Soluzioni per ambienti fruibili da disabili
I prodotti Eclisse volano in Spagna, precisamente ad Alicante, per facilitare e rendere più vivibile possibile la fruizione degli spazi per i pazienti dell’Istituto Lukas Koch.
L’edificio, che si pone l’obiettivo di creare una residenza condivisa in cui anche chi soffre di gravi disabilità motorie sia in grado di vivere in completa autonomia, ha optato per le porte a scomparsa marchiate Eclisse, così da non intralciare i movimenti di chi, quotidianamente, deve combattere con una condizione difficile da sopportare.
La storia della Fondazione Lukas
La Fondazione prende il suo nome da Lukas, un ragazzo, ormai sedicenne, affetto da una patologia mitocondriale che lo costringe su una sedia a rotelle. Il ragazzo non parla e non riesce a muoversi in autonomia, al punto che anche piccoli spostamenti in auto risultano particolarmente difficili per lui e per la sua famiglia.
Da questa storia inizia anche quella della Fundación Lukas, un progetto pilota che nasce dalla volontà di creare un residence capace di assistere e migliorare, in una superficie di 1000 metri quadri, le condizioni di vita delle persone che, proprio come Lukas, devono fare i conti tutti i giorni con le difficoltà portate dalla malattia.
Il progetto della Casa-Hogar – Fundación Lukas
Centro e Unità abitativa per ragazzi disabili
Il progetto del centro è un progetto innovativo in Spagna e guarda al modello olandese della casa tutelata (viviendas tuteladas), ribattezzata dalla Fondazione con il nome di “casa hogar”, cioè un ambiente dove tutti hanno la possibilità di vivere indipendentemente dalla propria famiglia, pur avendo difficoltà persino nel compiere gesti quotidiani. Ogni atto e ogni momento sono facilitati da un ambiente piacevole e accogliente, che si sforza di essere, per i pazienti, non un centro di cura ma una vera e propria casa.
Dal punto di vista progettuale l’edificio, realizzato nel 2014 per mano di Christian Klein, è stato creato in modo tale da essere, prima di tutto, energeticamente sostenibile e quanto più possibile autosufficiente (all’85%).
La copertura, infatti, è stata dotata di un impianto fotovoltaico capace di coprire il fabbisogno energetico dell’abitazione, mentre i pannelli solari provvedono alla produzione di acqua calda sanitaria, riducendo al minimo lo sfruttamento di fonti di energia di origine fossile.
L’involucro edilizio è ben isolato e gli apporti solari sono massimizzati grazie alla presenza di ampie vetrate che, durante il periodo estivo, possono essere oscurate con pannelli a veneziane mobili.
Il giardino
Il giardino è stato progettato e studiato in ogni minimo dettaglio da una delle volontarie della fondazione, l’architetto paesaggista Elena Guembe.
Per permettere anche a chi si muove su una sedia a rotelle di attraversare lo spazio verde, è stato studiato un percorso con un pavimento apposito e con delle curvature dolci e morbide. La natura viene sfruttata al massimo per creare zone d’ombra dove sostare, aree attrezzate per il gioco e una pista da bocce. Il tutto è stato progettato in maniera adeguata, così da permettere lo svolgimento di ogni attività anche ai pazienti colpiti da grave disabilità.
Lo studio sulle specie vegetali che abbelliscono il giardino ha permesso all’architetto Guembe di trasformarlo in un vero e proprio percorso sensoriale, capace di stimolare sentimenti diversi attraverso la vista, l’olfatto, il tatto e il gusto. Sono state piantate, infatti, specie aromatiche e alberi da frutto facilmente raggiungibili anche da chi è costretto su una sedia a rotelle. Le piante utilizzate sono tutte autoctone e capaci di sopravvivere alle temperature della zona.
È stato installato un sistema di recupero e riutilizzo dell’acqua piovana che va ad alimentare l’impianto di irrigazione del giardino.
L’interno
La struttura è suddivisa in due aree separate.
Una è aperta e ospita i desk di accoglienza, gli uffici e gli spazi attrezzati per le sedute di fisioterapia. L’area terapeutica è stata pensata come un luogo di accoglienza per pazienti di tutte le età. Per questo motivo, accanto alle sale dove si svolgono le sedute di fisioterapia, sono stati ricavati una piscina terapeutica una sala con giochi, uno studio per il personale e un salone separato da un vetro oscurato da un lato. Qui si tengono gli incontri degli ammalati con gli psicologi, mentre al di là della barriera vitrea i parenti e gli studenti possono assistere alle sedute senza essere visti e, pertanto, senza mettere a disagio il paziente che potrebbe sentirsi osservato.
L’altra area, invece, è riservata ai residenti ed è organizzata come un appartamento composto da 7 camere da letto, una per ognuno dei 7 pazienti adolescenti/adulti dai 17/18 anni residenti nella struttura, bagni, aree comuni con cucina, sala da pranzo, salone e stanza sensoriale.
L’intenzione è stata quella di creare un ambiente personale, dove ogni paziente è libero di personalizzare il proprio spazio. L’arredo, infatti, è ridotto al minimo, così da consentire agli ospiti della struttura di portare nella loro nuova casa tutti i mobili che preferiscono.
I familiari non vivono all’interno del centro, ma possono trascorrere parte della giornata con i figli, adolescenti o adulti che siano.
La sala sensoriale ospita un materasso ad acqua ed è attrezzata per la terapia luce e musica, capace di rilassare e, contemporaneamente, stimolare il paziente.
I sistemi scorrevoli a scomparsa Eclisse per migliorare l’accessibilità
Per ridurre i disagi legati all’apertura e alla chiusura delle porte a battente, sono stati utilizzati i sistemi scorrevoli Eclisse i quali, scomparendo all’interno del muro, non intralciano gli spazi di manovra e non interferiscono con il passaggio di una sedia a ruote.
All’interno dell’Istituto Lukas sono stati installati oltre 30 sistemi scorrevoli a scomparsa. Alcuni di questi sono ad anta singola e presentano dimensioni standard, altri, precisamente 11, sono modelli Hoist, una variante del controtelaio per porta a scomparsa ad anta singola che consente il passaggio dei dispositivi per il movimento e la cura della persona.
Di questi 11, 3 sistemi Eclisse Hoist sono stati utilizzati per l’area fisioterapia nella loro versione a tutta altezza. Altri due sono stati posizionati all’ingresso dei bagni.
Anche la porta di accesso alla piscina è un fuori formato e arriva a coprire una luce pari a 1745mm x 2900 mm.
Il sistema Hoist: l’impegno di Eclisse contro le barriere architettoniche
Il sistema Hoist è stato pensato appositamente per le esigenze di chi soffre di disabilità motorie e vuole porsi come soluzione pratica ed efficiente nell’abbattimento delle barriere architettoniche.
Le porte scorrevoli Hoist sono state concepite per essere abbinate a dispositivi di sollevamento a binario motorizzati per facilitare il movimento e la cura della persona. Trattandosi di una soluzione a scomparsa, il sistema permette di ridurre i disagi legati all’apertura e alla chiusura delle porte tradizionali che chi è costretto su una sedia a ruota potrebbe riscontrare.
Il binario e la traversa sono state realizzate con un particolare sistema che attraversa completamente la porta ma non interferisce con la chiusura e l’apertura della stessa. Al contrario, ne facilita l’attraversamento, permettendo lo sfruttamento dell’impianto di sollevamento per le necessità quotidiane della persona.
Le porte Hoist vengono realizzate a partire da luci con larghezza minima di 900 mm, di cui 100 mm sono occupati dalla sporgenza del pannello porta e 800 mm sono di luce effettiva.
Il soddisfacimento dei bisogni di chi presenta ridotte capacità motorie è la definizione del concetto di abitabilità di cui Eclisse vuole farsi promotrice. L’azienda, infatti, sostiene lo studio e la realizzazione di elementi edilizi capaci di abbattere le barriere architettoniche pur mantenendo la loro bellezza estetica, così da offrire ai disabili la possibilità di vivere in autonomia e di condurre un’esistenza priva di limitazioni, sia fisiche che sociali.
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