici che perseguono i fini stabiliti dal Protocollo sulla bioedilizia.
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