La maggior parte delle aziende italiane del comparto punta sul fotovoltaico. Seguono biomasse ed eolico. Consolidati idroelettrico e geotermico
Il settore delle rinnovabili sta profondamente cambiando il comparto energetico, in Italia e non solo.
Si stanno sviluppando nuove tecnologie, e stanno nascendo nuovi tipi di aziende. Anche la concezione della rete, a seguito della progressiva diffusione del modello di generazione distribuita, sta mutando radicalmente.
E’ quanto è emerso da “Profilo e prospettive dell’industria italiana delle rinnovabili”, lo studio realizzato da Agici sugli iscritti al progetto Corrente del Gse.
Corrente è un portale ad adesione volontaria aperto a tutte le imprese italiane operanti nella filiera delle energie rinnovabili che vogliono rafforzare la propria competitività tecnologica e commerciale.
L’iniziativa nasce con l’obiettivo di rafforzare la crescita imprenditoriale e la presenza degli operatori italiani all’estero, favorendo la crescita del settore e agevolando i contatti tra gli aderenti e le Istituzioni.
Lo studio di Agici costituisce una prima analisi di 128 aziende iscritte a Corrente (a oggi sono oltre 500).
Tra le aziende italiane si è voluto includere anche quelle estere che non si sono limitate a insediare semplici filiali commerciali in Italia ma che vi hanno aperto anche stabilimenti produttivi generando impatti positivi sul territorio.
In tutti i principali paesi del mondo sta nascendo una industria delle rinnovabili: un’industria ancora giovane e con identità e missione in divenire. Questo fenomeno sta ovviamente interessando anche l’Italia, dove la consapevolezza di avere un’industria nazionale è ancora poco diffusa.
Le 128 aziende iscritte a Corrente e prese in esame generano un fatturato di oltre 21 miliardi di euro a fronte di 46mila persone occupate.
Si tratta di numeri certamente rilevanti che danno un’idea dell’importanza del settore delle rinnovabili per il nostro Paese; tuttavia i numeri qui riportati sono ancora lontani dal considerarsi definitivi: il settore delle rinnovabili ha dimensioni più ampie di quello che ci si immagina ed è in continua crescita e mutamento.
La maggior parte delle aziende iscritte si caratterizza per la localizzazione geografica nel Nord Italia e per la piccola dimensione.
Sono poche, rispetto al totale degli aderenti, le imprese che superano la soglia dei 50 dipendenti e dei 50 milioni di euro di fatturato.
Questo vale, in misura più o meno accentuata, per tutte le principali filiere delle rinnovabili La maggioranza degli iscritti, 87 aziende, ha puntato sul fotovoltaico, tecnologia emergente e con ampi margini di sviluppo. Seguono biomasse (49 aziende) ed eolico (47).
Si rivelano invece settori molto consolidati, e quindi con un numero non elevato di player, idroelettrico e soprattutto geotermico.
Da registrare positivamente le 24 aziende iscritte attive nel solare termodinamico, segno della presenza di molti attori italiani in tecnologie innovative.
A livello di presenza internazionale, emerge come il 61% degli iscritti sia presente in almeno un altro paese al di fuori dell’Italia, prevalentemente con filiali di tipo commerciale.
Le aree più attrattive per gli iscritti sono in paesi dell’Europa Occidentale, dell’Est Europeo e del Nord Africa e Medio Oriente.
Considerando, da un lato, le caratteristiche delle imprese iscritte a Corrente e, dall’altro, le complesse dinamiche dell’industria ormai globale delle rinnovabili, lo studio riporta alcune indicazioni circa le opportunità e le prospettive delle imprese italiane attive nelle rinnovabili.
E’ evidente come, in uno scenario di competizione globale sempre più spinta, molte caratteristiche comuni alle imprese rinnovabili italiane costituiscano indubbiamente una criticità: su tutte la piccola dimensione, in termini di fatturato e dipendenti, le rende particolarmente fragili sia nei confronti dei grandi gruppi di paesi quali Germania, USA e Giappone, sia verso le imprese emergenti dei Paesi in via di sviluppo con aggressive politiche commerciali incentrate sulla leva del costo.
A questo si aggiunge il fatto che, avendo l’Italia varato solo di recente una organica politica di sostegno alle rinnovabili, l’industria italiana sia ancora giovane e con poca esperienza rispetto ai paesi che fin dall’inizio hanno creduto in questo settore.
D’Altro canto, le industrie italiane possono contare su importanti vantaggi competitivi. Esse sono molto attive nell’innovazione tecnologica con alcuni casi di avanguardia a livello internazionale (ad esempio il solare a concentrazione).
Si tratta di un punto di forza molto importante in quanto nel settore delle rinnovabili, gran parte della competizione futura si giocherà sulle nuove tecnologie. Inoltre l’Italia ha una posizione geografica molto favorevole, al centro del Mediterraneo e vicina ai Balcani, zone interessate da i più rilevanti progetti di sviluppo nelle rinnovabili.
In conclusione, le quattro condizioni prioritarie perchè si sviluppi l’industria italiana delle rinnovabili sono:
1. Crescita dimensionale attraverso M&A o creazione di consorzi
2. Supporto delle autorità governative con una politica industriale chiara e di largo respiro
3. Investimenti in innovazione tecnologica
4. Crescita nei Paesi in via di Sviluppo e in particolare nel bacino del Mediterraneo
(Fonte: GSE)