Infrastrutture digitali e sostenibili: il treno per il futuro è già in viaggio

Il futuro non è fantascienza: intelligenze artificiali che “parlano” con gli edifici, viadotti monitorati dallo spazio, cantieri green e propellenti anti-cambiamento climatico.

Il nostro Paese è davvero in grado di affrontare le sfide ambientali, sociali ed economiche (ESG) che lo attendono nei prossimi anni? È la domanda che si sono fatti numerosi esperti di settore durante il seminario “Infrastrutture digitali e sostenibili – Il BIM e le nuove opportunità per progettazione, costruzione e gestione” svoltosi a Milano il 5 luglio scorso e organizzato da FERROVIENORD e NORD_ING con la collaborazione del partner tecnologico One Team.

Il Building Information Modeling, – o più semplicemente BIM – grazie anche all’obbligatorietà graduale scattata con il decreto Baratono nel 2017 e all’inserimento come prassi nel nuovo Codice dei Contratti, è ormai sempre più diffuso in Italia. Basti pensare – come descritto nell’intervento di Alberto Pavan del Politecnico di Milano – che il digitale nel 2022 è stato utilizzato in 1.003 opere pubbliche (erano 478 nel 2019) il 18,8% del totale (8% nel 2019) per un importo di oltre 2 miliardi di euro (contro poco meno di 300 milioni nel 2019). Scendendo nel dettaglio, ecco l’utilizzo P.A. del BIM nel 2022: 670 progettazioni, 40 verifiche sismiche strutturali, 186 verifiche di progetto, 37 direzione lavori, 70 altri servizi tecnici.

Ad aprire i lavori è Claudia Terzi, assessore alle Infrastrutture e opere pubbliche della Regione Lombardia: “Stiamo lavorando per realizzare, anche per il patrimonio esistente, opere sempre più sostenibili. Apprezzo molto il BIM che è utile non solo per la progettazione e la realizzazione delle opere ma costituisce una base indispensabile per dare finalmente un prezzario regionale alla Lombardia: lo stiamo costruendo insieme al Politecnico di Milano. Vogliamo arrivare a un sistema informatico tale da consentire di passare direttamente dal progetto al prezzario. Ogni elemento dell’opera deve essere immediatamente consultabile con la sua valutazione economica. In questo modo avremo elementi in più per ottenere risultati sempre migliori”.

A fare gli onori di casa, Emanuele Poretti Presidente di NORD_ING ed Emanuele Serina, consigliere delegato di FERROVIENORD, entrambi sulla stessa lunghezza d’onda quando si parla di digitalizzazione: la spesa è ingente, ma la trasformazione digitale non è più un’opzione e i costi sono sostenibili perché portano risultati. In rappresentanza dell’Ordine degli Ingegneri c’è Carmelo Iannicelli che ribadisce l’assoluta disponibilità per un sostegno alla formazione.

Il futuro non è fantascienza: intelligenze artificiali che “parlano” con gli edifici, viadotti monitorati dallo spazio, cantieri green e propellenti anti-cambiamento climatico

Tante le novità tecnologiche introdotte dalle varie eccellenze imprenditoriali italiane durante la conferenza.
One Team presenta nuovi livelli di Digital Twin, il gemello digitale dell’opera che attraverso i sensori simula l’asset fisico in ambiente virtuale. Con il Digital Twin di livello 4 si possono inviare comandi per controllare direttamente un edificio, mentre con il livello 5 il controllo è automatico e avviene tramite l’Intelligenza Artificiale. Attraverso i sensori sull’asset fisico si può, in virtuale, accedere sia allo storico dei dati sia al real time: di fatto è ora possibile “parlare” direttamente con una struttura.          
Inoltre, l’azienda milanese, Platinum Partner Autodesk, ha proposto a ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, un modello di Digital Twin georeferenziato attraverso il quale è possibile monitorare dal satellite infrastrutture a rischio-emergenza. Il connubio tra il gemello digitale dell’opera, i dati forniti dal satellite e i dati SAR (radar ad apertura sintetica) potrà anticipare eventuali problemi che spesso si presentano in infrastrutture stradali realizzate diversi decenni fa e non costruite per sostenere l’attuale livello di traffico. La piattaforma è in grado di inviare segnali di allarme, qualora lo stato di salute dell’opera presenti criticità: purtroppo sappiamo bene quanto in Italia già in passato si siano verificati crolli rilevanti.

Dagli edifici civili ai ponti fino agli ospedali: le tre strutture sanitarie progettate in Grecia in BIM dal team di Renzo Piano Building Workshop sono all’avanguardia. Edifici bassi immersi nel verde, alimentati da energie rinnovabili, strettamente connessi con il paesaggio, con spazi dedicati alla didattica e un centro polispecialistico per bambini, il primo in Grecia. Il progetto è candidato alla certificazione LEED Platinum e rappresenta un esempio di eccellenza del made in Italy progettuale.            

Anche le infrastrutture ferroviarie sono più che mai proiettate verso l’innovazione: la più grande stazione appaltante d’Italia (RFI) ha provveduto a digitalizzare tutte le opere coinvolgendo nel proprio comitato BIM anche il top management della società.   

Obiettivo? Raggiungere la sostenibilità a tutti i livelli, compreso quello economico.     
È partito anche il laboratorio green di NORD_ING sul cantiere della nuova tratta ferroviaria Malpensa-Gallarate: qui la sostenibilità viene misurata attraverso alcune linee guida sul “cantiere sostenibile” messe a disposizione dall’apposito documento rilasciato da AIS – Associazione Infrastrutture Sostenibili. L’opera sarà realizzata in armonia con l’ambiente, con il paesaggio e con la massima attenzione all’impatto sulle persone, con i fari puntati anche sul bilancio, reso più sostenibile dal risparmio energetico, dal riciclo dei materiali e dall’attenzione all’intero ciclo di vita dell’opera. 

Quindi, sottolineano Luca Erba Direttore Tecnico e Antonio Ferrazzo, BIM Manager di NORD_ING “il cantiere sostenibile costituisce un decisivo test sul campo della nostra capacità di praticare concretamente la sostenibilità tramite una necessaria misurabilità”.

Altri recenti progetti realizzati in digitale: l’HUB di Bergamo e la rigenerata stazione di Firenze Guidoni firmati NET Engineering o le infrastrutture della metropolitana di Parigi, la stazione ferroviaria di Grosseto e il link per Malpensa Terminal 2 (2,6 km di galleria artificiale e 0,4 naturale), di Lombardi Ingegneria.

Tutto nel segno della sostenibilità e anche della durabilità di un’opera. Da Milano parte un accorato appello alle istituzioni: serve maggiore manutenzione degli impianti idrici anche in prossimità di tali strutture per non farle deteriorare prima del tempo.   
Non può mancare il tema scottante della decarbonizzazione: l’idrogeno neutrale è davvero il carburante giusto per far fronte al cambiamento climatico?  La risposta, pur con diverse difficoltà da risolvere, sembra essere affermativa: prodotto con energia eolica o solare, l’idrogeno green può essere la soluzione per alimentare il trasporto su ferro senza utilizzare il fossile. Le attuali problematiche? La produzione ancora troppo esigua, i prezzi elevati e qualche buco normativo.      
La ormai famosissima tratta Torino-Lione in fase di realizzazione per TELT, promotore pubblico e futuro gestore della nuova linea ferroviaria, è tutta progettata in digitale. Un’opera così imponente non sarebbe realizzabile senza l’aiuto del BIM: 162 km di gallerie suddivisi in 9 siti costruttivi, 2 cantieri operativi per la gestione delle terre da scavo e un cantiere operativo per le attrezzature ferroviarie necessarie per la messa in servizio. Grazie al BIM, non solo sarà possibile gestire la mole immensa di dati restituiti dai cantieri (compresi i passaggi relativi all’avanzamento dello scavo) ma, dal 2033, data di rilascio dell’infrastruttura, la società italo-francese potrà monitorare la linea in tutto il suo ciclo di vita, generando così un valore aggiunto.

Un’Italia a due velocità

Le conclusioni del convegno sono agrodolci: da un lato c’è un’Italia che esporta tecnologia e studi all’avanguardia risultando ben più avanti di tanti paesi più celebrati, dall’altro ci sono le stazioni appaltanti della Pubblica Amministrazione e le università che non riescono ancora a recepire le novità con la giusta rapidità.
I dati, in ogni caso, fanno ben sperare. Riccardo Perego, CEO di One Team afferma: “Abbiamo già circa 1.100 stazioni appaltanti su 26mila totali che si sono adeguate al digitale. Per questo dobbiamo ringraziare anche i finanziamenti UE”.      
Tuttavia, serve una maggiore cultura BIM. I posti di lavoro ci sono, se si pensa all’aumento esponenziale delle figure professionali legate al metodo digitale. Soltanto ripartendo dalla formazione, sarà davvero possibile ridurre il gap tra pubblico e privato.         
Il treno dell’innovazione sostenibile è partito e non possiamo permetterci di perderlo.

Sono disponibili on line tutti gli interventi dell’evento

 

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