articolo sponsorizzato GRAPHISOFT Italia
Il settore AEC (architettura, ingegneria e costruzione) è composto da diverse figure professionali, ognuna di essere con studi, ruoli e competenze diverse e complementari; hanno però una cosa in comune: hanno scelto la loro professione per la libertà di pensare fuori dagli schemi, la libertà di correre rischi. La libertà di esplorare le decisioni di progettazione e di rinnovarsi costantemente.
Quando però si è passati dal 2D al BIM, in molti si sono sentiti invece intrappolati in una metodologia che li incatenava invece che affiancarli ed aiutarli. Per non parlare di quello che ha comportato in azienda: costanti aggiornamenti hardware, nuove figure professionali come i BIM manager da implementare nello studio, costi di licenza sempre maggiori, crescenti complessità e molta formazione.
Ma quindi ad oggi a che punto è l’implementazione del BIM negli studi italiani?
La domanda se l’è posta anche ASSOBIM, un’associazione che nasce con lo scopo di dare rappresentatività alla filiera “tecnologica” del BIM, di cui GRAPHISOFT Italia è tra i soci fondatori. Nel 2019 ha infatti realizzato un report totalmente italiano sul BIM, a cui hanno partecipato operatori del settore compresi studi di progettazione, società di ingegneria, imprese di costruzioni e manutenzioni, committenza pubblica e privata e produttori di materiali e componenti.
Dai dati raccolti dal report, se è vero che oltre metà del campione conosce ed utilizza la metodologia BIM, un altro 40% lo conosce ma non lo utilizza o ne fa solo un uso parziale. Una percentuale simile, pensa di avere delle lacune riguardo al flusso di lavoro e non si sentono ancora sicuri nell’utilizzo.
Questi dati ci dimostrano in realtà quella che già è la sensazione collettiva: gli attuali flussi di lavoro BIM non mantengono sempre la promessa di efficienza che prospettavano, ed i professionisti sono spesso costretti a seguire un flusso di lavoro inframmezzato dall’uso di diversi software: uno per la progettazione, uno per la visualizzazione, uno per la parte strutturale, e così via.
Come fare quindi ad avere un flusso di lavoro BIM efficiente?
Innanzitutto bisogna capire per quale motivo si deve lavorare in BIM.
Il motivo è molto semplice, ed è il fatturato: tutta la promessa del BIM è inutile se si stanno perdendo soldi. Quando si sfrutta la potenza del BIM e si gioca con le variabili di tempo, costo, qualità e portata, vengono creati diversi modelli di attività commerciale.
Per riuscire però a sfruttarlo, bisogna però far sì che il BIM sia più veloce ed efficiente dei vecchi metodi, quindi bisogna lavorare in modalità che si avvantaggino dei punti di forza del BIM. Bisogna lavorare con mentalità BIM, quindi cambiare il metodo di lavoro che si utilizzava con il CAD.
Un vero flusso di lavoro BIM migliora i processi di progettazione, coordinamento, documentazione, stima dei costi, costruzione e manutenzione. Utilizzando uno strumento BIM di facile utilizzo, si può utilizzare lo stesso software per tutto il ciclo di vita dell’edificio: dall’iniziale progettazione concettuale alla demolizione dello stesso.
Ma quindi cosa si può ottenere dal giusto software BIM?
- Strumenti pensati per i flussi di progettazione e collaborazione che servano ai loro scopi dal primo schizzo per tutto il ciclo di vita dell’edificio.
- Realizzare il modello in un ambiente BIM, in cui le forme generano automaticamente i prospetti, le sezioni e persino le liste di computo. E poiché i dati vengono memorizzati nel modello BIM, qualsiasi modifica all’edificio sarà immediatamente replicata in ogni vista quali piante, sezioni e prospetti.
- Rendere uno standard nel flusso di progettazione l’ottenere in un click tutta la documentazione del modello BIM ed avere un coordinamento automatico dei diversi punti di vista, snellendo ed automatizzando i compiti più noiosi e aditi a sviste umane.
- Un modello condiviso da tutti i professionisti che lavorando sul progetto tramite un flusso BIM di progettazione integrata: ottenendo così flussi di lavoro senza interruzioni, trasparenza e fiducia tra tutti i membri del team, ed un modello sempre aggiornato.
- Interoperabilità con le altre piattaforme software grazie all’OPEN BIM, che estende i vantaggi del BIM migliorando l’accessibilità, l’usabilità, la gestione e la sostenibilità dei dati digitali nel settore AEC.
- È infine necessaria una software house alle spalle con tecnici preparati che possano realmente seguirti nell’implementazione del BIM nel tuo studio, e supportarti nelle difficoltà del lavoro di tutti i giorni.
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