Il progetto, messo a punto dalla Fabbrica del Sole, si chiama “off grid” e sarà presentata a Milano, insieme a Mario Cucinella Architects in occasione della Fiera Campionaria delle Qualità che si aprirà il 7 maggio
Arezzo conferma la sua vocazione all’innovazione.
Dopo l’idrogenodotto, ecco la casa staccata da qualsiasi rete (acqua, metano, energia) e che nella cassetta della posta non ha mai bollette.
L’iniziativa è stata presentata dal Sindaco e dall’assessore all’innovazione del Comune di Arezzo e dalla professoressa Caterina Tristano dell’Università di Siena e da Paolo Fulini, Presidene della Fabbrica del Sole, titolare del brevetto
Il progetto “off grid” si lega infatti ad un prossimo master e quindi al rilancio del Polo Universitario di Arezzo.
Tema, questo, particolarmente sentito dall’Amministrazione comunale sia in relazione allo sviluppo della ricerca e dell’innovazione sia al sostegno dell’economia locale e del sistema delle imprese.
Il Sindaco ha infatti evidenziato l’obiettivo di rendere Arezzo centro di ricerca a livello nazionale per le energie rinnovabili e per il risparmio energetico.
L’edificio ‘off grid’ è una struttura totalmente autosufficiente, non collegata ad alcuna rete e in grado di gestire i normali fabbisogni di energia, gas, acqua, reflui, connettività.
Una struttura che scambia con l’ecosistema soltanto sole, vento e pioggia senza consumare altre risorse né tanto meno inquinare.
L’energia elettrica viene prodotta dalle fonti rinnovabili presenti sul territorio: fotovoltaico, eolico, idroelettrico, geotermico.
L’energia così prodotta può essere stoccata all’interno dell’edificio.
La molecola con le migliori caratteristiche di producibilità e stoccabilità energetica è l’idrogeno che, oltre ad essere utilizzato come vettore energetico per cogeneratori a fuel cell o a combustione diretta per produrre energia elettrica e calore, può essere usato nell’edificio come gas in caldaie o forni, come gas domestico nei fornelli di cucina od infine per alimentare veicoli ibridi.
Il calore può essere ottenuto grazie a pannelli solari a tubi sottovuoto per aumentare la produzione invernale ed ottenere alte temperature d’estate.
Questo calore può essere immagazzinato in un accumulo stagionale, integrato con quello prodotto dai cogeneratori o dalle caldaie (funzionanti ad idrogeno o vegetali prodotti in loco) per alimentare d’inverno il riscaldamento radiante a parete o pavimento a bassa temperatura.
Il calore prodotto nel periodo estivo viene immesso nell’accumulo stagionale o va ad alimentare una macchina ad assorbimento per la produzione di frigorie.
Le acque meteoriche vengono accumulate in una cisterna che si mantiene ad una temperatura di circa 15 gradi tutto l’anno.
L’acqua può essere potabilizzata mentre quelle “nere” vengono depurate con una vasca di fitodepurazione in modo da ottenere una acqua inodore ed incolore, non potabile ma utilizzabile come acqua per il wc o per l’irrigazione del giardino.
I rifiuti organici e la biomassa della vasca di fitodepurazione possono essere compostati per strutturare e ripristinare il contenuto organico dei terreni.
La connessione dati a larga banda e voce per la telefonia può essere realizzata anche mediante ponte radio point-to-point con un provider.
In questo modo l’edificio risulta indipendente dalle reti del gas, dall’acquedotto, della fornitura elettrica, delle fognature e della telefonia.
Ma risulta anche sostenibile per l’ecosistema in quanto nulla prende e nulla rilascia.
L’edificio risulta essere più sicuro per l’indipendenza dalle forniture delle reti, economico, atossico e salubre in quanto tutti i prodotti e materiali coinvolti lo sono.
(Fonte: comune di Arezzo)
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