Inaugurato il primo impianto italiano di “co-generazione” a miscela metano-idrogeno: alimenta la piscina universitaria della Sapienza a Tor di Quinto e fa parte del programma Joint Lab di Sapienza Innovazione, finanziato dalla Regione Lazio.
Il “co-generatore” di Tor di Quinto è anche parte integrante del Piano per l’Energia Sostenibile di Roma Capitale, presentato agli Stati Generali della città, e dei progetti per l’autonomia e la compatibilità energetica sui quali poggia in larga misura la candidatura romana alle Olimpiadi del 2020. Un piano che, nel suo complesso, punta a ridurre il biossido di carbonio (CO2) in atmosfera di tre milioni di tonnellate l’anno entro il 2020.
Al taglio di nastro c’era un ampio parterre di autorità, tra le quali il rettore della Sapienza Luigi Frati, l’assessore capitolino all’Ambiente Marco Visconti e il suo omologo della Regione Lazio, Marco Mattei.
Il nuovo impianto, spiegano i tecnici, è costituito da un “elettrolizzatore” (alimentato ad energia solare) che produce idrogeno. Questo arricchisce il metano che alimenta il gruppo di produzione energetica. Il gruppo, a sua volta, assicura la produzione combinata dell’elettricità per i campi sportivi e dell’energia termica che riscalda la piscina.
Rispetto agli impianti tradizionali, il sistema consente un risparmio energetico del 25% e una riduzione delle emissioni tra il 15 e il 20%, in funzione della quota di idrogeno introdotta nella miscela combustibile. Caratteristiche promettenti, per cui – preannuncia l’assessore Visconti – il co-generatore “sarà replicato nelle piscine comunali”.
L’impianto di Tor di Quinto ha anche funzione di laboratorio: servirà a sperimentare quanto variano le prestazioni termiche ed elettriche del co-generatore a seconda della quantità di idrogeno immessa. In seguito, poi, si studierà e realizzerà qui il primo distributore di idrogeno (e di idro-metano) per alimentare veicoli di nuova generazione – e dunque per la mobilità sostenibile a Roma.
Il nuovo co-generatore nasce nella logica del masterplan di Jeremy Rifkin per Roma Capitale, che prevede numerose azioni per il risparmio e l’efficienza energetica. Tra queste, centrale la smart grid, pure elaborata in ambito universitario e presentata agli Stati Generali lo scorso 22 febbraio: un sistema di “isole energetiche” interconnesse in una rete intelligente di energia elettrica, termica e per il raffreddamento. Carta vincente del sistema, l’autosufficienza.
La prima “smart grid”, prevista nel Piano Strategico di Sviluppo della città, sarà quella dell’Eur: garantirà l’autosufficienza energetica delle grandi utenze, con due anelli paralleli di teleriscaldamento e diramazioni che porteranno elettricità e calore agli edifici. Il progetto sarà realizzato in tre anni e costerà 24 milioni di euro finanziati da Acea.
(Fonte: Comune di Roma)