Snellimento della burocrazia a beneficio del risparmio di tempo e costi per incentivare le famiglie ad investire sul bene durevole del mattone e per sfruttare la capienza abitativa del costruito senza erodere nuove porzioni di territorio.
E’ questa la filosofia con cui è stato redatto il nuovo Codice regionale dell’Edilizia, il Testo unico che recepisce anche il Piano Casa nazionale, e che – ha reso l’assessore regionale alle Autonomie Locali e Pianificazione territoriale, Federica Seganti – entrerà in vigore immediatamente dopo la pubblicazione sul Bur, presumibilmente tra fine novembre e inizio dicembre (per l’entrata in vigore del Codice, invece, bisognerà attendere 30 giorni dalla pubblicazione).
I contenuti più interessanti per il cittadino del Testo unico che sostituisce l’attuale normativa (il DPR 380), introducendo per la prima volta a livello italiano il silenzio-assenso per le procedure edificatorie (i Comuni hanno 60 giorni per rispondere e la mancata risposta equivale a parere positivo) sono stati illustrati dall’assessore Seganti, assieme al presidente della IV Commissione consiliare, Alessandro Colautti.
Si stima che in Friuli Venezia Giulia siano 400 mila le famiglie con una casa di proprietà e che almeno 200 mila di queste possiedano una uni o bifamiliare, la tipologia abitativa per la quale è più semplice modulare gli interventi in deroga previsti dal Codice.
Posso ampliare il mio appartamento in centro storico?
Per quali opere alla mia casa unifamiliare serve il permesso del Comune?
Devo fare l’orto: devo chiedere autorizzazione?
Quali sono gli interventi in edilizia libera?
“Sono queste alcune delle domande più frequenti a cui il codice dà risposta – precisa Seganti – perché è stato pensato per concedere una serie di libertà al cittadino nella gestione della sua proprietà privata. Ci sono dunque tutta una serie di attività libere: dall’arredo da giardino alla possibilità di farsi l’orto o mettere il barbecue – elenca Seganti – senza incorrere in un abuso edilizio se si omettono le richieste di autorizzazione che erano finora previste”.
Quanto invece alle possibilità offerte dal Piano Casa recepite a livello regionale, previo rilascio del permesso di costruire da parte del Comune, i cittadini avranno 5 anni di tempo dall’entrata in vigore della legge per iniziare i lavori previsti dal Piano.
Il codice, infine – hanno puntualizzato Seganti e Colautti – attraverso l’introduzione del “glossario” dell’edilizia introduce criteri di trasparenza e uniformità di trattamento su tutto il territorio regionale da parte di tutte le Amministrazioni comunali.
“Non si tratta di ingerenza per limitare l’autonomia dei Comuni, che mantengono infatti grande potestà regolamentare, ma di un necessario intervento per diffondere un’omogeneità di definizione e di nozioni base“, ha concluso Colautti.
(Fonte: regione Friuli-Venezia-Giulia)