“È estremamente positivo che ci siano considerevoli investimenti per la riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano” chiarisce Paolo Migliavacca, AD di Rockwool Italia, “purtroppo però la normativa nazionale attuale consente ancora l’uso di materiali combustibili per l’isolamento e per il rivestimento delle facciate. Ciò implica un incremento dei rischi in caso di incendio soprattutto per le persone che vivono e lavorano in edifici di altezze elevate”.
La storia ingegna
Le cronache recenti hanno portato alla ribalta il problema: in diversi edifici, in Italia e non solo, le fiamme sono divampate in pochi minuti compromettendo l’integrità della struttura e, a volte, anche la vita degli abitanti.
Nel giugno 2017 un incendio ha avvolto la Grenfell Tower a Londra, un grattacielo di 24 piani ristrutturato da poco. Due giorni sono stati necessari per domare le fiamme e constatare 72 vittime. In questo caso si è ipotizzato che l’effetto camino, favorito dalla mancanza di adeguate misure di prevenzione, abbia accelerato lo spostamento delle fiamme verso i piani superiori.
A fine agosto 2021 si è ripetuta una scena analoga nella Torre dei Moro a Milano. Il grattacielo di 18 piani a destinazione mista, residenziale e terziaria, si è rapidamente trasformato in una torcia incandescente. Le cause, in questo caso, sono ancora da chiarire e, complice il periodo estivo, l’edificio era quasi disabitato in quel momento, per cui non sono state registrate vittime.
Questi sono solo due dei purtroppo non così rari episodi di incendi in cui i materiali da costruzione (combustibili) non hanno contribuito certo a un più veloce spegnimento e alla \messa in sicurezza dello stabile e dei suoi abitanti.
La normativa italiana è ancora lacunosa in merito, mentre quella inglese, dopo l’incendio della Grenfell Tower, è stata riformulata in modo da eliminare qualunque ambiguità e l’utilizzo indiscriminato di materiali combustibili su edifici di altezza elevata: attualmente è proibito l’uso di materiali combustibili per l’isolamento o il rivestimento delle facciate in tutti gli edifici oltre i 18 metri di altezza.
“Con l’introduzione del divieto dell’utilizzo di materiali combustibili”, aggiunge Mirella Vitale, Senior Vice President Marketing, Communication e Public Affairs del Gruppo Rockwool in Danimarca, “l’Italia farebbe un passo avanti importante nell’allineare la normativa antincendio a quella di altri Paesi europei per creare edifici sostenibili e sicuri”.
La lana di roccia: un materiale incombustibile e sicuro
In caso di incendio due sono le condizioni che ne rallentano la propagazione: una compartimentazione antincendio efficace e un sistema di facciata non combustibile. Queste condizioni sono particolarmente importanti negli edifici di media o elevata altezza.
Appare evidente che misurare la resistenza al fuoco relativa delle differenti strutture è un passaggio fondamentale per assicurare la sicurezza antincendio di un edificio. A questo scopo, in tutto il mondo, la maggior parte degli standard di sicurezza antincendio ha adottato curve che indicano la correlazione fra temperatura e tempo, un metodo comprovato e armonizzato per testare materiali ed elementi costruttivi nelle peggiori condizioni che fornisce un elevato livello di sicurezza circa le prestazioni attese.
Secondo questo metodo, l’isolamento Rockwool è stato sperimentato in grado di resistere a temperature superiori ai 1.000 °C ed è intrinsecamente non combustibile, limitando la propagazione delle fiamme e l’emissione di fumi tossici. Tutte caratteristiche tecniche di cui si è tenuto conto nella recente realizzazione di alcuni edifici di altezza elevata.
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Case History
Edifici multipiano a Rovereto
Due edifici dalla struttura in legno (di cui uno, alto 9 piani, è attualmente il più alto in Italia), hanno l’involucro formato dal sistema a cappotto termico Rockwool REDArt e le partizioni interne, le contropareti e i controsoffitti, costituite da pannelli Rockwool 211.
Condominio a Cologno Monzese
La riqualificazione energetica sposa il restyling estetico grazie al sistema Rockwool REDAir che coniuga le prestazioni dei pannelli in lana di roccia con le infinite possibili finiture offerte dal panello Rockpanel.
Torri in via Valsesia a Milano
Un complesso condominiale composto da quattro corpi di altezza diversa, rispettivamente di 12, 11, 9 e 8 piani fuori terra, sono stati riqualificati con tempistiche differenti ma seguendo un unico sistema costruttivo: sulle facciate è stato applicato il sistema di isolamento termico Rockwool REDArt, flessibile nel risolvere balconi, loffe e sporti.
Scuola Montessori a Rimini
Nella realizzazione di un plesso scolastico in Emilia Romagna, la scelta della soluzione di facciata ventilata RockwooL REDAir con pannelli di rivestimento in lana di roccia compressa Rockpanel è stata motivata da un triplice ordine di fattori: la protezione dal fuoco, la necessità di rendere più efficiente la struttura prestando particolare attenzione all’isolamento acustico e la volontà dei progettisti di ottenere un risultato finale allegro e colorato, adatto a una scuola d’infanzia. È infatti stata adottata la versione Chameleon che consente ai pannelli, a seconda dell’incidenza della luce naturale e dell’angolo di osservazione, di modificare il loro colore con un ampio spettro di sfumature.