Isolato tra i magazzini del C.A.M.M. in fondo a via Mecenate, la tangenziale Est e il fiume Lambro, ai bordi orientali della città di Milano, il complesso di Cascina Monlué oggi è un cantiere.
Obiettivo: il recupero della storica struttura dal punto di vista architettonico, salvaguardandone i caratteri distintivi della tipologia a corte, e sociale, confermando e riproponendo in chiave attuale l’identità di luogo di integrazione, fruibile anche da persone fragili o a rischio di emarginazione.
Diversi gli attori coinvolti nell’ambizioso intervento fra cui Saint-Gobain Italia, che ha dato e darà il suo contributo con diverse soluzioni costruttive, sostenibili e innovative per facciate, coperture , solai, pareti e contropareti a secco e controsoffitti continui e modulari.
Foto © Luca Rossato
La cascina nella storia
Cascina Monlué è una delle storiche cascine dell’hinterland milanese. Di origini antichissime, ospitò dal XIII al XVI secolo un monastero degli Umiliati e successivamente si tramutò in una cascina agricola.
Il complesso venne fondato nel 1267 dagli Umiliati di Santa Maria di Brera: una struttura a corte con edifici monastici e rustici agricoli, circondati da prati irrigui permanenti e da arativi. Con lo scioglimento dell’ordine da parte di San Carlo Borromeo (1571), il borgo passò attraverso diverse proprietà fino a entrare a far parte (inizi del XX secolo) del patrimonio del Pio Albergo Trivulzio. L’impianto, uno dei maggiori esempi sul territorio della tipologia, è ancora ben riconoscibile, sebbene sia stato frazionato.
Foto © Luca Rossato
Il progetto “La corte del bene comune”
La cascina è stata ottenuta in concessione dal Comune di Milano per 50 anni dall’Impresa Sociale Cascina Monlué, costituita nel 2019 dal desiderio di dare continuità alle iniziative di una rete di organizzazioni impegnate sul territorio in progetti di integrazione di cittadini e cittadine che vivono una condizione di fragilità, con l’intenzione di far tornare a nuova vita gli spazi che fino al 2023, anno di avvio del cantiere, versavano in stato di degrado.
Il progetto, firmato dallo studio di architettura PRINCIPIOATTIVO Architecture Group, mira al recupero conservativo di una struttura gravemente ammalorata dopo decenni di semi-abbandono per far dialogare storico e moderno. L’intervento contemporaneo è volto a definire un risanamento e un recupero della spazialità originaria del complesso, in equilibrio con l’ambiente circostante e con i caratteri tipici delle cascine lombarde. Oltre al ripristino di una pittura murale risalente a fine Settecento inizio Ottocento, si provvederà all’adeguamento sismico, al consolidamento strutturale e alla ottimizzazione degli spazi. È previsto l’inserimento di diverse funzioni, tra cui residenze di prima accoglienza e spazi sociali per associazioni. All’interno degli edifici il concetto base sarà quello di preservare l’esistente, intervenendo con tecniche costruttive che permettano di non gravare su quello che è il patrimonio edilizio attuale e garantiscano l’eventuale richiesta di flessibilità in caso di cambio delle funzioni d’uso in futuro.
Foto © Luca Rossato
Otto i corpi disposti a L che compongono il complesso. L’edificio più antico, collegato con la vicina chiesa di San Lorenzo in Monluè, ospiterà, al piano terra, la sede dell’Impresa Sociale e spazi a disposizione per attività di formazione, meeting aziendali e teambuilding e al primo piano appartamenti per housing sociale gestiti dal Consorzio Farsi Prossimo e dall’Associazione La Grangia. Sulla sinistra, nell’edificio dell’ex stalla dei cavalli ormai distrutto e ricostruito con le tecniche del “box in the box” per preservare le murature storiche e creare un confronto tra materiali moderni ed elementi originari, la Cooperativa Sociale Dolfin sposterà la propria Comunità “l’Orizzonte” per l’accoglienza di minori allontanati dal nucleo familiare di origine dal Tribunale dei Minori, mentre nella vecchia casa del casaro la Cooperativa Spazio Aperto Servizi gestirà una comunità con spazi di accoglienza per l’accompagnamento all’autonomia abitativa della popolazione più fragile.
Nell’ex stalla e fienile, l’edificio più imponente del complesso che per tale motivo sarà recuperato nella seconda fase dell’intervento, la Cooperativa Sociale Lo specchio sposterà la propria sede operativa: laboratori di assemblaggio per l’inclusione attiva di 40 persone con fragilità psichiche mentre al piano al piano superiore, che sarà realizzato ex novo grazie a sistemi costruttivi a secco innovativi Saint-Gobain Italia, sarà ospitata una foresteria per il turismo accessibile per famiglie e cittadini con bisogni speciali in visita alla città e gestita dall’Associazione La Nostra Comunità.
Negli spazi sul retro, oltre al sistema impiantistico e ai locali tecnici, troveranno sede aree condivise e cucine attrezzate per attività proposte dai cittadini del territorio, mentre si attendono le decisioni sull’assegnazione della corte all’Impresa Sociale.
Il contributo di Saint-Gobain Italia
Saint-Gobain Italia SpA ha deciso di dare il proprio contributo a questo grande progetto di riqualificazione edilizia e di restauro conservativo con diverse soluzioni costruttive per tre motivi principali:
- la vicinanza al territorio in cui è ubicata la sede principale, nel rispetto dei valori del Gruppo che si impegna a promuovere lo sviluppo sociale e ambientale delle comunità locali in cui opera;
- l’attenzione per una progettazione responsabile e un impegno sociale;
- la condivisione degli stessi valori e principi delle realtà coinvolte nel progetto.
Le soluzioni poste in opera
Sono state installate diverse soluzioni Saint-Gobain Italia, tra cui i sistemi di copertura, composti da uno strato impermeabilizzante con funzione di freno al vapore e tenuta all’aria abbinato a uno strato di materiale isolante in lana minerale Isover con Classe di reazione al fuoco A1.
Sono stati posati i massetti Weber ad elevata resistenza meccanica ed essiccazione medio-rapida ed è stato utilizzato l’adesivo cementizio deformabile ed elevata capacità bagnante per incollare le piastrelle.
Attualmente è in corso la realizzazione delle pareti e contropareti interne con i sistemi a secco ad alte prestazioni, costituiti da lastre in gesso rivestito Gyproc e isolanti in lana minerale Isover, con caratteristiche differenti a seconda delle esigenze dei diversi spazi.
Gli interventi futuri
Nei prossimi mesi verranno installati nei diversi corpi dell’edificio controsoffitti continui e modulari, in grado di assicurare contemporaneamente prestazioni acustiche, resa estetica, compartimentazione antincendio e, grazie all’esclusiva tecnologia Activ’Air®, qualità dell’aria.
Da ultimo, verranno avviati i lavori nel corpo dove nascerà la foresteria e prenderà vita una attività di turismo accessibile all’insegna della massima comodità, della facilità di fruizione e dell’attenzione a tutti.
Modello di imprenditoria solidale
L’intervento dell’Impresa Sociale si inserisce in una storia plurisecolare; il progetto che prenderà vita tra le mura della Cascina si pone in continuità con la vocazione di apertura e accoglienza che ha storicamente segnato il borgo dalla sua fondazione, dandone una rilettura attuale in risposta dei nuovi bisogni emergenti.
Il ruolo dell’Impresa Sociale sarà quello di “gestore sociale”, con il compito di seguire alcuni aspetti di organizzazione tecnica e amministrativa e, contestualmente, di coinvolgere gli abitanti nella vita del borgo.
La qualità degli appartamenti e il concept architettonico, gli spazi verdi e gli ambienti comuni, oltre ai servizi previsti (bar e ristorazione, infopoint, bookshop) arricchiranno la quotidianità promuovendo la socialità; il borgo sarà teatro di iniziative concepite come servizi di prossimità, orientate a generare un tessuto sociale vivo e sicuro.
La “corte del bene comune” è un modello imprenditoriale innovativo che integra una visione multi-stakeholder e multi-target con le logiche imprenditoriali basate sul paradigma dello shared value, puntando a sostituire al tradizionale lessico “produttivo” un nuovo modo di intendere l’attività di impresa in senso “generativo”.