Sulla base di un compromesso raggiunto con il Consiglio, il Parlamento ha approvato la modifica di due direttive relative agli appalti pubblici finalizzata a salvaguardare le possibilità di ricorso dei candidati, con la sospensione in tempo utile della firma del contratto, e a proporre misure che consentano di lottare contro le aggiudicazioni illegittime mediante trattativa privata.
La proposta di direttiva presentata dalla Commissione europea è intesa
a modificare la vigente legislazione europea relativa alle possibilità di ricorso precontrattuali
offerte alle aziende che si ritengono lese all’atto dell’aggiudicazione
di un appalto (direttive 89/665/CEE per gli appalti pubblici classici e
92/13/CEE per gli appalti pubblici speciali).
Il progetto è destinato a essere applicato nell’ambito delle procedure
formali d’aggiudicazione di appalti pubblici (direttive 2004/18/CE e
2004/17/CE) e degli appalti a trattativa privata superiori alle soglie
fissate.
Esso è finalizzato al raggiungimento di due obiettivi principali:
– salvaguardare le possibilità di ricorso dei candidati all’ottenimento di un appalto pubblico, prevedendo di sospendere in tempo utile la firma del contratto
– proporre misure che consentano di lottare contro le aggiudicazioni illegittime mediante trattativa privata.
Gli Stati membri hanno ora 2 anni per trasporre le nuove disposizioni nel diritto nazionale.
Proposta di Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio
Che modifica le direttive 89/665/CEE e 92/13/CEE del Consiglio per
quanto riguarda il miglioramento dell’efficacia delle procedure di
ricorso in materia d’aggiudicazione degli appalti pubblici
Vedi (in formato .PDF)