Completata nei primi mesi del 2021, Ca’ Gioia vuole essere “la sintesi di una villa urbana e di una tenuta di campagna aperta sul paesaggio” secondo le intenzioni dell’architetto Francesco Pascali.
Adagiata su un terreno in leggera pendenza piantumato a ulivi e altre piante da frutto, il suo ingresso affaccia su una delle meravigliose opere cinquecentesche di Andrea Palladio e sui primi rilievi montuosi che danno inizio alle Prealpi Venete.
La villa si sviluppa su una superficie di 8.000 m2 e si articolata su un impianto a L che ricalca il sedime di un edificato preesistente a vocazione agricola.
Ca’ Gioia | progetto architetto Francesco Pascali.
© photo Andrea Martiradonna
Il rigore classico di Ca’ Gioia, i profili puliti e lineari del suo involucro e la razionale distribuzione degli interni sono frutto di un lungo processo progettuale che ha visto coinvolti allo stesso modo la proprietà e l’architetto Francesco Pascali. “Abbiamo lavorato quasi quattro anni al disegno di questa architettura per renderla concettualmente un’opera totale, basata sull’utilizzo praticamente esclusivo di un materiale a me molto caro, quale è Lapitec, in tutte le sue declinazioni: facciata, tetto, pavimentazioni esterne, rivestimenti degli ambienti bagno, piano della cucina e di alcuni degli arredi” racconta l’architetto.
Il progetto
La nuova architettura residenziale interpreta in chiave contemporanea i dettami del linguaggio palladiano, secondo le intenzioni del progettista. Il corpo principale, di due piani fuori terra, si estende con un’ala di un singolo piano verso l’interno assecondando le curve naturali del terreno. I volumi sono puri e le geometrie rigorose, scanditi da un preciso rapporto di pieni e vuoti; l’ingresso definito da una lunga copertura di vetro.
© photo Andrea Martiradonna
All’interno del corpo principale si aprono al paesaggio con ampie vetrate gli ambienti della zona giorno al piano terra: un grande soggiorno, la cucina, la zona pranzo e uno studio si articolano in un percorso fluido e aperto che lasca libero passaggio alla luce. Al livello superiore trovano collocazione gli ambienti più intimi della zona notte.
Nel secondo volume che circoscrive il giardino interno, oltre a due autorimesse, sono presenti una palestra e una taverna, una camera per gli ospiti e un monolocale per il personale di servizio con accesso indipendente.
La duttilità delle lastre Lapitec
A stabilire il ritmo dei pieni e dei vuoti è stata la scelta delle lastre Lapitec come unico rivestimento: sono infatti in pietra sinterizzata le superfici orizzontali, verticali e anche la copertura.
Il grande formato, di dimensioni 1.500×3.365 mm, è stato posato all’esterno sia intero sia tagliato per creare “una pelle sartoriale, cucita al centimetro”. Le facciate ventilate si articolano per una superficie totale di 600 m2, sono state realizzate con lastre in nuance Bianco Crema finitura Arena, Dune e Vesuvio nello spessore dei 12 mm e sostenute da elementi di ancoraggio meccanico.
Il disegno dei fronti ha perseguito l’idea dell’architetto Francesco Pascali di creare “un’immagine fortemente monolitica e contemporanea” non rinunciando a conferire un certo ritmo grazie al gioco di incastri delle lastre.
In copertura, per un totale di 530 m2 di superficie, sempre ventilata, le lastre in Lapitec in Terra Ebano finitura Dune sono state posate intere, ritagliate solo in corrispondenza dei lucernari e per l’installazione di pannelli fotovoltaici che contribuiscono alla riduzione dei consumi energetici della villa.
© photo Andrea Martiradonna
Le pavimentazioni delle zone all’esterno, arricchite da fioriere e sviluppate lungo l’intero perimetro dell’abitazione, sono sempre in Lapitec, finitura Bianco Polare.
© photo Andrea Martiradonna
Cos’è il Lapitec
Lapitec è una pietra sinterizzata prodotta in Italia con una miscela brevettata di minerali 100% naturali, senza l’aggiunta di colle, resine o derivati del petrolio, prima fusi a 1.580 °C e poi sottoposti a una tecnologia di vibro-compressione sottovuoto.
È un materiale “a tutta massa”: esterno e interno sono identici, senza smalto e stampa digitale sulla superficie, caratteristica che consente la lavorazione in tutto lo spessore mantenendo inalterati aspetto e performance.
Facilmente lavorabile, trova impiego nei settori dell’architettura, dell’interior e del product design. Privo di porosità, è resistente al calore e al gelo, ai raggi UV e ai graffi. Non assorbe e impedisce l’annidarsi di sporco, muffe e batteri; è incorruttibile nel tempo e non viene aggredito dagli agenti atmosferici e domestici. Dopo la pulizia non evidenzia alcun degrado, mantenendo l’aspetto originale.
Efficienza e sostenibilità
Il Lapitec è un materiale durevole che non si degrada, plus particolarmente importante nella costruzione di facciate ventilate, perché elimina la necessità di manutenzione e i problemi nel tempo.
La totale non assorbenza del materiale permette di proteggere l’isolante all’interno ed elimina le dispersioni termiche durante l’inverno; la lama d’aria della facciata ventilata, tramite l’effetto camino, allontana il calore dagli ambienti interni durante il periodo estivo.
Le facciate in nuance chiare inoltre, per riflessione e dispersione del calore, abbattono la temperatura interna impedendo il surriscaldamento dell’involucro.
Le lastre sono disponibili in diverse dimensioni, fino al maxi formato di 3.440×1.500 mm, con spessori pari a 12 mm in applicazioni su involucri che garantiscono la resistenza della struttura tramite agganci meccanici.
CREDITI PROGETTO
Ca’ Gioia
località: Bassano del Grappa, Vicenza
anno di completamento: 2021
superficie lorda: 560 mq
architetto: Francesco Pascali Architetto
appaltatore principale: Impresa Edile Stangherlin
fotografie: Andrea Martiradonna
Strutture: GE.N.CO.
Progettazione elettrica: Enrico Bordignon
Progettazione meccanica: Studio Tre di Perin Parisotto e Rossi
Facciata ventilata: Cesare Zilio
Lapitec utilizzato
Facciata ventilata: Bianco Crema, finiture Arena e Dune, 12 mm
Copertura: Ebano, finitura Dune, 12 mm
Pavimenti interni: Bianco Crema, finitura Vesuvio, 12 mm
Pavimenti esterni: Bianco Crema, finitura Vesuvio, 20 mm
Soglie e scala interna pedate: Bianco Crema, finitura Vesuvio, 20 mm
Scala interna decorata: tasselli di colori vari, finitura Satin, 12 mm
Piano cucina e rivestimento cassetti: Ebano, finitura Satin, spessore 12 mm
Rivestimento bagno e vasca: Terra Avana, finiture Satin e Lithos, 12 mm
Rivestimento camino area lounge: Grigio Cemento, finitura Satin, 12 mm
Top coffee table area lounge, by Bross Italia: Terra Avana e Terra Moca, finitura Satin, 20 e 30 mm
Decorazione del tavolo area dining: tasselli in Bianco Assoluto e Nero Velluto, finitura Lux, 12 mm
Ca’ Gioia | progetto architetto Francesco Pascali.
© photo Andrea Martiradonna
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